Ferruccio nel gennaio 1890 fa ritorno a Helsinki, da dove si oppone fermamente al progetto del padre di stabilirsi con tutta la famiglia a Vienna:

«Ho ferma intenzione di evitare l'Austria per parecchio tempo. Detesto l'Austria per tutte le amarezze e privazioni che mi ha procurate. Io non vi tornerò fino a quando non vi sarò chiamato, cioè fino a che io sia divenuto tanto famoso che si sia costretti ad invitarmi a Vienna. Che terribili tempi, quando io non potevo muovermi in altri luoghi che Trieste e Vienna, e sempre in condizioni disastrose! Benedetta la mia decisione di fuggire a Lipsia. Da quel momento sono rinato, sono divenuto un uomo, so ciò che voglio e ciò che faccio. Io vorrei tanto invitarti a vivere con me, ma tu sai che questo non è possibile. Eppure lo vorrei, non foss'altro che per toglierti una volta per sempre da quel sudiciume giallo e nero... Carissimo babbo, ti scongiuro per l'amor di Dio, non ricominciare un altro capitolo come quello di Frohnleiten.» [Cit. in Guerrini, pp. 60-61]

Che i rapporti col padre siano tesissimi, al limite della rottura, lo confermano queste righe:

«In quanto a quell'altro individuo, indispensabile per ìa procreazione, c'è solo da citare Heine: "Es ist eine alte Geschichte ...» [Lettera a Henri Petri, 3.4.1890.]

A metà gennaio si reca a Pietroburgo, dove tiene due concerti: il primo [17 (= 29)], per la Società di musica da camera, comprende il Quintetto con pianoforte in mi minore, op. 5, di Sinding, una Fuga per organo di Bach trascritta da Liszt, le Ecossaises di Beethoven e di Paganini- Liszt La campanella. Il secondo concerto [20 gennaio = 1° febbraio], per la Società musicale russa, comprende il Trio "degli spettri" di Beethoven, la trascrizione di Busoni di una Fuga per organo di Bach (non specificata nel programma) e di nuovo le Ecossaises di Beethoven. A quest'ultimo concerto era presente Rubinstein. Il successo è tale che deve suonare una terza volta, sotto la direzione di Rubinstein stesso, nei concerti orchestrali [irreperibile il programma]. Gli viene proposto dui stabilirsi in questa città per insegnarvi pianoforte al Conservatorio, ma...:

«non posso nemmeno pensare di seppellirmi in qualità di insegnante di pianoforte in questa città dai gusti artistici decadenti e piena di pregiudizi sociali. [Ibidem]

Decide però di partecipare al concorso di pianoforte e composizione indetto da Rubinstein per la fine dell'estate, anche per motivi finanziari (10000 franchi è la somma destinata al primo classificato).

Il 27 febbraio 1890 viene finalmente eseguita la sua "Suite". Scrive a Henri Petri:

«Colgo l'occasione per dirti che la mia Suite per orchestra è stata eseguita qui sotto la mia direzione e che, a detta di tutti, questa è stata finora la prova migliore dell'orchestra locale: gli stessi strumentisti dell'orchestra hanno affermato di essersi sentiti più sicuri e più stimolati sotto la mia guida. Ciò soltanto per riferirti le mie buone disposizioni alla direzione d'orchestra, che tuttavia hanno ancora bisogno di esperienza e di esercizio.» [Ibidem]

Nella stessa lettera parla all'amico dell'importanza che sta assumendo la figura di Gerda per la sua vita:

«Sarei ingrato se tralasciassi di dichiarare che la mia fidanzata supplisce in larga misura alla vostra lontananza, che possiedo in lei una compagna pronta a sacrificare e osare ogni cosa per rendere possibile il raggiungimento delle mie aspirazioni, e che mi capisce, se non proprio nello specifico campo musicale, certo nella sfera spirituale, senza essere cieca: così che la sua alta opinione di me e la sua critica si congiungono in un benefico influsso.»

Si propone inoltre come insegnante di pianoforte di Egon, con queste parole:

«Poiché al giorno d'oggi non esistono insegnanti di musica adatti a una natura come la sua (cioè insegnanti che facciano capire che tutto quel che riguarda la teoria è facile e semplice e che si fa presto a impararlo, invece di insegnare il contrario), desidererei tanto poter essere io stesso, più tardi, il maestro di Egon. Infatti mi sembra proprio inevitabile che diventi un musicista.»

Manifesta in questa primavera del 1890 insoddisfazione per l'attività che svolge all'Isituto Musicale di Helsinki:

«La mia situazione qui continua ad essere tanto poco propizia alle mie aspirazioni artistiche che - nonostante le mie triplici responsabilità - l'archivierò o, in parole povere, la manderò al diavolo.» [Ibidem]

Il 7 agosto 1890 ha luogo a San Pietroburgo l'Uraufführung del suo Konzerstück, concluso a Helsinki appena due mesi prima (giugno). Lo esegue successivamente anche a Lipsia: il pubblico accoglie freddamente il compositore, ma entusiasticamente il pianista. successo per il compositore. La complicata situazione familiare non incide minimamente sul suo modo di suonare davanti al pubblico. Annota infatti il Dent:

«He had an extraordinary power of self-control when on the concert-platform; once at the pianoforte he could lay aside all the nervous agitation by his domestic affairs and concentrate his entire mind on his playing. It was a fortunate gift, for at this moment he had cause enough for agitation.» [p. 95]

Alla fine di agosto riparte per Pietroburgo per partecipare al Premio Rubinstein:

«Soltanto per sistemare i genitori che volle vedere riuniti e ai quali promise un aiuto mensile, Ferruccio accettò la cattedra di pianoforte al Conservatorio Imperiale di Mosca, offertagli da Anton Rubinstein, a decorrere dal 1º settembre 1890.
Ma volle prima concorrere al Premio Rubinstein che veniva conferito per la prima volta a Pietroburgo ai giovani dai 20 ai 26 anni. Erano in palio 5.000 franchi per la migliore composizione e il miglior pianista. Ferruccio ambiva erltrambi i premi e non dubitava di riuscire.
Alla fine di agosto partì per Pietroburgo. Al concorso di composizione presentò parecchi lavori . Gli aspiranti erano molti, ma Ferruccio non aveva concorrenti temibili, tanto come compositore che come pianista [nel concorso per pianoforte egli suonò, fra l'altro, il Concerto in re minore di Rubinstein]. A prove finite alcuni componenti della giuria si congratularono con lui per la vincita dei due premi, e quale non fu la sua meraviglia quando si vide assegnare soltanto quella per la composizione.
Le cose si erano svolte nella maniera seguente: Rubinstein, fondatore del premio e presidente della giuria, disponeva del doppio dei punti assegnati agli altri. Inoltre alcuni membri della giuria, non potendo intervenire gli misero a disposizione i loro voti. Al momento della votazione Rubinstein dichiarò: "In questa prima distribuzione di premi dobbiamo darne almeno uno a un russo. Busoni avrà il premio per tutte le composizioni presentate!". E così avvenne. Il premio pianistico l'ebbe un russo, certo Dubassov che a detta di Ferruccio, era un buon artista. Ma non si seppe mai più niente di lui. (Era facile in quel tempo scomparire dalla scena russa).
Ferruccio tornò pochi giorni dopo a Helsinki e cominciammo a fare i nostri piani per il futuro. Innanzi tutto pagò i debiti di suo padre che abitava allora a Gorz poi affittò un appartamento per i genitori a Trieste. All'inizio di settembre accompagnò la madre a Pietroburgo dove si separarono, proseguendo ognuno per la propria destinazione.»

[Gerda Busoni, "Il mio incontro con Ferruccio Busoni", in "Musica d'Oggi, Anno III, nº 1, gennaio 1960, pp. 19-20]

Parte per Mosca dopo la seconda metà di settembre. Egli accetta l'incarico, nella speranza che ciò costringa anche i suoi genitori ad una decisione. Anna, infatti, non sentendosi di intraprendere un altro viaggio in una nazione ancor più lontana e sconosciuta, acconsente di riunirsi al marito che nel frattempo si è stabilito a Gorizia. Ferruccio paga i nuovi debiti del padre e appena giunto a Mosca scrive a Gerda, invitandola a raggiungerlo immediatamente, per il matrimonio.
La mattina del 27 settembre 1890, accompagnata da alcuni amici e dai genitori, Gerda giunge a Mosca dove Ferruccio l'attendeva. Si sposarono lo stesso giorno. Ricorda Gerda:

«Il nostro matrimonio doveva aver luogo a Mosca, perciò dopo due settimane papà, mia sorella e io con Lesko, il terranova di Ferruccio lo seguimmo. Il viaggio durò un giorno e due notti e arrivammo a Mosca il 27 settembre. Ferruccio ci venne incontro alla stazione in un grande orgasmo:
- Dobbiamo andare subito dal pastore è l'unico prete protestante di quì e sta per partire per un viaggio di quattro settimane!
- Ma prima debbo andare a cambiarmi in albergo!, gli dissi.
- Neanche per idea, non abbiamo tempo da perdere, il pastore parte subito e ci aspetta!.
E così come stavo, senza poter indossare il mio abito di nozze, andai a sposarmi indossando una vecchia gonna e un golf rosso. Durante la cerimonia non provai emozione, avrei avuto piuttosto voglia di ridere, tanto la situazione mi pareva comica. E il pastore che, manco a farlo apposta, si chiamava Testagrossa (Dickkopf)! Ci regalò una Bibbia così grande che conteneva lo spazio sufficiente ad annotarvi una discendenza di quindici figli. Dopo la cerimonia, cambiati finalmente gli abiti, eleganti e felici andammo tutti insieme a pranzo. Mio padre e mia sorella restarono a Mosca ancora un paio di giorni e se ne ritornarono poi soli a Helsinki.
Ferruccio aveva preso in affitto un piccolo appartamento che aveva ammobiliato per intanto solo con gli oggetti indispensabili. Io avevo un corredo completo, ma mancavano le coperte di lana. Le andammo a comperare il giorno seguente subito dopo colazione.» [Ibidem]

La vita di Mosca era iniziata con un evento importante per la carriera di Busoni: la vincita del Premio Rubinstein per la composizione, col Konzertstück per pianoforte e orchestra. Egli, come testimonia Gerda, avrebbe dovuto ricevere anche il premio di pianista, senonché a ciò si era opposto Rubinstein stesso, facendo osservare alla Giuria come non fosse opportuno assegnare due premi ad un italiano, e nessuno ad un russo, proprio la prima volta che il concorso veniva giudicato con assegnazione solenne a Pietroburgo. Così il Premio di pianoforte era stato conferito a Dubassov, e Busoni, che per Dubassov aveva moltissima stima, ne era stato lieto pensando che già il solo Premio per la composizione apriva una gran porta pel suo ingresso nella vita musicale russa. Ma se l'inizio fu roseo, non fu altrettanto rosea l'impressione generale che gli fece Mosca, né lieta l'esistenza che vi condusse. La miseria del popolo, in contrasto con la spropositata ricchezza dell'aristocrazia, la sporcizia che regnava in ogni dove, la mancanza di amici, l'ignoranza della lingua: tutto aumentava in Busoni la già grande malinconia del distacco da Gerda Sjöstrand. Non trovando camere ammobiliate sufficientemente proprie, fu costretto ad affittare due stanze vuote e ammobiliarle da sé. La vita poi era carissima, così che le aumentate rendite venivano completamente assorbite dalle accresciute spese e diveniva sempre più difficile inviare aiuti ai genitori, i quali non cessavano di lamentarsi e di richiedere.
Fortunatamente il Conservatorio era organizzato assai bene, e il corpo insegnante di primissimo ordine. La scolaresca numerosissima obbligava Busoni a 35 ore di lezioni settimanali; cosicché gli restava poco tempo dedicarsi ai suoi lavori. Con l'arrivo di Gerda l'orizzonte parve schiarirsi, anche finanziariamente, poiché la saggezza della sposa seppe migliorare assai le condizioni finanziarie.
Ma l'ostilità dei musicisti russi contro l'intruso italiano cresceva di giorno in giorno, e Ferruccio già rimpiangeva i giorni di Amburgo e di Lipsia. A Mosca, poi, egli si sentiva fuori d'Europa, quasi isolato in altra parte del globo. Soltanto nelle vacanze di Natale gli fu consentita una corsa in Germania per qualche concerto.

Nel corso di quest'anno Compone Kultaselle. Zehn kurze Variationen über ein finnisches Volkslied für Violoncello und pianoforte", KiV 237 e la Sonata per violino e pianoforte op. 29, KiV 234.