GERARCHIA

Pier Paolo Pasolini



Da Trasumanar e organizzar (1971)
"Gerarchia"
 

Se arrivo in una città
oltre l'oceano
Molto spesso arrivo in una nuova città, portato dal dubbio.
Divenuto da un giorno all'altro pellegrino
di una fede in cui non credo;
rappresentante di una merce da tempo svalutata,
ma è grande, sempre, una strana speranza -
Scendo dall'aeroplano col passo del colpevole,
la coda tra le gambe, e un eterno bisogno di pisciare,
che mi fa incamminare un po' ripiegato con un sorriso incerto -
C'è da sbrigare la dogana, e, molto spesso, i fotografi:
comune amministrazione che ognuno cura come un'eccezione.
Poi l'ignoto.
Chi passeggia alle quattro del pomeriggio
sulle aiuole piene di alberi
e i boulevards d'una disperata città dove europei poveri
sono venuti a ricreare un mondo a immagine e somiglianza del loro, spinti dalla povertà a fare di un esilio una vita?
Con un occhio alle mie faccende, ai miei obblighi -
Poi, nelle ore libere,
comincia la mia ricerca, come se anch'essa fosse una colpa -
La gerarchia però è ben chiara nella mia testa.
Non c'è Oceano che tenga.
Di questa gerarchia gli ultimi sono i vecchi.
Sì, i vecchi alla cui categoria comincio ad appartenere
(non parlo del fotografo Saderman che con la moglie
già amica della morte mi accoglie sorridendo
nello studiolo di tutta la loro vita)
Sì, c'è qualche vecchio intellettuale
che nella Gerarchia
si pone all'altezza dei più bei marchettari
i primi che si trovano nei punti subito indovinati
e che come Virgili conducono con popolare delicatezza
qualche vecchio è degno dell'Empireo,
è degno di star accanto al primo ragazzo del popolo
che si dà per mille cruzeiros a Copacabana
ambedue son lo mio duca
che tenendomi per mano con delicatezza,
la delicatezza dell'intellettuale e quella dell'operaio
(per lo più disoccupato)
la scoperta dell'invariabilità della vita
ha bisogno di intelligenza e di amore
Vista dall'hotel di Rua Resende Rio -
l'ascesi ha bisogno del sesso, del cazzo -
quella finestrella dell'hotel dove si paga la stanzetta -
si guarda dentro Rio, in un aspetto dell'eternità,
la notte di pioggia che non porta il fresco,
e bagna le strade miserabili e le macerie,
e gli ultimi cornicioni del liberty dei portoghesi poveri
sublime miracolo!
E dunque José Carrea è il Primo nella Gerarchia,
e con lui Harudo, sceso bambino da Bahia, e Joaquim.
La Favela era come Cafarnao sotto il sole -
Percorsa dai rigagnoli delle fogne
le baracche una sull'altra
ventimila famiglie
(egli sulla spiaggia chiedendomi la sigaretta come un prostituto)
Non sapevamo che a poco a poco ci saremmo rivelati,
prudentemente, una parola dopo l'altra
detta quasi distrattamente:
io sono comunista, e: io sono sovversivo;
faccio il soldato in un reparto appositamente addestrato
per lottare contro i sovversivi e torturarli;
ma loro non lo sanno;
la gente non si rende conto di nulla;
essi pensano a vivere
(mi parla del sottoproletariato)
La Favela, fatalmente, ci attendeva
io gran conoscitor, egli duca -
i suoi genitori ci accolsero, e il fratellino nudo
appena uscito di dietro la tela cerata -
eh sì, invariabilità della vita, la madre
mi parlò come Lìmardi Maria, preparandomi la limonata
sacra all'ospite; la madre bianca ma ancor giovane di carne;
invecchiata come invecchiano le povere, eppur ragazza;
la sua gentilezza con quella del suo compagno,
fraterno al figlio che solo per sua volontà
era ora come un messo della Città -
Ah, sovversivi, ricerco l'amore e trovo voi.
Ricerco la perdizione e trovo la sete di giustizia.
Brasile, mia terra,
terra dei miei veri amici,
che non si occupano di nulla
oppure diventano sovversivi e come santi vengono accecati.
Nel cerchio più basso della Gerarchia di una città
immagine del mondo che da vecchio si fa nuovo,
colloco i vecchi, i vecchi borghesi
ché un vecchio popolano di città resta ragazzo
non ha da difendere niente -
va vestito in canottiera e calzonacci come Joaquim il figlio.
I vecchi, la mia categoria,
che vogliano o non vogliano -
Non si può sfuggire al destino di possedere il Potere,
esso si mette da solo
lentamente e fatalmente in mano ai vecchi,
anche se essi hanno le mani bucate
e sorridono umilmente come martiri satiri -
Accuso i vecchi di avere comunque vissuto,
accuso i vecchi di avere accettato la vita
(e non potevano non accettarla, ma non ci sono
vittime innocenti)
la vita accumulandosi ha dato ciò che essa voleva -
accuso i vecchi di avere fatto la volontà della vita.
Torniamo alla Favela
dove non si pensa nulla
o si vuole diventare messi della Città
là dove i vecchi sono filo-americani -
Tra i giovani che giocano biechi al pallone
di fronte a cucuzzoli fatati sul freddo Oceano,
chi vuole qualcosa e lo sa, è stato scelto a sorte -
inesperti di imperialismo classico
di ogni delicatezza verso il vecchio Impero da sfruttare
gli Americani dividono tra loro i fratelli superstiziosi
sempre scaldati dal loro sesso come banditi da un fuoco di sterpi -
E' così per puro caso che un brasiliano è fascista e un altro sovversivo;
colui che cava gli occhi
può essere scambiato con colui cui gli occhi sono cavati.
Joaquim non avrebbe potuto mai essere distinti da un sicario.
Perché dunque non amarlo se lo fosse stato?
Anche il sicario è al vertice della Gerarchia,
coi suoi semplici lineamenti appena sbozzati
col suo semplice occhio
senz'altra luce che quella della carne
Così in cima alla Gerarchia,
trovo l'ambiguità, il nodo inestricabile.
O Brasile, mia disgraziata patria,
votata senza scelta alla felicità,
(di tutto son padroni il denaro e la carne,
mentre tu sei così poetico)
dentro ogni tuo abitante mio concittadino,
c'è un angelo che non sa nulla,
sempre chino sul suo sesso,
e si muove, vecchio o giovane,
a prendere le armi e lottare,indifferentemente,
per il fascismo o la libertà -
Oh, Brasile, mia terra natale, dove
le vecchie lotte - bene o male già vinte -
per noi vecchi riacquistano significato -
rispondendo alla grazia di delinquenti o soldati
alla grazia brutale








IN PORTOGHESE

"Hierarquia"



Se chego numa cidade

além do oceano
Chego muitas vezes numa cidade nova, transportado pela dúvida.
Convertido de um dia pro outro em peregrino
de uma fé na qual não creio;
representante de uma mercadoria há muito depreciada,
mas é grande, sempre, uma estranha esperança --
Desço do avião com o andar culpado,
o rabo entre as pernas, e uma necessidade eterna de mijar,
que me faz caminhar um tanto vergado com um sorriso incerto --
Safar-se da alfândega e, muitas vezes, dos fotógrafos:
administração de rotina que cada um trata como exceção.
Depois o desconhecido.
Quem passeia às quatro da tarde
ao longo dos canteiros cheios de árvores
e pelos bulevares de uma cidade desesperada onde europeus
[pobres
vieram recriar um mundo à imagem e semelhança do deles,
forçados pela pobreza a fazer de um exílio a vida?
De olho no meu trabalho, nos meus deveres --
Depois, nas horas vagas,
começa minha busca, como se também ela fosse culpa --
A hierarquia está porém bem clara na minha cabeça.
Não há Oceano que resista.
Dessa hierarquia os últimos são os velhos.
Sim, os velhos, a cuja categoria começo a pertencer
(não falo do fotógrafo Saderman que com sua mulher
amiga já da morte me acolhe sorrindo
no pequeno estúdio de toda a sua vida)
Sim, existem alguns velhos intelectuais
que na Hierarquia
se colocam à altura dos michês mais bonitos
os primeiros a serem encontrados nos lugares que a gente logo
[descobre
e que como Virgílios nos conduzem com popular delicadeza
alguns velhos são dignos do Empíreo,
são dignos de figurar junto ao primeiro garoto do povo
que se dá por mil cruzeiros em Copacabana
ambos são o meu guia
que me segurando pela mão com delicadeza,
a delicadeza do intelectual e a do operário
(além do mais desempregado)
a descoberta da invariabilidade da vida
requer inteligência e amor
Vista do hotel da rua Resende Rio --
a ascese precisa do sexo, do caralho --
aquela portinhola do hotel onde se paga o cubículo --
se olha o Rio por dentro, numa aparência da eternidade,
a noite de chuva que não refresca,
e banha as ruas miseráveis e os escombros,
e as últimas cornijas do liberty dos portugueses pobres
milagre sublime!
E portanto Josué Carrea é o Primeiro na Hierarquia,
e com ele Harudo, que veio criança da Bahia, e Joaquim.
A favela era como Cafarnaum sob o sol --
percorrida pelos regos dos esgotos
barraco sobre barraco
vinte mil famílias
(ele na praia me pedindo cigarro como um prostituto)
Não sabíamos que pouco a pouco nos revelaríamos,
prudentemente, uma palavra após a outra,
dita quase distraidamente:
sou comunista, e: sou subversivo;
sou soldado numa divisão especialmente treinada
para lutar contra os subversivos e torturá-los;
mas eles não sabem;
ninguém se dá conta de nada;
só pensam em viver
(me falando do subproletariado)
A Favela, fatalmente, nos esperava
eu, grande conhecedor, ele, guia --
seus pais nos acolheram, e o irmãozinho nu
recém-saído de trás do oleado --
pois é, invariabilidade da vida, a mãe
conversou comigo como Maria Limardi, me preparando uma
[limonada
sagrada do hóspede; a mãe de cabelos brancos mas ainda jovem
[na carne;
envelhecida como envelhecem os pobres, embora moça;
sua gentileza e a de seu companheiro,
fraternal com o filho que por sua exclusiva vontade
era agora como um mensageiro da Cidade --
Ah, subversivos, procuro o amor e encontro vocês.
Procuro a perdição e encontro a sede de justiça.
Brasil minha terra,
Terra dos meus verdadeiros amigos,
Que não se ocupam de nada
Ou se tornam subversivos e como santos ficam cegos.
No círculo mais baixo da Hierarquia de uma cidade
imagem do mundo que de velhos se fez novo,
coloco os velhos, os velhos burgueses,
porque um velho proletário da cidade continua sempre moço
Não tem nada a perder --
anda de calção e camiseta como o filho Joaquim.
Os velhos, a minha categoria,
queiram eles ou não --
Não se pode fugir do destino de possuir o Poder, ele se coloca
[sozinho
lenta e fatalmente nas mãos dos velhos,
mesmo que tenham as mãos furadas
e sorriam humildemente como mártires sátiros --
Acuso os velhos de terem apesar de tudo vivido,
acuso os velhos de terem aceitado a vida
(e podiam não aceitá-la, mas não existem vítimas inocentes)
a vida se acumulando deu o que queria dar --
acuso os velhos de terem feito a vontade da vida.
Voltemos à Favela
onde as pessoas ou não pensam em nada
ou querem se tornar mensageiras da Cidade
ali onde os velhos são filo-americanos --
dentre os jovens que jogam bola com bravura
em frente a cumeeiros encantados sobre o frio Oceano,
quem quer alguma coisa e sabe que quer, foi escolhido por acaso --
inexperientes em imperialismo clássico
em qualquer delicadeza para com o velho Império a ser desfrutado
os Americanos separam uns dos outros os irmãos supersticiosos
sempre aquecidos por seu sexo como bandidos por uma fogueira
[de sarças --
É assim por puro acaso que um brasileiro é fascista e um outro
[é subversivo;
aquele que arranca os olhos
pode ser tomado por aquele a quem se arrancam os olhos.
Joaquim não poderia jamais se distinguir de um fascínora.
Por que então não amá-lo se o fosse?
Também o fascínora está no vértice da Hierarquia,
com seus traços simples apenas esboçados
como seu olho simples
sem outra luz que não a da carne
Assim no cume da Hierarquia
encontro a ambigüidade, o nó inextricável.
Ó Brasil, minha desgraçada pátria,
devotada sem escolha à felicidade
(de tudo o dinheiro e a carne são donos
enquanto tu és assim tão poético)
dentro de cada habitante teu, meu concidadão,
existe um anjo que não sabe de nada,
sempre debruçado sobre seu sexo,
e, velho ou jovem, se apressa
a pegar em armas e lutar,
indiferentemente, pelo fascismo ou pela liberdade --
Ó Brasil, minha terra natal, onde
as velhas lutas -- bem ou mal, já vencidas --
para nós, velhos, voltam a fazer sentido --
respondendo à graça dos delinqüentes ou dos soldados
à graça brutal.

(Traduzione di Michel Lahud)




       Copertina