HANNS EISLER

Lipsia, 6 luglio 1898 - Berlino, 6 settembre 1962

a cura di Laureto Rodoni


Il musicista moderno è favorevole a qualunque conquista tecnica dei nostri tempi. Egli le utilizza. Ama le metropoli, il loro rumore, è innamorato del ritmo preciso delle macchine. Solo gli uomini, cui tutte queste cose devono servire, non lo interessano. E nella sua arte tende al più alto grado di inespressività, di oggettivazione [...]. Il musicista borghese ricerca il contenuto dell'arte e, poiché non ne trova nessuno, va propagandando l'assenza ditale contenuto quale senso e scopo ultimo della sua arte. Incapace di comprendere la situazione sociale, egli scrive una musica che si sente superiore a tutto ciò che è umano

Allievo di Schonberg e di Webern a Vienna, dal 1925 al '36 insegnò composizione al Conservatorio Klindworth Scharwenka di Berlino e nel 1937 emigrò negli Stati Uniti. Comunista, fratello di Gerhart e Ruth Eisler, i quali ricoprivano importanti incarichi nel Partito, il musicista aveva collaborato fin da giovane con Bertolt Brecht. Nel 1948 tornò in Europa, stabilendosi a Berlino Est.
Influenzato inizialmente dalla scuola viennese, e da Schönberg in particolare, Eisler si volse successivamente verso un linguaggio piu semplice, scrivendo cori rivoluzionari. Va detto subito che l'accessibilità non coincide in questo caso, almeno inizialmente, con la pura celebrazione, con il rituale populistico infarcito di banalità; il compositore ha scritto infatti, in un articolo pubblicato nel 1949, che è moderno, "non l'impiego ormai abituale di dissonanze e nuovi cromatismi, ma la dissoluzione del linguaggio musicale convenzionale quale ci è stato tramandato. Un brano ricco di dissonanze può essere del tutto convenzionale nella sua essenza, mentre un altro che si vale di una tecnica relativamente piu semplice può, se detta tecnica viene applicata in modo personale, apparire nuovo e avanzato." L'accessibilità dei dati linguistici di base è perseguita in nome della concretezza comunicativa, ma la materia è poi afferrata, modellata secondo un nuovo taglio formale, sottratta al semplice livellamento, al gastronomismo piccolo-borghese: riferimenti alle canzoni folcloristiche, corali protestanti, moduli jazzistici, vale a dire atteggiamenti capaci di orientare l'ascoltatore in una direzione semanticamente "definita," sono riassorbiti da una personale visione compositiva asciuttamente scandita nei ritmi e nelle articola­zioni timbriche, ricca di irregolarità metriche. Strettissimo collaboratore di Bertolt Brecht (molti inclinano a credere, pare con precisi fondamenti, sulla scorta di testimonianze attendibili, che le idee brechtiane in fatto di musica derivassero in gran parte da quelle di Eisler), ha composto la musica per Die Mutter, Furcht und Elend des Dritten Reichs, Galileo Galilei, Schwejk, per il film di Fritz Lang Anche i boia muoiono, oltre a innumerevoli pagine corali e orchestrali e a circa 150 lieder su poesie di Brecht. Abbastanza nota in Italia è la ballata composta da Eisler per il Galileo, articolata in una serie di dodici canti per voci bianche (infantili), da eseguirsi tra una scena e l'altra, alcuni con accompagnamento strumentale, altri senza. Collaboratore del Berliner Ensemble, Eisler non è andato però esente, nelle opere dell'ultimo periodo, da semplificazioni ingenuamente apologetiche, senza dunque piu ritrovare la spontaneità aggressiva che aveva caratterizzato le esperienze della sua giovinezza. (ARMANDO GENTILUCCI)


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