DIE BRAUTWAHL

La Sposa Sorteggiata

Commedia fantastica
tratta da un racconto
di E. T. A. Hoffmann

INDEX


MOTTO
del poeta al pubblico


«Per divertirvi, dovete porre da un lato
la vostra eventuale cultura
e ridiventare fanciulli.»


[Il Gatto con gli stivali» di Tiek]


PERSONAGGI

Il commendatore Voswinkel
baritono

Albertina
sua figlia mezzosoprano

Grand'ufficiale Thusman
tenore buffo

Edmondo Leshen
giovane pittore tenore lirico

Barone Bensch
zerbinotto ebreo tenore grottesco

I DUE PERSONAGGI D'ECCEZIONE

L'orafo Leonardo
baritono

Il vegliardo ebreo Manasse
basso

Un servitore di Voswinkel
parte parlata

Folla, oste, che non parlano

L'invisibile coro

L'azione si svolge a Berlino intorno al 1820

Sul palco: orchestrina, organo, cornetta a pistoni, pianoforte.

Gli appellativi «Kommissionsrat» di Voswinkel e «Geheimer Kanzleisekretär» di Thusman sono sostituiti in italiano da «Commendatore» e da Grand'ufficiale.


PRIMO QUADRO

La scena rappresenta la «Zelte»di Berlino intorno al 1820. Il commendatore Voswinkel ed Edmondo si trovano per caso l'uno accanto all'altro al proscenio. Da un lato Albertina, seduta ad un tavolo. Molta gente, grande movimento.
Un'orchestrina sulla scena attacca la marcia dal «Mosè», di Rossini.
(L'orchestrina sia collocata in fondo alla scena e i suoni risultino con l'effetto di lontananza.)

Il commendatore Voswinkel*
(indispettito getta via il sigaro)
Via! Ne ho abbastanza!
Quanti danari e noie per avere da Amburgo
questi sigari costosi!
I pestiferi còsi mi fanno rabbia!
Che imbrogliata!
Scocciato così, non sono in grado di ammirar
neppure la natura, e neanche di parlarne.
(rivolto un po' verso il suo vicino Edmondo)
Che imbrogliata!

*Il modo di esprimersi del commendatore è assolutamente convenzionale e spesso dozzinale: a volte borioso, a volte mostrandovi degnazione, egli non smentisce mai il villan rifatto.

Edmondo
(estraendo un portasigari)
Se volete gradir, prego, prendete;
se non d’Amburgo sono berlinesi,
ma almeno tirano...

Il commendatore Voswinkel
Vi sono molto grato!
(deliziato)
Oh!
Un grazie a voi, di tutto cuor!
Il dispetto vanì e il sigaro s’accese;
toh, quasi vorrei permettermi un’indiscrezione
- fumato che l'avrò -
di chiedervene umilmente un altro...

Edmondo
Oh sì, certo. scegliete dunque a vostro piacimento!

Il commendatore Voswinkel
Che nobiltà. Mi fate assai felice!
Sì, natura, amici e sigari
sono sempre un bel trinomio;
e dai barbari dovremmo apprendere questo
che per secoli a noi mancò.
Quindi un pellirossa vale ben di più del sapientone;
anche il turco è più sensato e saggio.
Bravi sono pure i negri,
che sgobbando nelle aziende
cantano vivaci ed allegri.
(canterella melodia di negri)
La la la la la! (gesticola corne se sonasse il banjo)
È una, musica che piace
forse un po' cannibalesca...
Hiawatha, Manahatta !
Appalacco e Tobacco!
(a Edmondo)
Caro il mio giovane,
quest’ora lieta la debbo a voi;
accostatevi, vicino a noi sedete...

Edmondo
(dapprima si schernisce)
Vi prego...
(scorgendo Albertina, si avvicina al tavolo come un automa)

Il commendatore Voswinkel
Mia figlia Albertina...
(convenevoli)
Un nobile straniero, cui mi sento molto obbligato!

Albertina
Sbaglio, o no?
Siete Edmondo Lehsen, pittore
(con sguardo estasiato)
i cui dipinti mi hanno assai conquisa?

Edmondo
(im pacciato)
Sì, sono io... mi chiamo Edmondo Lehsen.

Il commendatore Voswinkel
Bene! Un pittore dunque, bravo!
(L'orchestrina attacca le “Danze tedesche” di Mozart)
(sottovoce)
...posso prendervene un altro?...
(prendendo il secondo sigaro, forte)
Pittore! Davvero pregiatissimo!
In tali cose esperta è Albertina,
esperta di quadri; ma amare quest'arte
anch'io so da intenditore,
intenditore valente di pitture
che amare so!
Abbiamo l'occhio,
io ed Albertina!
Dunque... pittore !
- il secondo è ancora più gustoso -
ah sì, squisitissimo!
Sono incantato, sono felicissimo, sì proprio!
(gli stringe la mano)
(L'orchestrina ha finito. I suonatori si allontanano coi loro istrumenti. Scende la sera.)

Edmondo
Grazie!
(Il commendatore attacca discorso con un passante)
(ad Albertina)
Di già in voi m'imbattei,
v’intesi allora elogiare i miei dipinti;
s'anche foste men vaga di così,
da quell'istante vivo amandovi.

Albertina
(un po' sostenuta)
Fantasticate d'artista !

Il commerdatore Voswinkel
(continuando il colloquio)
I carichi dall'India danno buon utile,
ma scende il grano nella quotazione;
conviene aspettare e premunirsi.
(allontanandosi)

Edmondo
(sognante)
Luce crepuscolare trascolora
stendendo l'ombra a sera.

Albertina
“Stornisce, fruscia, canta
il bosco nel dolce april”

Edmondo
(Albertina)!

Albertina
“Anima e spirto ammanta
l'incantator sottil.”
(Conoscete i versi di Fouqué?)

Edmondo
(continuando)
Se quelle voci arcane sapessi esprimere,
(sommesso, solenne)
vi splenderebbe il raggio eterno dell'amor!

Albertina e Edmondo
(con un soffio di voce)
Ah!
(Le loro mani si sono intrecciate)
(Le mani dei due giovani si staccano)

Il commendatore Voswinkel
(riaccostandosi)
Perbacco, sento freddo.
Perchè non ho portato il mio saprabito!
Su, cara, mettiti in fretta questo scialle.
(l'aiuta ad indossarlo)
(a Edmondo)
Vi piace?
Tessuto turco, costatomi cinquanta ducati,
(ad Albertina)
Copriti bene.
Ed ora andiamo.
Statemi ben, mio caro.

Edmondo
Un altro sigaro?

Il commendatore Voswinkel
Sì, molto obbligato.
Davvero, siete compiacente assai.
Però, però...
(sottovoce)
l'autorità vieta che qui
si passeggi fumando.
La tiratina, come il frutto proibito,
è più buona così.

Edmondo
(ad Albertina, sottovoce)
Non potrei accompagnarvi?

Albertina
(prontamente)
Babbo, il signore fa la stessa via!

Il commendatore Voswinkel
(con giovialità)
Bene! La precedenza a voi,
io marcio in coda.
(d'ottimo umore canterella la marcia rossiniana)
la, la, la, la, la, la,
pimpum, pimpum, pirnpum, pimpum.

(Edmondo, dando il braccio ad Albertina, e il padre dietro, esccono a loro agio)
(E' scesa la notte. La folla si è dispersa. L'orafo Leonardo è apparso improvvisamente al proscenio e segue con gli occhi. La sua apparizione ha qualche cosa di misterioso. La scena si oscura sempre più, sicchè da ultimo non si distinguono che i contorni.)

Leonardo*
Ecco, così che amor l'ha preso al laccio
proprio sul buon sentier
di far pazzie!
(con tenerezza e calore)
Io voglio bene ad Edmondo.
Sin dalla culla lo vegliai con amore;
doti elette gli prodigò natura anzi che no.
Un grande artista sonnecchia in lui,
rischiando d'addormentarsi.
Appaghi pure subito i suoi grilli
e non impazzi per disperazione;
ad instradarlo bene penserò io poi,
schiudendogli la méta.
(con furbizia)
Egli non sa che Thusman, sotto sotto,
può fargliela.
Si sventerà però l'imbroglio
giocando il vecchio a dover.
Anzi, d'agir lesti è tempo.

*Il modo di esprimersi di Leonardo è sempre insolito. Il tono, per lo più robusto, denota sincerità e autorità. Il suo fare, saggio e bonario, volge spesso allo scherzoso ma senza rimettere mai di nobiltà.


SECONDO QUADRO

Leonardo rimane fermo con la mano alzata.
La scena si trasforma al buio. Appare la Spandauerstrasse con il palazzo nulnicipale, cui è aggiunta una vecchia torre. A pianoterra della torre una bottega chiusa, una lanterna illumina la strada. Il grand'ufficiale Thusman** giunge frettoloso, a passetti salticchianti, e consulta il suo orologio. Nel contempo si è avvicinato Leonardo, il quale bussa ripetutamente all'uscio della bottega a piè della torre e, sospirando, getta continui sguardi verso la finestra sovrastante.
** L'eloquio di Thusman è ingenuo e pedante, amabile e ricercatamente antiquato. La voce tende a trasaltarglisi nel falsetto ed egli indugia compiaciuto nei ghirigori e nelle fermate.Thusman (fra sé)
Ve', come ho fatto tardi!
Mi rincresce!
A rincasare in punto a mezzanotte
non gliela faccio; cosa insolita!
Thusman, commendatore e grand'ufficiale,
davvero, un dissoluto di me hai fatto!
(rimane interdetto scorgendo Leonardo e i suoi armeggi).

Leonardo
(bussa tre volte, sospira).
Ah!... ah!...

Thusman
Toh! Costui che cosa cerca qui?
Bussare a quest'ora alle porte sprangate?

Leonardo
(sospirando): Ah !... ah!...

Thusman
È un forestier.
Or informarlo debbo.
(a Leonardo, avvicinandosi con cortesia, a piccoli passi).
Signore, vi sbagliate.
Nella torre non abita nessuno,
salvo che alcuni ratti, sorci... qualche gufo...
Asserisco perciò: non v’è nessuno.
Se poi intendete fare qualche buon acquisto
di ferraglia vecchia,
vi piaccia ritornare qui di giorno.

Leonardo
Messere Thusman...

Thusman
...sono grand'ufficial e commendatore
di nomina antica.

Leonardo
(senza badare all'obiezione)
Messere Thusman, disconoscere le intenzioni altrui
vi diverte:
Ferri vecchi, io non racimolo;
(rimarcando)
oggi è l'equinozio d'autunno,
e mirare mi vo’ la sposa!
I sospiri miei ell'ha notati,
or deve apparire.

Thusman
Che? Chi?

Leonardo
(con voluta solennità)
La sposa a quella finestra!
(Batte lentamente le undici. Alla finestra appare in una luce fantastica una figura di donna con i tratti di Albertina)

Thusman
Santissima vergine,
angeli e arcangeli del paradiso!
Che cosa vedo mai?!
Thusman, all'erta,
ritorna in te stesso...
sventa la trama diabolica,
conserva la ragion!
(All'ultimo rintocco svaniscono e luce e apparizione)

Leonardo
Sembrate, caro Tliusman, mkolto scosso
di ciò che avete visto or ora:
la sposa guardavo teso,
ma voi, invece, deve aver turbato chi sa quale arcan!

Thusman
Prego, ohibò, vogliate rispettare i titoli.
Commendatore sono e grand'ufficial,
e attualmente anche concitato:
anzi, fuori di senno!
Se d'intitolarvi io stesso mancai ...

Leonardo
(schernendosi) Messere Thusman

Thusman
...gli è che voi siete un ignoto per me,
eppur vi chiamo «Signor consiglier».
Appellativo diffuso quanto mai,
e raramente sbaglia chi intende applicarlo:
quindi a voi, caro consiglier,
vogliate stenebrarmi:
(teso)
Chi è la sposa che a nntte tarda e tanto fonda
pensaste d'ammirare')

Leonardo
Signore, che eccentricità
e profusione d'intitolar!
Conosco più secreti, e molto consigliai:
gratuito quindi l'appellarmí consiglier segreto.
Ma un sapiente qual voi non mi va.
Un simile scienziato, decifrator d'antichi documenti,
che ancor non sa che quando ) un iniziato
s'annunzia in questa notte,
là, in alto, gli si rnostra la fanciulla
che al prossimo equinozio la più, felice sposa
di Berlino ínver sarà.

Thusman

(Prorompendo giulivamente.)
O Consigliere mio, egregio e degno,
è mai possibile?

Leonardo
Sicuramente!
Ma perchè conversiamo in istrada?
L'ora del sonno è persa oramai;
andiamo a bere!

Thusman
No!

Leonardo
Andiamo!

Thusman
No, no!

Leonardo
(con intenzione)
Sul conto delle spose parlerò
onde il pensier vi torni sereno.
Su, Thusman, andiam!

(Leonardo conduce seco Thusman recalcitrante)

Cala un siparietto

Leonardo
(con un cenno confidenziale del capo a Manasse)
Guarda chi vedo a distanza d'anni!
Sempre in salute così?

Manasse
Come vedete, sono vegeto,
e al caso tanto in gamba
- ove occorra - da farmi anche valer

Leonardo
(ridendo): Vedremo!
(rivolto verso l'interno dell'osteria)
Ehi, un fiaschetto di vino!
(L'oste mette due bicchieri sul tavoloed esce)

Thusman (schermendosi)
Rispettabilissimo consiglier!

Leonardo
Non titolarmi, mio caro Thusman,
un orafo veggasi in me;
tratto il cesello su ori preziosi.
Mi chiamo Leonardo.
(si siede) (l'oste ritorna con un fiasco)
(versando)
Ed ora siate schietto,
che cosa v'ha turbato
vedendo quell'apparizione?
Vi siete comportato in modo strano;
perchè?

Thusman
Egregio professore
(imbarazzato)
- vi spetta, quale artista. il titolo -
potrei non pronunziarmi su ciò che riempie il cor?
Sì sa che ...

Leonardo
(impazientito) Lo so, sta ben, avanti!

Thusman
(intímorito)
Ecco... io sto - s'usa dire così - puntando su Imene!
Senza equivocar: Amor m'ha preso!
Sì, all'equinozio a marzo,
intendo prendermi la mogliettina.
Potevo forse non rimanere impressionato
allorchè una sposa felice a me presentaste?

Manasse
(burbero e inaligno)
Che? sposarvi? Accoppiarvi?
Siete già vecchio ormai,
e brutto con quel muso da scimmionel
(Thusrnan sbigottisce)

Leonardo
(pacificando)
Ritenete quanto dite
diffalcandone metà.
Anche a me sembra tardiva
questa vostra decisione.
(con apprensione)
Siete sui cinquanta e più...

Thusman
(risentiito)
No, il diciannove ottobre
- a San Dionigi -
compio quarantotto e non di più!
Quarantotto, veh!

L'interno di una bottiglieria, debolmente illuminata. A un tavolo siede Manasse, solo, con un bicchiere di vino innanzi a sè. Manasse alza la testa e si fa attento udendo dei passi che si avvicinano. Entrano in fretta Thusman e Leonardo.


TERZO QUADRO

Leonardo
Non è già l'età che conta.
Sempre solo, ignorate
femminili bizze e voglie,
novellino, molle, vizzo ...

Manasse
...vVizzo. - -

Leonardo
Quale comica figura al cospetto di madame ...
novellino, molle, vizzo,
quale misera figura ...
che figuraccìa ìnnanzi a lei!

Thusman
Io molle! Io vizzo!

Leonardo
Novellino, molle, vizzo ...

Manasse (ridendo)
ah, ah, ah!

Thusman
Figuraccia da novellino?
(come andando a tastoni nel buio)
Ritenete che da cieco,
senza alcuna riflessione,
imboccassi tale strada?

Leonardo e Manasse:
Uhm, Uhm!

Thusman
Accorto, prudente, allorchè restai ferito
dalla freccia di Cupido, accuratamente
esaminai la nuova situazione, e m'assistette
questo raro libro qui.
(fruga nelle tasche, indi sporge il libro)

Leonardo
(ne legge sorridendo il titolo)
«Breve abbozzo sul politico acume, di Ser Tomaso»
del Millesettecento e sei.
A che cosa serve?

Thusman
Notate il modo in cui l'inclito autore
(sfogliando con compiacenza)
- paragrafo sesto - s'esprime a proposito
del sacro vincolo coi seguenti termini:
«La via di mezzo è la più sicura;
Nè troppo bella o brutta sia la sposa,
nè ricca, nè sbricia, nè plebea,
superba nemmen, nè cìtta, ohibò, nè lunga»

Leonardo
superba nemmen, nè cìtta, ohibò, nè lunga
vi siete ben ferrato;
ad ogni obiezione la replica imbroccate:
(imitandolo)
«Nè lunga o cìtta, nè ricca o sbricia...»

Thusman
(senza afferrare l'ironia)
Pel rimanente sì dica altrettanto.
(sfogliando ancora)
Esauriente è poi Tomaso quando insegna
a conversar consigliando nel discorso
pepe e sale in buon dosaggìo.

Manasse
(strepitando si alza a metà)
Jattura sopra di voi!
Incessante sbavate stupidità dal grugno,
guastando col vostro squittìo
l'ora cheta della mia pace.

Leonardo
Ehi, zitto, vecchione,
tollerato a mala pena,
zoticon, villan!
«L'ora cheta della mia pace»
Ve' il gentiluom!

Manasse
(si tira indietro brontolando)
Che? Vietarmela si vuoi?

Leonardo
Va là, fin troppo della pace tua ne so!
(a Thusman in tono più leggero)
A voi, lettor d'antichissime storie,
mi rivolgo:
V'è noto il fatto del falso monetario,
l'ebreo Lippold?
ch'è avvenuto nel secolo decimosesto
a Köln sulla Sprea? Lo conoscete?
(Thusman fa un cenno di diniego)
Per grave frode ed altri crimini
comparve innanzi al Tribunal penale!.
Ma, scaltro, ben si seppe districar!

Manasse
(a disagio, ma sprezzante)
Son tutte vecchie storie;
dice perfin la Bibbia:
«I morti lascia dormire in pace!»

Leonardo
(irritato)
Lascia ch'ei muoia!
(seguitando)
Indí una voce propagò
che lui da un libro di magìa
apprese i colpi suoi.

Manasse (quasi fra sè):
Favole!

Leonardo
Si seppe poi che lo tradì la moglie.

Manasse
Non scordar: «Dormano i morti»!
Scienza infernal!

Leonardo
(irosamente)
Il libro magico, donde egli apprese
l'occulto impero perfin sul sovrano, si confiscò, e Lippold venne arso, e così finì pure il libro stesso.

Manasse
(gemebondo):
Uhm, uhm!

Leonardo
Ma pare che Satànno lo involasse,
Sembra anche a me d'aver veduto tutto ciò.

Thusman
(che ha ascoltato distrattamente)
Ora ditemi un po', chiarissimo professore,
(esitando)
l'apparizion gentil
è realmente lei stessa, proprio lei?

Leonardo
Chi?

Thusman
(delicato)
L'egregia damigella Albertina Voswinkel?

Leonardo
(scattando impetuoso)
Che c'entrate voi con Albertina Voswinkel?

Thusman
(molto impacciato)
C'entro, poichè appunto è quella giovane
soave e dolce che ho deciso ormai di impalmare.

Leonardo
Che? Ehi! Siete ammattito in pieno?
Vi possiede il dernonio?

Thusman
Che dite?

Leonardo
Ehì, vorreste aver quel fior di ragazza,
voi, pedantone, vizzo barbon!
Che! Non vedete più in dà del naso
di Ser Tomaso, quel sacco di virtù
e di politico acume e saper?
(minacciando sul serio)
Ritiratevi dal gioco,
onde non v'arrechi danno
questa notte equinoziale!

Thusman
Son di stucco!
Poichè voi stesso
la damigella vagheggereste,
voi, temerario, usaste
una lanterna magica
per proiettarne l'mmagine;
questi trucchi che conosco,
escogitati a intimorirmi,
sono azioni sconvenienti
che, falliscono lo scopo'

Leonardo
(alzandosi, quasi solenne)
Guardatevi, Thusman!
Badate a voi;
in mezzo a tipi assai bizzarri
siete qui!
(Il viso di Leonardo si trasforma in un muso di volpe. Thusman arretra spaventato)

Manasse
(divertito)
Toh! oh, oh! Ch'è bellissimo questo gioco, si sa;
tuttavia non nutre affatto.
So dí meglio, alta scuola massima,
per un orafo il colmo!

Leonardo
(appare di nuovo normale e si siede tranquillamente al tavolo)

Manasse
Vediamo che cosa sai!
(ridacchiando, fra sè)
Bello, si, ma non ti nutre,
so di meglio, alta scuola,
per un orafo il colmo!
(ha levato dalla tasca un enorme ravanello e lo taglia a fette rotonde e sottili)
Ravanello;
nero e bello,
te affettando,
(getta in aria un tondello trasformato in ducato d'oro)
dei ducati
sto coniando!
(nella mano di Leonardo esso si dissolve in scintilla)
Vola e sona
coniatura,
(secondo getto)
senz'usura!

Leonardo
Ciarlatano,
vani trucchi,
tutto falso
come ducatí.

Manasse
Ravanello nero,
bianco e bello,
dà i ducati!

Leonardo
Ciurmatore!
Fiamma, fondi
quell'orpello,
poi il vento
lo disperda
e nell'aer
faccia vanir!

Manasse
Tondi belli,
via, presto,
tondi neri,
tondi belli,
presto via,
tondi belli,
lisci d'orlo!

Leonardo
Fiamma, fondi,
vento, sperdi,
fiamma, brilla,
fondi questi tondi!
Arte vana,
arte falsa, oro falso!
Trucchi stupidil

Manasse
Schiappino, ve'!

Leonardo
Decrepito!

Manasse
Non ce la fai!

Leonardo
Ah, ah, ah!
Miseri trucchi da saltimbanco.
Non reggi più, grottesco imbroglione!
Bada a te, vecchio!

Manasse
Ben affettato ravanello,
suvvia, trasformati in bei ducati!
Oh, oh, oh!
Eh, eh, eh!
(Il gioco di prestigio si fa sempre più vivo. Nell'aria è una pioggia di scintille. Manasse è sempre più furioso. Leonardo ride soddisfatto),

Leonardo
Bada a te! Bada!

Manasse
Uh, uh, uh!
Prima o poi ti colgo in fallol
Uh, uh, uh!

Leonardo
Vecchio, vecchio, sei perdutol
Ah, ah, ah!

Thusman (raccapricciato con gli occhi fuori dell'orbita, prende cappello e bastone e riesce a fare a malapena un inchino)
(inghiottendo)
Qui conviene lasciare i pregiati
e stimati signori col dovuto rispetto.
(esce di corsa)

Leonardo e Manasse
Ah, ah, ah!

FINE DELL'ATTO PRIMO