MARIA SIMONE MONGIARDINO
I CAPRICCI DI CALLOT
Opera in un prologo e tre atti di Gian Francesco Malípiero (1882-1973), su libretto proprio. Primo rappresentazione: Roma, Teatro dell'Opera, 24 ottobre 1942.
I PERSONAGGI. Giacinta (soprano); Giglio (tenore).
LA TRAMA. Quattro coppie di maschere danzanti annunciano il Carnevale. La sartina Giacinta si prepara a parteciparvi e si cuce un meraviglioso vestito con il quale ha intenzione di stupire il giovane fidanzato Giglio, un attore squattrinato. A Roma, sul corso, il Carnevale è in pieno svolgimento; in mezzo alle maschere si divertono anche il piccolo vecchio e il ciarlatano che prima fanno uno scherzo ai due innamorati e alla fine ne celebrano le nozze a una tavola sontuosamente imbandita.
L'opera è considerata dalla critica un felice incontro della sensibilità malipieriana per l'irreale e il tantastico con l'hoffmanniana Principessa Brambilla e con le 24 incisioni dei Balli di Sfessania di J. Callot. «La musica è una melodia irresìstibile e ininterrotta che passa dalle voci agli strumenti, ritorna alle voci, rimbalza all'orchestra non senza affinità con i 'pannelli' del primo periodo, ma con un serrato contrappunto di musica e azione, che si condizionano pur serbando la propria autonomia» (Domenico De Paoli). La musica serve spesso a sottolineare l'azione e soprattutto a dar carattere ai personaggi.