ALBAN BERG

LULU


PROLOGO

Un domatore
(In marsina color rosso-cinabro, cravatta bianca, pantaloni e stivaloni alla scudiera, con uno scudiscio nella sinistra e una pistola nella destra, esce dal sipario, che simula l'ingresso di una tenda da circo.)
Entrate, entrate nel mio serraglio,
bei cavalieri e voi, gioconde dame!
Contemplando questi mostri senz'anima
che qui il genio umano riesce a domare,
vi assale ardente voluttà e freddo orrore.
Che vedete nei drammi? E nelle allegre
commedie? Animali domestici,
vegetariani, perciò costumati,
che scialano e si sfogano a gridare
come fanno gli altri - giù in platea.
Ma l'autentica fiera, bella, selvaggia,
signore mie, la vedete solo da me.
Qui c'è la tigre, pronta a ingoiare
ciò che nel balzo le capita a tiro;
l'orso eterno ghiottone, che la sera
divora un ultimo pasto e cade stecchito!
E c'è quel diavoletto della scimmia
che nella noia esibisce la sua arte:
ha talento, ma le manca la nobiltà,
perciò sculetta da sfrontata.
In fede, sotto questo tendone,
c'è anche un cammello!
Ogni sorta di rettili pure troverete:
camaleonti, serpi, coccodrilli
e draghi e salamandre, abitatori
degli abissi e altro ancora...
(Solleva la tenda e grida verso la scena)
Ehi, Augusto, portami qua il serpente.
(Un panciuto inserviente porta l'interprete di Lulu, in costume da Pierrot - quello della scena seguente - e la depone davanti al domatore)
Creata per diffondere sventura,
per sedurre, adescare, avvelenare...
per assassinare senza farsi accorgere.
(A Lulu, accarezzandole il mento)
Non fare tante smorfie, bestiolina mia!
Non hai il diritto
di storcere, con sbuffi e miagolii,
l'immagine originaria della donna.
(Al pubblico)
Per ora non vi dà intense emozioni,
ma poi vedrete cosa non sa fare:
muoviti, Augusto, riportala al suo posto...
(L'inserviente prende Lulu sulle braccia; il domatore le dà colpetti sui fianchi)
L'innocentina... il mio più gran tesoro!
(L'inserviente porta Lulu sul palcoscenico)
Ora mi resta da annunciarvi il meglio:
il mio cranio fra le zanne di una belva.
Non sapete il nome della belva?...
Su, miei signori, su, avanti!
(Il domatore ritorna dietro il sipario, che poi si alza)

ATTO PRIMO

SCENA PRIMA

Vasto studio di pittore, poveramente arredato. In fondo la porta d'ingresso. Nel centro una pedana. Tra la pedana e la porta, un paravento. Sul davanti, da un lato, un cavalletto su cui è poggiato un quadro non completato. Dall'altro lato un'ottomana avvolta da una pelle di tigre. Sullo sfondo una scala e una scultura.

Lulu
(in costume da Pierrot, con in mano un lungo bastone da pastore, è in piedi sulla pedana)

Il pittore
(davanti al cavalletto, dipinge)

Schoen
(indossa un cappotto, ha il cappello in mano, siede in fondo all'ottomana)

Alwa
(ancora dietro il paravento)
Si può?

Schoen
Mio figlio!

Lulu
Oh, è il signor Alwa!

Schoen
Entra pure tranquillamente.

Alwa
(avanza, saluta frettolosamente suo padre e il pittore e si pone vicino a quest'ultimo)
Vedo bene o...? È lei, la signora del primario!
(Confronta il ritratto con Lulu; con slancio)
Potessi almeno scritturarla come mia protagonista!

Lulu
Io non ballerei abbastanza bene per il suo lavoro...

Schoen
(ad Alwa, nell'evidente intenzione di troncare il dialogo)
Perché sei qui?

Alwa
Sono venuto a prenderti per la prova generale.

Schoen
(si alza)

Lulu
(ad Alwa)
Signor Alwa, ci riservi un palco per sabato!

Alwa
Come può dubitarne, signora?... Ma dov'è suo marito? È la prima volta oggi che la vedo senza di lui.

Schoen
Di solito non la lascia mai sola.

Lulu
Dovrebbe essere qui da un pezzo...

Schoen
Allora lo saluti da parte mia!

Lulu
(esitando)
E... la prego... anche se non la conosco... invio ossequi alla sua fidanzata!

Schoen
(facendo chiaramente finta di non sentire, al pittore)
Qui dovrebbe modellare un po' meglio. I capelli neri vanno. Non si concentra abbastanza...

Alwa
(a Lulu)
Mi spiace, signora, ma il dovere mi chiama.
(A Schoen)
Andiamo!

Schoen
Prendiamo la mia carrozza che è di sotto.
(Breve scambio di saluti. Alwa e Schoen se ne vanno.)

Il pittore
(rimasto solo con Lulu, ha smesso di dipingere; all'improvviso si alza e si dirige dietro la pedana, tenendo in mano il pennello e la tavolozza)
Signora... gentile signora...

Lulu
(sorpresa)
Chi l'avrebbe pensato!

Il pittore
Sono proprio ridicolo, eh?

Lulu
Mio marito sarà qui a momenti.

Il pittore
Via, non mi resta altro da fare che dipingere.

Lulu
(tendendo l'orecchio)
Mi pare che sia lui...

Il pittore
Come...?

Lulu
Non sente?

Il pittore
C'è qualcuno che viene!

Lulu
Lo sapevo!

Il pittore
È portinaio che sta spazzando le scale.

Lulu
Grazie a Dio!

Il pittore
(torna al cavalletto. È di nuovo davanti al quadro, nell'atto di continuare a dipingere; d'un tratto getta via pennello e tavolozza)
Non ce la faccio...

Lulu
(pestando leggermente un piede)
Avanti, dipinga!
(Inspira profondamente)

Il pittore
(dal cavalletto)
La smetta, per favore!

Lulu
Com'è cattivo!

Il pittore
(guardando la porta)
Ah, ma perché non viene?

Lulu
Sì, anch'io preferirei che venisse finalmente.

Il pittore
(in procinto di riprendere i suoi arnesi per dipingere, ma improvvisamente si volta, affascinato, verso Lulu e le si avvicina)
Se potesse... il pantaloncino a sinistra.., un po' più su...

Lulu
Così?

Il pittore
(vicino a lei)
Permette?

Lulu
Che cosa vuole?

Il pittore
Farle vedere...

Lulu
Non sta bene!

Il pittore
Lei è nervosa...

Lulu
Mi lasci in pace!
(gli getta in faccia il bastone e corre verso l'ingresso)
Mi prenda, se ne è capace! Non sarà facile...

Il pittore
(seguendola)
Lei non sa stare allo scherzo.

Lulu
Io capisco tutto.

Il pittore
Resti, la prego!

Lulu
Mi lasci!
(fugge dietro l'ottomana)

Il pittore
Ma signora...

Lulu
Da me con la forza non si ottiene niente.

Il pittore
Anch'io preferirei non usare la forza.

Lulu
(dietro l'ottomana)
Torni al suo lavoro.

Il pittore
(dall'altro lato dell'ottomana)
Non appena l'avrò punita.

Lulu
Prima, però, deve prendermi.

Il pittore
Non creda di sfuggirmi.

Lulu
Giù le mani!

Il pittore
(si butta di traverso sull'ottomana)
T'ho presa!

Lulu
(gli butta la pelle di tigre sopra la testa)
Buona notte!

Il pittore
(liberandosi dalla coperta)
Maledetta pelle!
(supera d'un balzo la pedana e si arrampica sulla scala, come in estasi)
Da quassù, domino tutte le città della terra!

Il pittore
(scuotendo la scala e guardando su verso di lei)
Io vedo assai più di tutte le bellezze del globo!

Lulu
Stendo le mani al cielo e mi appunto le stelle nei capelli!

Il pittore
(afferra una gamba di Lulu)
Io mi spingo fino all'Orco e sforzo le porte dell'inferno!

Lulu
Dio protegga la Polonia!
(fa cadere la scala)

Il pittore
Che il diavolo mi porti!

Lulu
(la scala, cadendo, ha colpito una scultura, che va a terra in frantumi)
Non riuscirà ad acchiapparmi!

Il pittore
(che rende conto del danno, con un urlo)
Santissimo Iddio!

Lulu
(balza sulla pedana)
Si tenga a distanza!

Il pittore
Sono rovinato!

Lulu
(con un balzo cerca di raggiungere l'ottomana)
C'è un fosso, non ci cada dentro!

Il pittore
(inseguendola ancora)
Ora non ho più pietà...

Lulu
(prima di arrivare all'ottomana cade a testa avanti sul pavimento. Gemendo)
Adesso mi lasci in pace...

Il pittore
(inciampa, poi si rialza)
Ora non ho più niente da perdere...

Lulu
Mi gira la testa...

Il pittore
(Vedendo Lulu accasciarsi, corre alla porta e mette il chiavistello)
Niente da perdere...

Lulu
...oh Dio, oh Dio
(si rialza lentamente sul bordo dell'ottomana e infine vi si abbandona, esausta)
...oh Dio!...

Il pittore
(venendo avanti)
...non ho più pietà!...
(si siede vicino a Lulu e le copre le mani di baci)
Come ti senti?

Lulu
(con gli occhi chiusi)
Adesso arriverà mio marito...

Il pittore
Ti amo!

Lulu
(Come sopra)
Una volta ho amato uno studente che aveva centosettantacinque cicatrici... "

Il pittore
(chiamandola)
Nelly...
(poiché lei non gli dà retta)
Ti amo, Nelly!

Lulu
(come risvegliandosi)
Non mi chiamo Nelly. Mi chiamo Lulu.

Il pittore
Ti chiamerò Eva... Dammi un bacio, Eva.

Lulu
Lei odora di tabacco.

Il pittore
Perché non mi dai del tu?

Lulu
Non mi sentirei a mio agio.

Il pittore
Tu menti.

Lulu
Io, mentire? Non ne ho mai avuto bisogno.

Il pittore
Non conosco più il mondo...

Lulu
Non mi uccida!

Il pittore
Tu non hai ancora amato...

Lulu
E lei che non ha ancora amato...

Il professor Goll
(da fuori)
Apra la porta!

Lulu
(balza in piedi)
Mi nasconda! Dio, mi nasconda!

Il professore
(tempestando la porta di pugni)
Apra!

Il pittore
(fa per andare ad aprire)

Lulu
(trattenendolo)
Mi ammazzerà!

Il professore
(come sopra)
Apra!

Lulu
Mi ucciderà...
(Cade ai piedi del pittore, gli abbraccia le ginocchia)

Il pittore
Si alzi...

Lulu
Mi ucciderà...
(La porta si abbatte con strepito nello studio)

Il professore
(con gli occhi iniettati di sangue, si lancia col bastone alzato contro il pittore e Lulu)
Cani! Maled...
(Gli manca il respiro, boccheggia, poi stramazza, fulminato)

Il pittore
(barcolla)

Lulu
(è fuggita verso la porta)

(Pausa)

Il pittore
(si avvicina al professore)
Signor... prof... signor prof... professore...

Lulu
(dalla porta)
Per favore, rimetta un po' in ordine lo studio.

Il pittore
(si china)
Signor professore...
(lo scuote leggermente; a Lulu)
Mi aiuti ad alzarlo.

Lulu
(si schermisce tremante)
No, no...

Il pittore
(cerca di rivoltare il corpo)
Professore...

Lulu
Non sente.

Il pittore
Su, mi aiuti!

Lulu
È troppo pesante.

Il pittore
(rialzandosi)
Bisogna chiamare un dottore.
(Esce, esitante)

Lulu
(Sola, sempre dalla soglia)
A un tratto si rialzerà...
(lo chiama)
Cocco!... Fa finta di niente
(Viene avanti facendo un largo giro)
Mi guarda i piedi e osserva ogni mio passo. Mi tien d'occhio ovunque vada.
(Lo tocca con la punta del piede)
Cocco!
(indietreggia)
La faccenda è seria... Fine dello spettacolo. Mi pianta in asso. Che cosa fare?

Il pittore
(entrando in fretta)
Non è ancora tornato in sé?

Lulu
(al proscenio)
Cosa devo fare...

Il pittore
Il dottore sarà qui subito.

Lulu
Non gli servono farmaci.

Il pittore
(chino sul professore)
Signor professore...

Lulu
Direi quasi che la faccenda è seria.

Il pittore
Parli con più rispetto!

Lulu
Adesso sono ricca...

Il pittore
È atroce.
(Tra sé)
Lei, che colpa ne ha?

Lulu
Che cosa faccio, adesso?

Il pittore
(come sopra)
Ridotta come una bestia.
(Si dirige verso Lulu e le afferra la mano)
Guardami negli occhi!

Lulu
(spaurita)
Che cosa vuole...

Il pittore
(la conduce all'ottomana, la costringe a sedere vicino a lui)
Una domanda: sei capace di dire la verità?

Lulu
Non lo so.

Il pittore
Credi in un Creatore?

Lulu
Non lo so.

Il pittore
Sei capace di giurare su qualche cosa?

Lulu
Non lo so.

Il pittore
A che cosa credi?

Lulu
Non lo so. Mi lasci! È pazzo!

Il pittore
Insomma, non hai un'anima?

Lulu
Non lo so.

Il pittore
Hai già amato una volta?

Lulu
Non lo so.

Il pittore
(si rialza, tra sé)
Non lo sa!

Lulu
(sempre immobile)
Non lo so.

Il pittore
(lancia un'occhiata al professore)
Lui lo sa...

Lulu
(come risvegliandosi)
Cosa vuol sapere di preciso?

Il pittore
(indignato)
Va' a vestirti!

Lulu
(quasi sbalordita, va nella camera accanto)

Il pittore
(solo)
O morto, come vorrei essere al posto tuo! Te la restituisco. E ci aggiungo la mia giovinezza. Non sono fatto per essere felice; mi fa una paura infernale. Svegliati! Non l'ho toccata. Svegliati! Svegliati!
(Si inginocchia, gli chiude gli occhi)
Io qui imploro il cielo che mi conceda la forza e la libertà interiore di essere un poco, solo un poco felice. Lo imploro per lei, soltanto per lei.

Lulu
(rientra dalla camera accanto, completamente vestita, col cappello; ha la mano destra sotto l'ascella sinistra; al pittore, col braccio sinistro sollevato)
Vuole allacciarmi i ganci, per favore? Ho la mano che trema...

Il pittore
(esegue, mentre il sipario cala lentamente).

INTERLUDIO

SCENA SECONDA

Salotto molto elegante. Sul fondo, porta d'ingresso. A destra e a sinistra, due portiere: davanti a quella di sinistra, alcuni gradini conducono all'atélier. A una parete, sopra il camino, campeggia il ritratto di Lulu in costume da Pierrot dentro una splendida cornice di broccato. Sul davanti a sinistra una chaise-longue. A destra uno scrittoio. Al centro alcune seggiole intorno a un tavolino.

Lulu
(in abito da mattina sulla chaise-longue, si guarda in uno specchio, corruga la fronte, vi passa la mano sopra, si tasta le guance e con un'occhiata di malumore, depone lo specchio)

Il pittore
(entra da destra con alcune lettere in mano)
Eva?

Lulu
(sorridendo)
Agli ordini!

Il pittore
È arrivata la posta.

Lulu
(di nuovo seria, come delusa)
E allora?

Il pittore
(sfoglia la corrispondenza e le porge una lettera)
Questa è per te.

Lulu
(si porta il biglietto al naso)
La Corticelli.
(Se lo nasconde in seno)

Il pittore
(scorrendo con gli occhi una lettera)
Venduto il tuo ritratto da «Danzatrice»... per 50.000 marchi!

Lulu
Chi te lo scrive?

Il pittore
II mercante d'arte di Parigi. È il terzo quadro dopo il nostro matrimonio. Non so come salvarmi da questa mia fortuna.

Lulu
(indicando le lettere)
E non è finita...

Il pittore
(apre una partecipazione di fidanzamento)
Guarda!
(la porge a Lulu)

Lulu
(legge)
Il Consigliere di Stato Heinrich Ritter von Zarnikow ha l'onore di parteciparle con ogni ossequio il fidanzamento di sua figlia Charlotte Marie Adelaide con il Dottor Ludwig Schoen.

Il pittore
(mentre apre altre lettere)
Finalmente! E un'eternità che mira a fidanzarsi ufficialmente! Non lo capisco proprio: un uomo senza scrupolo alcuno e influente! Che intralci incontra al suo matrimonio?
(Lulu non gli risponde; lui ripiega le lettere)
Comunque, oggi stesso dobbiamo mandare le nostre felicitazioni.

Lulu
Ma se l'abbiamo fatto da un pezzo!.

Il pittore
Per riguardo verso la sposa.

Lulu
Gli puoi riscrivere.

Il pittore
E adesso al lavoro.
(Bacia Lulu, va verso la portiera di sinistra che conduce all'atélier, ma si volta di nuovo)
Eva!

Lulu
(sorridendo)
Agli ordini!

Il pittore
(tornando indietro)
Oggi ti trovo affascinante. I tuoi capelli hanno la fragranza della freschezza mattutina.

Lulu
Esco or ora dal bagno.

Il pittore
Ogni giorno è come se ti vedessi per la prima volta.
(Cade a ginocchi davanti alla chaise-longue e le accarezza la mano)

Lulu
Sei tremendo!

Il pittore
Colpa tua!

Lulu
Tu mi dilapidi!

Il pittore
Tu sei mia, non ho nient'altro da quando ho te. Mi sono completamente smarrito.
(Si china ancor più sopra Lulu)

Lulu
Non essere così eccitato!
(Squillo di campanello elettrico alla porta d'ingresso)

Il pittore
(rialzandosi)
Maledetto campanello!

Lulu
(con un debole tentativo di trattenerlo)
Sta' fermo! Non c'è nessuno in casa. Non apriamo, semplicemente!

Il pittore
Forse è il mercato d'arte...

Lulu
E fosse pure l'imperatore della Cina!

Il pittore
Un momento
(via)

Lulu
(sola, come in uno stato di estasi... in preda a una visione)
Tu... tu...
(Chiude gli occhi, poi si riprende, sollevata, e si alza lentamente)

Il pittore
(tornando)
È un mendicante. Sono senza spiccioli... E poi è ora che mi metta al lavoro.
(Via a sinistra nello studio)

Lulu
(di nuovo sola, si riassetta, si ravvia i capelli e va verso la porta d'ingresso, facendo un cenno verso l'anticamera)

Schigolch
(vecchio macilento, asmatico, introdotto da Lulu)
Me lo immaginavo tutto diverso, un po' più prestigioso!

Lulu
Come fai a chiedere l'elemosina a lui?
(Gli accosta una seggiola)

Schigolch
Proprio per questo sono venuto.

Lulu
Quanto ti serve?
(Va allo scrittoio e fruga nei cassetti)

Schigolch
Duecento, se li hai in contanti. Magari anche trecento.

Lulu
(tra sé)
Come mi sento stanca...

Schigolch
(guardandosi attorno)
Volevo anche da un pezzo vedere come ti trovi in casa tua.

Lulu
(gli dà due banconote)
Che te ne sembra?

Schigolch
(come sopra)
Era questo che m'immaginavo per te! Mi vengono i brividi! Come da me cinquant'anni fa, ma più moderna. Ne hai fatta di strada! Che tappeti...

Lulu
(viene avanti con una bottiglia di liquore e dei bicchieri, battendo i piedi)
Mi piace camminarci su... a... piedi... nudi...

Schigolch
(scorge il ritratto di Lulu)
Ma questa sei tu, tu, proprio tu!
(respira con affanno)

Lulu
(con un gesto di assenso, riempie due bicchierini e si siede di fronte a Schigolch)
Racconta! Ebbene?

Schigolch
(dopo aver ripreso fiato e bevuto un sorso)
Le strade si fanno sempre più lunghe... e le gambe sempre più corte.

Lulu
E la fisarmonica?

Schigolch
Ha il fiato storto, come me con la mia asma.
(Vuota il bicchiere)
Ma ora, racconta tu. Da tanto tempo non ci vediamo. Come stai? Ti occupi sempre di francese?

Lulu
(con voce spenta)
Sto sdraiata - e dormo...

Schigolch
Magnifico! E poi?

Lulu
E mi stiro... fino a far crocchiare le ossa.

Schigolch
E quando ha fatto crac?

Lulu
Cosa t'interessa?

Schigolch
Cosa m'interessa? Cosa m'interessa?... Preferirei vivere fino al giorno del giudizio e rinunciare a tutte le gioie celesti, anziché lasciare quaggiù la mia Lulu fra gli stenti...
(accarezzandole il ginocchio)
mia piccola Lulu.

Lulu
Perché poi mi chiami Lulu!

Schigolch
Lulu, perché no? Ti ho mai chiamata in altro modo?

Lulu
Da tempo immemorabile non mi chiamo più Lulu.
E da quanto tempo non danzo più?...
Adesso non sono più che...

Schigolch
Che cosa sei?

Lulu
(Con un brivido di orrore)
...una bestia...
(Squillo di campanello all'esterno)

Lulu
(Si alza di scatto)

Schigolch
(Comprende che deve andarsene e si alza con fatica)

Lulu
(fa per accompagnarlo)

Schigolch
Trovo da me l'uscita.

(via)


Lulu
(lo accompagna)

(Scena vuota)

Schoen
(entra, seguito da Lulu)
Cos'è venuto a fare suo padre?

Lulu
Cosa le prende?!

Schoen
(venendo avanti)
Se fossi suo marito, quell'uomo non metterebbe piede in casa.

Lulu
Può darmi tranquillamente del tu; lui non c'è.

Schoen
Grazie per l'onore.

Lulu
Non capisco

Schoen
Lo so, lo so!
(Le offre una sedia)
Proprio di questo desidero di parlare con lei.

Lulu
(sedendosi, un po' incerta)
Perché non me ne ha parlato ieri?

Schoen
Per favore, lasciamo da parte ieri; gliel'avevo già detto due anni fa.

Lulu
(nervosa)
Ah, così!

Schoen
Ti prego di sospendere le visite a casa mia.

Lulu
(tornata più sicura)
Ah, così!

Schoen
Se Walter non fosse quel bambinone che è...

Lulu
Non è un bambinone!

Schoen
...già da tempo avrebbe scoperto le tue scappatelle!

Lulu
Lui non vede nulla; non vede né me né se stesso. È cieco, cieco, cieco...

Schoen
Ma se gli si aprono gli occhi...! Povero lui!

Lulu
Non mi conosce proprio. Cosa sono per lui?! Mi chiama il tuo tesoruccio, il suo uccellino. Per lui non sono che una moglie, nient'altro che una moglie.

Schoen
Veniamo al punto!

Lulu
Prego, come desidera!

Schoen
Ti ho trovato marito. Due volte ti ho trovato marito. Vivi nel lusso. Ho creato una posizione a tuo marito. Se questo non ti basta e lui non si accorge di nulla, fa' come ti pare! Ma non coinvolgere me in questo gioco.

Lulu
Di che cosa ha paura, ora che ha raggiunto la sua mèta?

Schoen
La mia mèta! Mi sono fidanzato. Finalmente! E voglio condurre la mia sposa sotto un tetto pulito.

Lulu
Bisogna dire che è diventata incantevole...

Schoen
Non ha più quello sguardo penetranta d'una volta.

Lulu
Tuttavia potremmo incontrarci dove le sembrerà opportuno.

Schoen
Non ci incontreremo in nessun posto...

Lulu
È lei il primo a non credere a quello che dice.

Schoen
...se non alla presenza di tuo marito.

Lulu
«Di mio marito»...
(cambiando del tutto tono)
Se c'è un uomo al mondo a cui appartengo, questo è lei. Se lei non ci fosse, sarei non dico neppure dove. Lei mi ha presa per mano, mi ha dato da mangiare, mi ha fatto vestire, quando io volevo rubarle l'orologio. - Crede che siano cose che si dimenticano? Chi, se non lei, in tutto il mondo ha fatto qualcosa per me?

Schoen
Non coinvolgermi, ti ho detto! Se ti senti obbligata, non intralciarmi il cammino! Che mi giova il fatto che tu sia sposata, se ti si vede entrare e uscire da casa mia ad ogni ora del giorno? Avevo sperato che un uomo giovane e sano, il migliore che una donna giovane possa desiderare, tu finalmente saresti stata contenta.

Lulu
Ah, così!

Schoen
Devo finalmente aver pace: lo esigono i miei affari così complessi. Mi sposerò...

Lulu
Che cosa posso avere io contro il suo matrimonio?

Schoen
Allora lasciami libero una buona volta!

Lulu
Ma lei s'inganna se crede che il fatto di sposarsi l'autorizzi a esternarmi il suo disprezzo.

Schoen
Il mio disprezzo? Se c'è qualcosa di spregevole, sono i tuoi intrighi.

Lulu
E io sarei gelosa di quella bambina? Non mi passa nemmeno per la testa.

Schoen
Come, bambina? È una bambina che non ha neanche un anno meno di te.

Il pittore
(solleva la portiera di sinistra, con un pennello in mano)
Ma che succede?

Lulu
(a Schoen)
Avanti, parli!

Il pittore
Ma che cosa avete?

Lulu
Niente che ti riguardi...

Schoen
(la interrompe)
Silenzio!

Lulu
Si è stufi di me...

Il pittore
(conduce Lulu verso l'ingresso dell'atélier)

Schoen
(sfoglia uno dei libri posti sulla tavola; tra sé)
Bisognava parlare, finalmente... Ormai devo avere le mani libere...

Lulu
(esce in fretta)

Il pittore
(tornando avanti)
È questo il modo di scherzare?

Schoen
(indicandogli una sedia)
Prego.

Il pittore
Che c'è?

Schoen
Prego!

Il pittore
(sedendosi)
Be'?

Schoen
(pure sedendosi)
Tu hai sposato mezzo milione...

Il pittore
E che colpa ne ho?

Schoen
Ti sei fatto un nome, puoi lavorare indisturbato, non hai bisogno di rinunciare a nulla...

Il pittore
Che cosa avete voi due contro di me?

Schoen
Hai una moglie che si merita un marito da poter stimare.

Il pittore
E lei non mi stima?

Schoen
No!

Il pittore
Perché no? Parla! Parla, una buona volta!

Schoen
Sorvegliala un po' di più.

Il pittore
Io, lei?

Schoen
Non bamboleggiamo, non stiamo giocando, viviamo...

Il pittore
Ma che cosa fa?

Schoen
(insistendo)
Hai sposato mezzo milione.

Il pittore
(si alza, fuori di sé)
Lei... Lei.., che cosa fa?

Schoen
(lo prende per una spalla e lo costringe a sedere)
Rifletti a tutto quello che le devi...

Il pittore
...Che cosa fa? Mi dica!...

Schoen
...E poi... e poi assumiti la tua responsabilità, tu e nessun altro.

Il pittore
...Con chi? con chi?...

Schoen
Se dobbiamo batterci...

Il pittore
(finalmente capisce)
Oh Dio! oh Dio!

Schoen
Lascia da parte Dio, quello che è stato è stato! Non son qui per fare scandali. Sono qui per salvarti dallo scandalo.

Il pittore
Tu non l'hai capita...

Schoen
(sfuggente)
Può darsi, ma non posso continare a vederti vivere nella tua cecità. Quella ragazza ha il diritto di essere una donna perbene. Da quando la conosco è cambiata sempre in meglio.

Il pittore
Da quando... da quando... tu la conosci... Ma da quanto tempo la conosci tu?

Schoen
Da quando aveva dodici anni.

Il pittore
Non me ne ha mai parlato.

Schoen
Vendeva fiori davanti al Caffè Alhambra, ogni sera tra mezzanotte e le due.

Il pittore
Non me ne ha mai detto nulla.

Schoen
E ha fatto bene.

Il pittore
Mi aveva detto di essere cresciuta in casa di una zia.

Schoen
Era la donna a cui l'avevo affidata; lei era la sua migliore allieva.

Il pittore
E come aveva conosciuto il professor Goll?

Schoen
Grazie a me. Fu dopo che morì mia moglie, quando io stavo allacciando i primi rapporti con la mia fidanzata attuale. Lei si è interposta. Si era messa in testa di diventare mia moglie.

Il pittore
E quando poi morì suo marito?

Schoen
...Tu hai sposato mezzo milione.

Il pittore
(d'ora in poi sempre più affranto)
E pensare che quando l'ho conosciuta mi diceva di non aver mai amato!

Schoen
Date le origini di Mignon, è impossibile che tu possa basarti sui concetti della società borghese.

Il pittore
Ma di chi stai parlando?

Schoen
Di tua moglie!

Il pittore
Di Eva?

Schoen
Io la chiamavo Mignon.

Il pittore
Credevo che si chiamasse Nelly.

Schoen
Era il nome che le dava Goll.

Il pittore
Io la chiamavo Eva...

Schoen
Come si chiamasse di preciso, non lo so.

Il pittore
Forse lei lo sa.

Schoen
Col padre che ha Mignon, è un vero prodigio che sia quello che è!

Il pittore
È morto in manicomio.

Schoen
Era qui un minuto fa.

Il pittore
Chi era qui?

Schoen
Suo padre!

Il pittore
Qui in casa mia?

Schoen
Quando sono arrivato io, se l'è svignata. Guarda, ci sono ancora lì i bicchieri...

Il pittore
Tutte frottole!

Schoen
(in tono incoraggiante)
Falle sentire la tua autorità; lei non chiede di meglio che di poter obbedire incondizionatamente.

Il pittore
(scuotendo la testa)
Dice che è morto in manicomio... diceva di non aver mai amato...

Schoen
Comincia da te stesso! Fa' uno sforzo!

Il pittore
...aveva giurato sulla tomba di sua madre...

Schoen
Non ha conosciuto sua madre; per non parlare della tomba...

Il pittore
Oh Dio! oh Dio! oh Dio!

Schoen
Cos'hai?

Il pittore
Un dolore terribile...

Schoen
Custodiscila, dato che è tua.

Il pittore
(indicando il petto)
...qui, qui.

Schoen
Tu hai sposato...

Il pittore
Riuscissi almeno a piangere!

Schoen
È un momento cruciale...

Il pittore
Oh, se riuscissi a gridare!

Schoen
È perduta per te, se lasci passare il momento.

Il pittore
(si alza, in apparenza calmo)
Hai ragione... hai ragione.

Schoen
(pure alzandosi)
Dove vai?

Il pittore
A parlarle.

Schoen
(gli prende la mano)
Bravo!
(Lo accompagna alla porta)

Il pittore
(via)

Schoen
(tornando indietro solo)
Che faticaccia!
(Dopo una pausa, guardando a sinistra)
Ma prima non l'aveva fatta entrare nell'atélier?
(Da destra si odono gemiti spaventosi)

Schoen
(corre alla porta di destra, ma la trova chiusa a chiave)
Apri! apri!

Lulu
(esce dalla portiera a sinistra)
Cos'è...

Schoen
Apri!

Lulu
(scende gli scalini)
È spaventoso.

Schoen
Non hai un'ascia in cucina?

Lulu
Ma aprirà lui...

Schoen
Non voglio sfondarla.

Lulu
Quando avrà finito di piangere.

Schoen
(tempestando di colpi la porta)
Apri!
(a Lulu)
Portami un'ascia.
(Squillo di campanello nel corridoio. Lulu e Schoen si fissano)

Schoen
(va in punta di piedi verso il fondo, si ferma sulla soglia)
Non posso farmi vedere qui.

Lulu
Sarà il mercante d'arte...
(Altro squillo)

Lulu
(va in punta di piedi verso la porta)

Schoen
(la ferma)
Ma se non rispondiamo... Può capitare di non esser sempre disponibili.
(Esce in punta di piedi)

Lulu
(rimasta sola, torna verso la porta sbarrata e ascolta)

Schoen
(introducendo Alwa)
Calma, ti prego!

Alwa
(eccitato)
È scoppiata la rivoluzione a Parigi.

Schoen
Calmati!

Alwa
(a Lulu)
È pallida come un cadavere...

Schoen
(scuotendo la porta)
Walter, Walter!

Lulu
Dio, abbi pietà...

Schoen
Dov'è l'ascia?

Lulu
Forse ce n'è una qui...
(Esce esitando verso destra)

Alwa
Ci sta prendendo in giro.

Schoen
C'è la rivoluzione a Parigi?

Alwa
In redazione nessuno sa che cosa deve scrivere.

Schoen
(picchiando contro la porta)
Walter!

Alwa
Devo sfondarla?

Schoen
Lo so fare anch'io.

Lulu
(rientra rapida con un'ascia in cucina)

Alwa
(a Lulu)
Dia qui!
(Prende l'ascia e la incastra fra lo stipite e la serratura)

Schoen
Devi essere più energico!

Alwa
Sta già cedendo.
(La porta esce dai cardini. Alwa fa cadere l'ascia e indietreggia vacillando)

Lulu
(indicando la porta, a Schoen)
Passi prima lei.

Alwa
Che orrore...
(Si abbandona sulla chaise-longue)

Schoen
(dapprima indietreggia, poi si asciuga il sudore dalla fronte ed entra).

Lulu
Che cos'è?
(Si avvicina alla porta; tenendosi allo stipite, improvvisamente urla)
Oooh!
(Corre verso Alwa)
Devo andarmene da qui.

Alwa
È atroce...

Lulu
(prendendolo per mano)
Venga!

Alwa
Dove?

Lulu
Non posso restar sola...

Alwa
(L'accompagna alla porta di sinistra, poi, seguendola con lo sguardo, torna verso il proscenio. Lulu esce)

Schoen
(entrando da destra, si guarda intorno nella stanza)
Se n'è andata?

Alwa
In camera sua, si sta cambiando.

Schoen
(indicando a destra)
E là c'è il mio fidanzamento!

Alwa
Hai giocato un gioco maledetto.

Schoen
Su, corri a gridarlo in piazza!

Alwa
Se, quando morì la mamma, tu avessi agito onestamente con quella ragazza!

Schoen
(come sopra)
Là c'è il mio fidanzamento che muore dissanguato...

Lulu
(in cima ai gradini a sinistra, in spolverina)

Alwa
Dove vuole andare?

Lulu
Fuori! Non voglio restare qui.

Schoen
Cosa dirai alla polizia?

Lulu
Proprio nulla, parla tu con loro.

Schoen
(guardando verso destra, estremamente indignato)
Quel pazzo! Ecco il suo ringraziamento!

Alwa
Calmati, ti prego.

Lulu
Siamo tra noi.

Alwa
E come!
(La conduce alla chaise-longue)

Lulu
(sedendosi)
Che abbia intuito qualcosa?

Alwa
(pure sedendosi)
Non ha voluto restare in debito con la propria sorte.

Lulu
Era sempre assillato da pensieri di morte.

Alwa
Aveva tutto quello che un uomo può sognare.

Lulu
L'ha pagato caro.

Alwa
Aveva quello che noi non abbiamo...

Lulu
Era ancora qui dieci minuti fa.

Schoen
(che durante l'ultimo dialogo era andato verso il fondo a telefonare - si afferrava ogni tanto qualche parola, come suicidio... tagliata la gola... col rasoio... mania di persecuzione... si, mania di persecuzione... - torna verso la scena)
Ora posso ritirarmi dal mondo.

Lulu
Scriva un articolo di giornale! Faccia un'edizione straordinaria!

Schoen
Un'edizione straordinaria...
(Ritornando tutt'a un tratto in sé)
A Parigi è scoppiata la rivoluzione?

Alwa
I redattori sono in subbuglio. Nessuno sa...

Schoen
Questo mi può giovare. Se solo arrivasse la polizia!
(Squillo di campanello)

Alwa
Eccoli...

Lulu
Sì, saranno loro.

Schoen
(fa per andare alla porta)

Lulu
(trattenendolo)
Aspetti! Ha del sangue. Un momento, la pulisco.
(Intride di profumo il fazzoletto e lava il sangue dalla mano di Schoen)

Schoen
È sangue di tuo marito.

Lulu
Non lascia tracce.

Schoen
Mostro!

Lulu
Lei mi sposerà lo stesso!
(Nuovo squillo)

Lulu
(rivolta alla porta d'ingresso)
Calma, ragazzi!

Schoen
(si dirige rapidamente verso il fondo, mentre il sipario cala in fretta)

SCENA TERZA

Camerino di teatro. In fondo a sinistra la porta, a destra un paravento. Nel centro, con il lato più corto verso il pubblico, un lungo tavolo su cui sono sparsi dei costumi da ballo. Sia a destra che a sinistra del tavolo, una seggiola. Avanti, a sinistra, un tavolino con una seggiola. Avanti, a destra, un grande specchio; vicino, una sedia a braccioli antiquata, alta e molto larga. Davanti allo specchio uno sgabello, una cassettina per il trucco ecc. Alla parete di fondo un cartellone che, nonostante le scritte ecc., si può riconoscere come una copia del ritratto di Lulu della scena precedente.
(Dietro la scena, musica di danza).


Alwa
(davanti a sinistra, riempie due coppe di champagne)
Da quando lavoro in teatro, non avevo mai visto una tale euforia nel pubblico.

Lulu
(dietro il paravento, invisibile)
Non mi versi troppo spumante... Lui mi vedrà oggi?

Alwa
Mio padre?

Lulu
Sì.

Alwa
Non so se è in teatro.

Lulu
Dunque non vuoi nemmeno vedermi?

Alwa
Ha così poco tempo!

Lulu
È la sua fidanzata che glielo porta via!

Alwa
(dopo una breve pausa)
È venuto il principe?

Lulu
Oggi non ancora.

Alwa
Verrà?

Lulu
Certamente; sarà qui tra poco. - Mi vuole sposare.

Alwa
Davvero?

Lulu
Mi vuole portare in Africa!

Alwa
In Africa...

(La musica dietro la scena s'interrompe)

Lulu
(esce da dietro il paravento in costume da ballerina)

Alwa
(dolorosamente abbagliato da quella vista, si porta la mano al cuore)

Lulu
(che se ne accorge)
Ricorda ancora come entrai la prima volta in camera sua?

Alwa
Portava un vestito blu scuro... Mi appariva come qualcosa di talmente superiore a me! La veneravo più di mia madre ammalata. E quando poi lei morì, mi presentai da mio padre e lo invitai a sposarla subito, se non voleva che ci battessimo a duello.

Lulu
Sì, lui me lo ha raccontato.

(Breve pausa, durante la quale si ode di nuovo la musica ballabile dietro la scena)

Lulu
(porge il bicchiere ad Alwa)
Ancora un po', per favore.

Alwa
(versando)
Lei beve troppo.

Lulu
Io voglio che suo padre creda al mio successo! Mi ha portato sulle scene poiché spera di trovare uno abbastanza ricco da sposarmi.

Alwa
Dio voglia che nessuno ce la porti via!

Lulu
Eppure è stato lei a comporre la musica per questo spettacolo. C'è già qualcuno, in sala, che ci sta pensando seriamente. Non ho bisogno di vederlo per accorgermene.

Alwa
E come se ne accorge?

Lulu
È come se un brivido gelido salisse e poi scendesse per tutto il corpo...

Alwa
Lei è una donna incredibile...
(Un campanello elettrico squilla sopra l'uscio)

Lulu
Il mio scialle!

Alwa
(posandole un ampio scialle sulle spalle)
Ecco il suo scialle.

Lulu
(via)

Alwa
(rimasto solo sulla soglia, la segue con lo sguardo, finché la musica dietro la scena s'interrompe. Chiude la porta)
Su di lei si potrebbe davvero scrivere un'opera interessante.
(In piedi, davanti al cartellone)
Prima scena: il grande scienziato... Andiamo già male!
(Dall'esterno si ode un lungo applauso molto attutito, misto ad acclamazioni)
Sembra di essere al serraglio, quando gettano i pezzi di carne davanti alle gabbie.
(Torna davanti al ritratto)
Seconda scena: il pittore... ancora più assurdo!
Terza scena: deve proprio andare avanti in questo modo?

Il principe
(entra, come se fosse a casa sua. S'inchina leggermente)
Ho avuto il piacere di essere presentato all'artista in casa del dottor Schoen.

Alwa
Mio padre l'ha fatta conoscere al pubblico con alcune critiche sul suo giornale.

Il principe
(si siede)
Mi crederà se le dico che sulle prime avevo pensato che si trattasse di una giovane signora del mondo letterario? Ciò che mi attira in lei non è la sua arte di danzatrice ma la sua eleganza fisica e spirituale. - Per dieci sere ho studiato la spiritualità che emanava dalla sua danza, finché stasera son giunto alla convinzione che essa è la personificazione della felicità di vivere. Come moglie può rendere un uomo pienamente felice.
(Tra sé)
Come mia moglie...
(Il campanello elettrico sopra la porta squilla senza interruzione).

Alwa
(balzando in piedi)
Santo cielo, che cosa è successo?

Il principe
(pure alzandosi)
Perché si agita in questo modo?

Alwa
È successo qualcosa!

Il principe
Ma perché si spaventa subito?

Alwa
(Correndo alla porta)
Ci deve essere una confusione infernale...
(Apre la porta; si odono la musica e rumori dietro la scena).

Il principe
(origlia anche lui sulla soglia)

Lulu
(avvolta nel suo scialle, si precipita nel camerino, scostando Alwa e il principe, e si getta sulla sedia a braccioli)

La guardarobiera
(che la segue di corsa, ad Alwa e al principe)

Ha avuto un mancamento.

Il principe
Un mancamento? un mancamento...

Alwa
Uno svenimento?

Il direttore del teatro
(entrando anch'egli precipitosamente)
Sì, uno svenimento!

Alwa
Come è successo?

Il direttore
A sipario alzato...

La guardarobiera
Sulla scena, mentre danzava...

Lulu
(ad Alwa)
Chiuda quella porta, finalmente!

Alwa
(esegue)
(Non si ode più la musica dietro la scena).

Lulu
(alzandosi di scatto, ad Alwa)
Lo ha visto?

Alwa
Visto chi?

Lulu
Suo padre!

Il principe
II dottor Schoen?

Lulu
Con la fidanzata!

Alwa
Con la...

Schoen
(entrando in fretta, subito si ferma e si guarda attorno)
Cosa le è successo?
(a Lulu)
Come ti permetti scenate del genere con me?

Alwa
(a Schoen)
Questo avresti fatto meglio a risparmiartelo!

Schoen
(a Lulu)
Adesso tu danzerai!

Lulu
No... no... no...

La guardarobiera
Lasci che si riprenda un po'.

Lulu
No, no posso... non ballerò davanti alla sua fidanzata.

Schoen
Ballerai anche davanti alla mia fidanzata!

Il direttore di Teatro
Perché no davanti alla sua fidanzata?

La guardarobiera
Non ce la fa...
(Tutti parlano confusamente)

Lulu
Sono stanca, tanto stanca! Lasci che mi riprenda un po'!

Schoen
In scena! Hai un contratto! ...solo un po'.

Alwa
Va bene! - Ma poi - deve danzare!

Schoen
Poi...

Lulu
Sì, poi...

Alwa
Faccia iniziare il prossimo numero. Se danza adesso o fra cinque minuti, nessuno se ne accorgerà.

Schoen
(fa capire che vuole essere lasciato solo con Lulu)
(Bussano alla porta)


Alwa
Vengo subito.

(via)

Il direttore
Suoneremo il campanello.

(via)
(Escono pure il principe e la guardarobiera)

Schoen
(drizzandosi minaccioso, si dirige verso Lulu)
Come ti permetti scenate del genere con me?

Lulu
Lei ha ragione d'insegnarmi qual è il mio posto facendomi danzare davanti alla sua fidanzata.

Schoen
Date le tue origini, hai da dirti fortunata se puoi presentarti di fronte a persone perbene.

Lulu
Oh, so benissimo cosa sarei diventata se lei non mi avesse protetta.

Schoen
Sei forse diversa oggi da quello che eri allora?

Lulu
No, grazie a Dio!

Schoen
Questo è essere sinceri!

Lulu
E ne sono talmente felice!

Schoen
...E adesso danzerai?

Lulu
Davanti a chiunque.

Schoen
Avanti, dunque, in scena!

Lulu
(implorando come una bambina)
Ancora un minuto, per favore; non riesco a reggermi. Suoneranno, quando sarà il momento...

Schoen
(dopo una breve pausa)
Cosa voleva il principe?

Lulu
Vuole portarmi in Africa.

Schoen
In Africa?

Lulu
Lei mi ha ben fatto diventare danzatrice affinché qualcuno venisse a portarmi con sé.

Schoen
Ma non in Africa!

Lulu
E allora, perché non mi ha lasciato svenire?

Schoen
Perché purtroppo non avevo nessun motivo di credere al tuo svenimento!

Lulu
Non poteva più starsene tranquillo, laggiù, eh?

Schoen
So fin troppo bene che sei indistruttibile.

Lulu
Ah, dunque lo sa?

Schoen
(infuriato)
Non guardarmi così sfrontatamente!

Lulu
Nessuno la trattiene qui.

Schoen
Me ne andrò appena suoneranno.

Lulu
Appena ne avrà la forza! - Dov'è finita la sua forza? Sono tre anni che è fidanzato: perché non si sposa?

Schoen
(furibondo)
Credi davvero di essere tu a impedirmelo?

Lulu
Se ne vada! Per amore della sua innocente fidanzata, mi lasci sola! Ancora un minuto, e tornerà debole!

Schoen
Taci! Tra otto giorno sarà sposato! Non comparirmi davanti, nel frattempo.

Lulu
Chiuderò la porta a chiave. Ora lei deve sentirsi pulito, altrimenti non potrebbe sposare quell'innocente fanciulla.

Schoen
Vuoi che ti metta le mani addosso!

Lulu
La sposi: allora sarà lei, nel suo strazio infantile, che verrà a danzare davanti a me - invece che io davanti a sua moglie.

Schoen
(levando il pugno)
Dio mi perdoni...

Lulu
Mi picchi!...

Schoen
(si afferra le tempie)
Andarmene, andarmene...
(Corre verso la porta, ci ripensa, si volta)

Ma dove? Dalla mia fidanzata? A casa?... Oh, potessi uscire dal mondo!

Lulu
Lei sa benissimo...

Schoen
Taci!

Lulu
...di essere troppo debole per staccarsi da me...

Schoen
(sfinito, è crollato sulla poltrona a sinistra, accanto al tavolo. Si lamenta)
Oh, oh! Mi fai male!

Lulu
A me invece questo momento fa bene - non so nemmeno dire quanto!

Schoen
La mia vecchiaia! il mio mondo!
(Singhiozzando)
Quella bambina, quella bambina innocente!

Lulu
Piange! L'uomo forte piange! Ma adesso, per favore, se ne vada.., da lei...

Schoen
Non posso..., adesso non posso andare da lei.

Lulu
Fuori di qui!

Schoen
(ha un gesto disperato d'impotenza)

Lulu
Mi mandi il principe.

Schoen
Dimmi, per amor di Dio, che cosa devo fare...

Lulu
(Si alza; lascia lo scialle sulla sedia e sposta i costumi sparsi sul tavolo)

Schoen
Non riesco a scrivere...

Lulu
(In piedi alle sue spalle, appoggiata allo schienale della poltrona)
Allora scriva!

Schoen
Non posso...

Lulu
«Gentilissima signorina...

Schoen
«Gentilissima signo...? Io la chiamo sempre Brigitte.

Lulu
(insistendo)
«Gentilissima signorina...

Schoen
(scrivendo)
La mia sentenza di morte!

Lulu
Le restituisco la Sua promessa. - Non mi è possibile in coscienza...
(Schoen depone la penna e le rivolge un'occhiata supplichevole)
Scriva: ...in coscienza.., consentire che Lei leghi la Sua esistenza al mio terribile destino...

Schoen
(scrivendo)
Hai ragione... hai ragione.

Lulu
Le do la mia parola che sono indegno del suo amore...
(poiché Schoen la guarda di nuovo)
Scriva: ...amore... Queste poche righe sono una prova per lei. Da tre anni cerco di liberarmi da un legame; ma non ne ho la forza. - Le scrivo - a fianco della donna che mi domina. Mi dimentichi! - Dottor Ludwig Schoen.»

Schoen
(scoppiando in singhiozzi)
Oh, Dio!

Lulu
Post scriptum: «Non tenti si salvarmi.»

Schoen
(dopo aver terminato di scrivere si accascia)
E adesso - viene - il supplizio...
(Mentre Lulu si prepara per il suo numero di danza, cala il sipario).