PARTE PRIMA

(Lo stagno dei ranocchi al Tiergarten di Berlino. Chiaro di luna e a tratti nuvole anche minacciose. In lontananza si è udita la cornetta del posfiglione. Thusman, tuttora coi viso verde, giace ai piedi d'un albero. È visibilmente agitato)

Thusman
(In tono di lamento)
Oh, tu mio povero, compassionevole Thusman,
commendatore e grand'ufficiale!
Tomaso non ti serve più,
mèntore, nell'infelicità, manchevole!
Oh, damigella AIbertina, che cosa mai
vi fa la mia distinta personalità?
Sorte davvero crudele, proprio me volle collegare
con certi negromantìci maghi, giudei,
pittorucoli senza tatto, spennellatori goffi,
ruvidi: peggior genìa non v'è al mondo!
Tentò la chimica di togliermi
questo verdognolo inalterabile,
ma solo con voi stagioni, sverdirò per gradi,
passate presto perciò.
Te niveo Inverno, te vorrei solo te!
Se non t'affretterai morirò annegato
fra le rane nello stagno.
(abbrividisce)
Morte! Verde anche tu!
(le rane gracidano)
Caro Thusman, è la fine.
(scaglia il libro nello stagno)
Vattene, va a insegnare il contegno
ai ranocchi,
(conficca il bastone nel suolo)
Vivete felice, crudele damigelle
Albertina Voswinkel ...
(vi appende il suo mantello)
Non vedrete più per molto il vostro sposo...
(vi preme sopra il cappello)
che si appresta a tenere dietro
al libro di ser Tomaso
(prende delle brevi rincorse)

Leonardo
(apparso improvvisamente, l'abbranca)
Thusman, che fate mai!
Di grazia, desistete da queste asinatel

Thusman
(respirando affannosamente)
Professore, l'è finita:
anche con l'ossequiosità.
Sì, non v'impermalite quindi
se un pubblico ufficiale,
finalmente, senz'ambagi può far nota
la voglia d'inviarvi tutti dritti al diavolo!
Voi e i vostri sortilegi!-
E quel maledetto «voi», quel «voi», «voi»,
(scimmiottando con suono cupo)
«voi Thusman»!

Leonardo
Morìte!
(Leonardo dà una spinta a Thusman, facendolo cadere nell'erba ove rimane disteso, duro stecchito. Leonardo ne osserva divertito l'effetto)

Thusman
(credendosi dentro allo stagno)
Oh freddo avel! Oh verd'acqua tu!
O verde mondo addio!
Addio mio buon commendatore!
La rana loda il Signor d'estate.
(tira tiri sospiro profondo)
Ah!

Leonardo
(rude)
(obbliga il restio Thusman ad alzarsi)
Basta con queste chiacchiere interminabili.
Su, presto!

Thusman
(ancora semiinginocchiato)
Pei mille santi in cielo!
Vi debbo anche seguir?
Mica in città, oppure in un salotto?
Che scandalo se mi vedessero!

Leonardo
Davvero non mi spìego tale antropofobia, davvero.

Thusman
(rialzato)
Non in città? Neppure fra la gente?

Leonardo
Siete bensì inzaccherato, fradicio d'acqua;
or vi rimetto un poco in sesto.
(gli passa il fazzoletto sulla faccia e gli tiene uno specchio a mano davanti al viso; il color verde è sparito. Chiaro di luna)

Thusman
(che vi si specchia, prorompe con trasporto infantile)
Giusti numi! Che mai vedo!
Colendissimo maestro,
questo beneficio io lo debbo a voi,
solo a voi!

Leonardo
Sarà... sarà ...

Thusman
Quella pezzuola bianca,
tanto delicata al tatto, operò il miracolo!
Non m'attiran più le rane
poichè adesso la damina...

Leonardo
(l'ammonisce, alzando l'indice)

Thusman
- certamente tutta presa -
per marito mi vorrà.

Leonardo
(pacato)
V'avverto Thusman,
del ruzzo tardivo capir dovete
l'incompatibilità alfin da voi!

Thusman
No, cotanto beneficio,
colendissimo maestro,
l'ho per vostro merito.
Non m'attiran più le rane
poichè adesso la damina
- certamente tutta presa -
me per sposo sceglierà!

Leonardo
(più severo)
Ripeto, Thusman. .

Thusman
...non m'attiran più le rane,
no, no, no!

Leonardo
...bandite il tardivo ruzzo!
Insidie celano
simili fregole
anche a voi

Thusman
No, no, no, no!

Leonardo
Ai tardi appetiti vostri, serbo, veh,
qualche rnagica fattucchieria!

Manasse
(con sfrenata allegria)
La la la! Tatata!

Leonardo
V'avverto, Thusman,
ruzzi tardivi,
senili fregole,
insidie celano
anche a voi.
Capìtelo. anche a voi!

Thusman
(intimidito)
Eh?!

Leonardo
State, perciò, tranquillo,
cheto e muto
e lunge da Albertina
fin quando non v'avvertirò;
(rincalzando)
voglio portare il gioco
a lieto termine.
Prendetevi a cuore il mònito
o vi trasformo in rana gracidante
sino al calar dell'ultimo velario.
Adesso vo', ma presto tornerò!
(via in fretta)
(Thusman, intimidito al massimo, indossa il mantello e si melle il cappello).


FINE DELLA PRIMA PARTE


PARTE SECONDA

(La stessa stanza del secondo atto. Vi manca il ritratto. È sera. Lampade oppure candele. Il commendatore è solo e di pessimo umore)

Il commendatore Voswinkel
Nulla di strano se un travaso di bile
m'annerisce la faccia che, semmai.
con Thusman vis-a-vis -, potrei anche esibir!
Ah, prima l'anatema di quel vecchione ebreo,
poi il gioielliere che m'inscena una ridda
con costui m'accoppia ne' salti aerei!
Non stuzzicherò più quei due tipi!
L'inverditore; quello me lo tolsi dai piè
proprio a dover!
(battendo il pugno sul lavolo)
Basta con queste storie'

Leonardo
(entra in fretta)
Buona sera...

Il commendatore Voswinkel
(sdegnato)
Voi! ... Che! Ascolto a quest'ora non vi dò!
Fuori di qui! Non voglio seccature! Ebbè?!

Leonardo
(scotendo il capo, tranquillo)
Già! Tutti arcigni, ma i commendatoroni
in modo speciale, col filantropo,
Delle difficoltà vi attendono,
accorro ner allontanarle in tempo...

Il commendatore Voswinkel
Ciel! Sicuro un fallimento a Londra o Amburgo...
oh, misero me!

Leonardo
(leggero)
No, non di questo trattasi, ma d'altro...
Negate a Edmondo ancor la figlia voi?

Il commendatore Voswinkel
(sdegnandosi ancora)
Non mi scocciate più!
Ad un commendatore siffatto genero?
Ch'io debba dar la figlia per una tela?!
Niente! No!
(sprezzante)
I quadri se li tenga.
Me non ritrae più.

Leonardo
Mah... sarà...
dissento in proposito,
commendatore bello...
(dolciastro)
presentemente Edmondo ritocca
quel ritratto...

Il commendatore Voswinkel
E poi??

Leonardo
con gran benignità...

Il commendatore Voswinkel
(inquieto)
E che volete dir?


PRIMO PERICOLO

Leonardo
Sparito il sorrisetto, intorbidito l'occhio,
rugoso il volto, bigiognolo il crin
dai buchi delle tasche cadono assegni e scudi
- metafora palese -
e sul foglio ben srotolato in mano,
(confidenzialmente)
la leggenda del vostro «crak» alquanto inaspettato...
(con una punta di gioia maligna)
Tale ritratto esposto in vetrina
o nella sede della banca al centro

Il commendatore Voswinkel
Demonio, demonio ... no, no ...
lo voglio denunciar!

Leonardo
(con un gesto dissenziente della mano)
D'un capannello il maligno spasso,
dilagherebbe in un balen ...
Quanti commenti, subdolamente escogitato
per porvi in gogna;
e tosto, pronta la plebe a ledervi,
ingrandirebbe in bocca d'ognun
il fallimento per la città'.

Il commendatore Voswinkel
Basta così. Di corsa da quel tomo:
Gli offro cinquanta,
gli offro cento scudi .

Leonardo
(incrocia le braccia, simulando gravità)
Ah ah ... non è questione di danaro, a parte il làscito a Lehsen
di ben ottantamila talleri ...

Il commendatore Voswinkel
Che? Tanti soldi?
Vi dirò, Leonardo,
ch'io so che Albertina
è innamorata pazza -
- il cor, si sa, sragiona a quell'età -
padre affettuoso sempre,
ai piagnistei contrario,
oltre a ciò notorio fautore e mecenate delle arti
e, d'altro canto, il giovanotto
dotato anch'esso
beh, vi dirò che solo per buon core
(deciso)
dò a costui -- al Lehsen - mia figlia!

Leonardo
(fingendosi dubbioso)
Uhm...

SECONDO PERICOLO

(ben ponderato)
D'un fatterello vi parlo ancora,
esso è ben buffo,
(spiando l'effetto)
Il vostro amico Tbusman, grand'ufficiale,
(sprezzante)
lui suicida per amor mancato
tentava poco fa di annegarsi.
A stento mi riuscì di trattenerlo
citando i patti e la vostra fedeltà.
Non lo tradite, o si dirà che siete
un uccisore dell'amicizia. un fedifrago...
(sottovoce, penetrante)
Se la fiducia posta in voi è scossa...

Il commendatore Voswinkel
Basta! Non continuar!
Potevo forse supporre
Thusman un mandrillo cotto?!
Rispetterò, comunque sia,
il patto concluso.

Leonardo
(interrompendo come in precedenza)
Uhm...

TERZO PERICOLO

Ricordate l'ebreo pretendente
e Manasse e il suo maledir!
Nel vecchio avrete il più tenace nemico
scartàndone il pòstero Bensch;
vorrà guastarvi le operazioni
e insidiarvi sul credito.
Insomma, pronto a rovinarvi,
facendovi per sempre saggiar le secche!
(riassumendo)
Quand'anche voi dèste la figlia
a uno di quella triade
- chiunque egli sia -
da un malanno cadreste in altri due.

Il commendatore Voswinkel
Ah, se sbranarli Cerbero volesse tutti:
il Bensch, il Lehsen e anche il Thusman

Leonardo
Fate così:
Tre scrigni chiusi date loro in scelia.
L'impalmerà chi scelto il giusto avrà

Il commendatore Voswinkel
(scattando)
Proposta d'un avventuriero è questa
e di plagio dal «Mercarite di Venezia»!
Anche se acconsentissi, quale utile potrei cavare
dal rancore che i due perlenti mi serberebbero di certo?!

Leonardo
Il punto è proprio qui.
Se incaricate me di questo affare,
garantir vi posso col più solenne giuramento
un felice successo e la riconoscenza dei due altri in più.

Il commendatore Voswinkel
Questo m'andrebbe...

Leonardo
... già...

Il commendatore Voswinkel
...ma temo!.

Leonardo
No, l'esito è certo.

Il commendatore Voswinkel
(tra sè)
Strano...
(a voce alta)
ebben sia.

Leonardo
Domani porterò gli scrigni a voi.

Il commendatore Voswinkel
Va bene!

Leonardo
Servo vostro!
(via in fretta)
(Il Commendatore esce pensieroso da un'altra porta verso l'interno. La scena rimane vuota per un po, indi, da una terza porta, entra precipitosamente Albertina, agitata e disperata).

Albertina
Che cosa ho udito?
La mia vita è rimessa al caso!
Il padre, trepidando per sè soltanto,
non a paterna autorità ma a un gioco
la sorte mia affida!
E vivo Edmondo non si fa¨...
Perchè? Presto quest'incertezza
diventerà certezza
ch'ei non m'ama ormai più.
Ah! Come sviar l'avversità?
Debbo fuggire?
Vha forse un altro scampo?
Ma quand'io da lui corressi
respinger me dovesse?
(siede affranta)
Una speranza vien sorgendo in me:
l'orefice occulto potrebbe molto...
mi sembra benigno...
S'ei fosse qui, a lui affidarmi vorrei.
(cade in uno stato ipnotico)

Leonardo
(apparendo dietro la dormiente Albertina, con dolcezza)
Cessa d'addolorarti, cara giovine,
chi a tuo padre il sorteggio ispirò,
farà sì che riesca a te propizio
(con tenerezza)
Mi sta a cuore il bene di Edmondo,
(rimarcando)
e dipende da me stabilirlo.

Albertina
(nel sonno)
Chi sei tu, provvido, enimmatico?
(la cui voce risona ora più sommessa e distaccata)
Si vuol che un dì Leonardo Thurnháuser,
un orafo di Berna senza pari,
del Diirer celebre coetaneo,
di morte minacciato da rivali,
sparisse in maniera misteriosa.
Il suo decesso non fu mai datato!
(la sua voce ritorna aperta e spigliata)
Sia pur in noi l'identica entità,
ammetterlo potrebbe mai qualcuno?
Quindi sarò chi vuole il prossimo
Però la mia esistenza,
per la vicenda in corso,
è necessità!
(ancora in tono sostenuto)
In quanto a Edmondo, ve' là dentro,
ve' la sua carriera! . '
(Nel fondo appare l'interno di una chiesa in Italia.
Edmondo è intento a dipingere una grande pala. In
lontananza sommessi suoni d'organo e canti liturgici.
La visione, dapprima imprecisa, si ravviva sempre più.
per poi svanire man mano).
Così devi amarlo,
pure così sognarlo!

Coro
(invisibile)
Deus et ars et natura
vera sunt trinitas.
Nulla religio superior.
Vita omnia comprehendit.
(La massima luce nei prossimi versi)

Leonardo
(di cui voce domina su tutto il resto)
Non volerlo tener
allorchè il genio
l'allontana verso ognor più libere vette.
Ritornerà sempre a te, e sempre integro l'avrai.
(La visione svanisce)
Tu, domani mi rivedrai.
Addio!
(sparisce)
(destandosi)
Oh dolce riposar!
Oh sogni d'or!
Ho fede, ora,
che Edmondo mio sarà.
(singhiozzando si lascia cadere sul divano)


FINE DEL TERZO ATTO