RIASSUNTO

 

 

ATTO I

 

L'azione si svolge a Vienna verso il 1860, nell'ambiente della nobiltà e dell'ufficialità della monarchia austro-ungarica. Il rococò viennese di Maria Teresa è divenuto ora il «tardo Biedermeier» di Francesco Giuseppe. Invece dei signori delle grandi casate troviamo uomini di mondo, giocatori e gente di vita semplice. Le linee dell'esistenza sociale si sono spostate e l'ambiente non è più tanto chiuso: non si va più nei palazzi, ma negli alberghi. Mutata l'epoca, mutano anche gli uomini coi quali ci incontriamo. Gli atti I e III si svolgono in un appartamento e nel salone d'ingresso di un grande albergo di Vienna, il II in una pubblica sala da ballo. [ERHARDT, p. 243]
Nel salotto di un grande albergo viennese, per l'appunto, la contessa Adelaide interroga una cartomante sul destino della figlia Arabella, nel cui matrimonio confida per risollevare le disastrosa situazione economica della famiglia.
Suo marito, il conte Waldner, ex capitano di cavalleria, è infatti un giocatore d'azzardo incallito e sfortunato: egli ha infatti dilapidato tutta la sua fortuna, compresi i gioielli della sua eccentrica moglie e ha quindi il suo bel daffare nel respingere i suoi creditori. Quando i debiti infine lo hanno travolto, si è trasferito, con tutta la famiglia in un elegante albergo, dove tenta di conservare un'apparenza cli nobiltà e di ricchezza;, mentre cerca disperatamente di riacquistare il suo patrimonio al tavolo da gioco.
Ha due belle figlie nubili, Arabella e Zdenka, ma, poiché non può permettersi il lusso di mantenerne due in un modo che si addica al loro rango sociale, Zdenka, la figlia minore, veste da uomo ed è fatta passare per il loro figlio Zdenko.
Intanto la cartomante dice ad Adelaide che Arabella incontrerà un uomo ricco, ma che la figlia minore comprometterà il matrimonio. La madre si augura che la figlia maggiore sposi o Elemer o Dominic oppure Lamoral: sono tutti nobili (conti) e tutti si danno un gran da fare per conquistare il cuore della bella contessina, benché con scarso successo.
Anche lo squattrinato ufficiale dei cacciatori Matteo è innamorato di Arabella, ma, poiché i suoi sentimenti non vengono ricambiati, comincia a considerare la soluzione estrema del suicidio. Zdenka, che è innamorata di Matteo, senza rendersene conto, esorta continuamente sua sorella a prestare ascolto alle dichiarazioni d'amore del tenente, e, nel frattempo, mantiene vive le sue speranze comportandosi in modo bizzarro: gli manda delle lettere d'amore che scrive sotto il nome d'Arabella: «Avrei parole per cento lettere come questa... »
Quest'ultima attende… l'uomo giusto», sicura che un giorno il destino, d'un tratto, lo condurrà a lei. Reduce da una passeggiata nel corso della quale ha di nuovo respinto le profferte amorose dei tre conti, confida alla sorella di non volerne sapere di Matteo, ma di essere rimasta folgorata alla vista di un giovane sconosciuto che si aggirava nei pressi dell'albergo.
Giungono intanto Elemer, che se non altro ha ottenuto da Arabella il privilegio di accompagnarla al ballo della sera, e con lui il conte Waldner, che comunica alla consorte di aver di nuovo perso al gioco e di aver perciò scritto al vecchio e ricco compagno d'armi Mandryka descrivendo la sua precaria situazione e accompagnando la lettera con una fotografia di Arabella.
Annunciato dal cameriere irrompe infatti Mandryka: ma non è il vecchio compagno d'armi di Waldner bensì il nipote, unico erede del cospicuo patrimonio. Poichè il destinatario della lettera era morto, essa è stata aperta dal nipote ed unico erede. Veder la fotografia, innamorarsi di quel viso ed affrettarsi alla volta di Vienna per conquistare la sposa, per il giovanotto è tutt'uno.
Accertatosi delle rendite del patrimonio e ottenuta una somma come anticipo per saldare i debiti, Waldner promette che gli presenterà la figlia al ballo della sera. La nobilità viennese celebrerà infatti il Martedì Grasso quella sera con un ballo dei Cocchieri. Zdenka intanto rassicura Matteo, promettendogli che durante il ballo riceverà per suo tramite una lettera di Arabella, grazie alla quale avrà definitiva conferma dei suoi sentimenti favorevoli.
 

II ATTO

 

Una sala da ballo pubblica. Arabella ha riconosciuto in Mandryka il bel giovane avvistato la mattina. A sua volta il giovane, che vede Arabella in persona per la prima volta, è sopraffatto dalla sua bellezza e incantato dal suo aspetto raffinato. Egli le racconta di sua moglie, morta quand'era ancora molto giovane, e della vita nei borghi dei suoi possedimenti. C'è una tradizione particolarmente interessante - quando una giovane desidera far sapere che è promessa in matrimonio, riempie un bicchiere d'acqua da un pozzo e l'offre al suo futuro sposo. Arabella è rapita dal fascino puro e spontaneo di Mandryka, e riconosce in lui l'uomo che ha sempre atteso; i due si giurano eterno amore e decidono di sposarsi.
Durante il ballo, tuttavia, Arabella ottiene dall'amante il permesso di rimanere libera per celebrare la fine della sua vita di nubile e per congedare con garbo i numerosi pretendenti. Balla un'ultima volta con i tre conti e dice addio a ognuno di loro; ma ignora Matteo, il quale diventa sempre più infelice.
Zdenka ricorre a un espediente disperato per distoglierlo dai suoi pensieri di morte. Sempre travestita in abiti maschili, consegna a Matteo la lettera d'amore firmata da Arabella, ma che ella stessa ha scritto imitando la grafia della sorella; inoltre riferisce che l'affascinante la sua amata lo aspetterà nella sua camera d'albergo e gli consegna la chiave che gli permetterà di introdurvisi indisturbato.
Mandryka, non visto, ha casualmente ascoltato la loro conversazione: roso dalla gelosia, è convinto che lo stiano ingannando. I suoi sospetti vengono confermati quando riceve un biglietto da Arabella in cui dice che è tornata in albergo prima del tempo. A questo punto egli non riesce più a trattenere la sua rabbia e incomincia a esprimere dei giudizi infamanti su Arabella. Si mette allora sulle tracce dell'amata e a lui si uniscono Waldner e Adelaide, altrettanto preoccupati di non vedere la figlia, che ha infatti abbandonato la festa.
 

ATTO III

 

Sala d'ingresso dell'albergo, con scalinata ai piani superiori. La chiave fatale ha permesso a Matteo d'introdursi nella camera di Zdenka; era così buio che non si è accorto che la gentildonna che lo aveva aspettato non era Arabella, bensi sua sorella. Matteo ha appena abbandonato la camera nella quale è convinto di aver avuto un convegno amoroso con Arabella. Ma resta esterrefatto quando si imbatte in quest'ultima appena giunta dal ballo, la quale lo tratta con la solita freddezza.
La veemenza della discussione che segue viene placata dall'arrivo dei coniugi Waldner e di Mandryka. Arabella è sbalordita dal cambiamento nella condotta del suo promesso verso di lei e protesta la sua innocenza, ma inutilmente. Proprio mentre si fanno preparativi per un duello fra Mandryka e il tenente, Zdenka accorre dalla sua stanza, vestita da giovinetta, e spiega ogni cosa, rivelando di essere stata lei, da sempre innamorata di Matteo, ad attrarre l'ufficiale nella sua camera con il sotterfugio della falsa lettera. Mandryka si vergogna profondamente di essere stato così diffidente, chiede a Waldner di concedere a Matteo la mano di Zdenka e, dopo che tutti si sono ritirati per la notte, resta solo, convinto di aver perso l'amore di Arabella.
D'un tratto, Arabella appare dalla sua stanza e, secondo l'usanza, offre al suo amato un bicchier d'acqua. Nello sbigottimento generale Arabella perdona la sorella e può riabbracciare Mandryka, finalmente convinto della sua fedeltà. Matteo e Zdenka si incontreranno nuovamente l'indomani.