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JACQUES OFFENBACH
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BIOGRAPHIE [FR]
THE JACQUES OFFENBACH
SOCIETY
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Jacques Offenbach
(1819-80), compositore tedesco naturalizzato francese. Nato a
Colonia, dal 1833 studiò a Parigi, dove fu allievo di
François Halévy e dove cominciò la sua carriera
suonando come violoncellista in orchestre teatrali. La sua prima
operetta fu rappresentata nel 1839; dal 1855 al 1860 diresse
l'orchestra del Théâtre Français e dal 1865 al
1861 gestì il Théâtre des Bouffes, mentre le sue
operette conoscevano successi sempre più grandi. Dopo un nuovo
periodo di attività come impresario (dal 1873 al 1875, con il
Théâtre de la Gaîté), si dedicò
esclusivamente alla composizione. Il nome di Offenbach coincide
praticamente con la nascita e i primi trionfi dell'operetta. Nella
sua vasta produzione si rispecchia ed è oggetto di satira la
Francia dell'Impero: il suo eccezionale successo derivò dal
fatto che il pubblico di quegli anni vi riconosceva fin troppo bene
il proprio atteggiamento fatuo e spregiudicato, la propria spiritosa
aridità.
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Offenbach era
doppiamente straniero, ebreo e di origine tedesca e la sua
assimilazione dei caratteri dello stile francese non bastava, secondo
l'osservazione di Saint-Saëns, a liberarlo «dall'impronta
germanica» ma fu proprio l'accurata simulazione di
qualità non native a conferire al suo stile una grande forza
corrosiva, nella sua estrema quasi cinica oggettività. La
lucidità di uno sguardo gettato come per caso sul mondo
circostante assume così un particolare sapore: quella
dimensione classica alla quale Offenbach («il piccolo Mozart
degli Champs EIysées») si richiama costantemente. Lo
spirito e l'intelligenza dei libretti erano condizione indispensabile
alla riuscita di un'opretta: e Offenbach trovò in L. Halévy e H. Meilhac degli eccellenti
collaboratori. I suoi lavori più perfetti sono forse
«Orphée aux Enfres» (1858) e «La belle
Hélène» (1864), che al di là della acuta
demitizzazione del mondo classico mirano a colpire l'ambiente
contemporaneo.
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Questo compare in forma
più diretta nella «Grande-duchesse de
Gérolstein» (1867), dove è quasi inevitabile
leggere un'impressionante profezia del crollo dell'Impero a Sedan
(1870); fra le molte altre operette (circa 95) vanno ricordate almeno
«La chanson de Fortunio» (1861),
«Barbe-Bleue» (1866), «La vie parisienne»
(1866), «La Périchole» (1868), «Madame
Favart» (1878), «La Fille du tambourmajor» (1879).
L'ultimo lavoro di Offenbach è un'opéra comique,
completata nella strumentazione da E. Guiraud: «Les contes
d'Hoffmann»: rappresentata postuma nel 1881, sorta di omaggio a
uno degli scrittori prediletti dal musicista: un'impresa non del
tutto riuscita, anche se non vi mancano tracce evidenti della sua
tipica freschezza inventiva.
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