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CONDUCTOR OF THE YEAR FOR 2003

 


 

FRANZ WELSER-MÖST UNOFFICIAL WEBSITE

BY KIND PERMISSION OF IGM ARTISTS AND
MAESTRO FRANZ WELSER-MÖST


laureto@rodoni.ch

 

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CAPODANNO 2011

IL RESPIRO SINFONICO DI WELSER-MÖST
Successo trionfale per il maestro austriaco
nel Concerto di Capodanno a Vienna

Il Concerto di Capodanno nella sala dorata del Musikverein di Vienna è da molti decenni un evento di portata planetaria che coinvolge sempre più spettatori (quest'anno 50 milioni, con 70 Paesi collegati). Sul podio Franz Welser-Möst, un direttore non molto conosciuto dalle nostre parti, nonostante sia stato per 13 anni direttore stabile e successivamente Generalmusikdirektor (fino al 2008) dell'Opernhaus di Zurigo. Sotto la sua guida l'Orchester der Oper Zürich ha raggiunto livelli inauditi ed è stata eletta miglior orchestra del mondo dalla rivista ‘Opernwelt’ per il 2002. E nel 2003 Welser-Möst stesso è stato nominato "direttore dell'anno" negli Stati Uniti. Attualmente è maestro stabile della gloriosa Cleveland Orchestra e Generalmusikdirektor della Staatsoper di Vienna. Numerosi e di grande prestigio i premi discografici che ha vinto nell'arco della sua seppur breve carriera (è nato nel 1960).

 

Grande interprete del repertorio tedesco (Richard Strauss, Bruckner e Wagner in primis), si è cimentato di frequente, prima di questo concerto, come direttore di musica da ballo, di marce e di operette viennesi. Di risonanza mondiale la prima rappresentazione in tempi moderni, a Zurigo, dell'operetta Simplicius di Johann Strauss figlio, poi registrata su cd e dvd e ovunque ottimamente recensita. Non è quindi per caso che all'inizio del programma figurino due brani tratti proprio da quest'opera: Reiter Marsch op. 428 e Donauweibchen, Walzer op. 427, una sorta di firma del maestro austriaco sul florilegio danzante di quest'anno, ribadita alla fine della prima parte con la scatenata polka Muthig voran!, pure tratta da Simplicius ed eseguita per la prima volta in un concerto di capodanno. 

Altro elemento caratterizzante del programma un triplice omaggio a Liszt (in occasione del bicentenario della nascita), culminante in una superba esecuzione del Mephisto-Walz n. 1.


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All'inizio del concerto Welser-Möst dirige appena o non dirige affatto per ricordare che questo tipo di musica in origine veniva suonata senza direttore. Ma la sua cifra interpretativa è ben chiara sin dalle prime battute: egli sa infatti conferire un respiro sinfonico a un repertorio spesso considerato come semplice intrattenimento. Eleganza, trasparenza, ricerca di un suono leggero e profondo, di raffinatezze timbriche e di coesione strutturale in ogni brano, hanno caratterizzato la direzione di Welser-Möst, che ha saputo esaltare al meglio i leggendari Wiener Philharmoniker.
Chi superficialmente ha parlato di mancanza di brio, ha del tutto frainteso l'approccio esegetico del maestro austriaco a questo tipo di repertorio. Si riascolti con quale dionisiaca frenesia, mai disgiunta da trasparenza e leggerezza, Welser-Möst dirige la czarda di J. Strauss figlio, di quale ebbrezza ritmica, ironia e senso del grottesco e del bizzarro impregna il citato Mephisto-Walz di Liszt o il Furioso-Galopp di J. Strauss padre, di quale languida nostalgia sono permeati molti brani (su tutti Aus der Ferne di Josef Strauss), con quale senso del colore nazionale esegue i tre brani dedicati alla Spagna e alla musica tzigana.

Il concerto appare come un sottilmente calcolato e meraviglioso climax ascendente, culminante nelle immancabili gags finali e nell’altrettanto immancabile Radetzky-Marsch.
Ben meritato il successo trionfale decretato dal pubblico viennese per il cinquantenne maestro di Linz, a metà di una carriera che si preannuncia, a partire dalla recente, prestigiosissima nomina a Vienna, sempre più fulgida. [Laureto Rodoni, La Regione Ticino, 03.01.2011]

 

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CONCERTO DI CAPODANNO 2011


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DISCOGRAFIA


FRANZ WELSER-MÖST
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Das Neujahrskonzert der Wiener Philharmoniker wird 2013 zum zweiten Mal vom Franz Welser-Möst geleitet werden.

RECENSIONE DI VALERIO CAPPELLI

 


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Dies gaben die Philharmoniker am Samstag bekannt. Der Generalmusikdirektor der Wiener Staatsoper folgt damit auf Mariss Jansons, der am Sonntag die Neujahrskonzert-Ausgabe 2012 dirigieren wird.

Wie Philharmoniker-Vorstand Clemens Hellsberg betonte, erfolgte die Einladung "sowohl aufgrund des überzeugenden künstlerischen Erfolges des von Franz Welser-Möst geleiteten Neujahrskonzerts 2011 als auch in Würdigung der glänzenden Zusammenarbeit auf philharmonischer Ebene und in der Wiener Staatsoper".

Welser-Möst hatte 1985 sein Debüt bei den Salzburger Festspielen gegeben, ein Jahr später hob die internationale Karriere des am 16. August 1960 geborenen Linzers mit dem Debüt-Konzert beim London Philharmonic Orchestra an, dessen Musikdirektor er in Folge von 1990 bis 1996 wurde. In den USA dirigierte er erstmals 1989 beim Saint Louis Symphony Orchestra. An der Zürcher Oper stand er erstmals 1992 am Pult und brachte als Musikdirektor (ab 1995) 27 Neuproduktionen hervor. Seit September 2010 ist er Generalmusikdirektor der Wiener Staatsoper. [Wiener Zeitung]

EIN NEUJAHRS KONZERT ZUM LAUSCHEN

Ein Reißerprogramm war das nicht. Wer eine quotenträchtige Walzerfolge erwartet hatte, musste beinah bis zum Schlusspunkt des offiziellen Programms warten, dass er wirklich zufriedengestellt sein konnte: „Wien und der Wein“, das ließ sich trefflich mitsingen. Doch bis zum Erklingen von Joseph Straußens „Mein Lebenslauf ist Lieb und Lust“ waren gute zwei Stunden verstrichen, in denen Stücke wie der „Mephistowalzer“ des Jahresregenten Franz Liszt oder die Liszt gewidmeten „Abschiedsrufe“ von Johann Strauß erklungen waren.
Man hätte Rätselspiele veranstalten können, ob es einem Musikfreund gelingen mochte, den Walzerrhythmus bei Liszt herauszuhören, oder sogar, wie lange es dauert, bis er ihn im Strauß-Walzer wirklich ausgemacht hatte – denn auch er ist eher Tondichtung denn Tanzstück. Musik von jener Art jedenfalls, die der gestrenge Kritiker der „Neuen Freien Presse“, Eduard Hanslick, einst „Walzer-Requiem“ getauft hat, um damit die hochfliegenden symphonischen Pläne des Walzerkönigs ein wenig zu zausen.
Hie und da wagen es aber auch die Philharmoniker, zum prestigeträchtigsten Termin ihres Jahreskalenders, vorrangig die Kenner anzusprechen, statt die ewig gleichen Ohrwürmer zu reproduzieren. 2011 ging man aufs Ganze. Erstmals stand das Neujahrskonzert unter der Leitung des neuen Wiener Generalmusikdirektors, Franz Welser-Möst. Und man setzte voll und ganz auf die in den vergangenen Jahren in der Oper erreichte, mittlerweile wirklich wie selbstverständlich wirkende Harmonie.

Ohne einen derben Ton

Dass man Walzer ohne jede Derbheit, ohne falsche Tempo-(ver)rückungen musizieren kann, dass man jede Wiederholung einer Melodie ein wenig anders modellieren und dynamisch auch ein rasantes Stück wie den „Cachucha“-Galopp von Vater Strauß im Pianissimobereich ansiedeln kann, das zählt zu den Hörerfahrungen, die man diesmal am Silvesterabend und am Neujahrsmorgen im Goldenen Saal machen konnte.
Tatsächlich lässt sich der Ehrgeiz der Sträuße in Sachen „hoher Musik“ ja nicht nur am Opernversuch Johanns mit „Ritter Pazman“ ablesen – aus dem diesmal der Csárdás erklang –, sondern auch an den (von Hanslick bekrittelten) „Aufwertungen“ der Walzerform zu symphonischen Dimensionen, mit weit und unregelmäßig gespannten Melodielinien. Auch die Operette „Simplicius“ hat Opernformat – Franz Welser-Möst hat sie vor einem guten Jahrzehnt in Zürich, mühsam aus Quellen rekonstruiert, wieder belebt und im Neujahrskonzert einige Fragmente daraus, voran die „Donauweibchen“, präsentiert. Auch das vergleichsweise „schwere“ Kost, freilich vom Orchester mit Lust und Liebe federleicht exekutiert.
Die CD-Version dieses Konzertes wird man gewiss demnächst als Dokument feinsinniger Orchesterkultur handeln, die von einer exzellenten Musikerpartnerschaft kündet. Und man wird wieder populärere Neujahrskonzert-Programme zusammenstellen; vielleicht sogar mit Welser-Möst am Dirigentenpult.

 [Die Presse, Print-Ausgabe, 03.01.2011]




STAATSOPER WIEN



SEVERANCE HALL CLEVELAND




FWM AND THE CLEVELAND ORCHESTRA

Für seine zahlreichen CD-Einspielungen erhielt Welser-Möst u.a. den Gramophone Award, den Japanese Record Academy Award sowie zwei Grammy-Nominierungen. Weitere Auszeichnungen waren der Mozart-Preis (1999), die Ehrendoktorwürde der Western Case Reserve University, Cleveland (2003) und von Musical America wurde er zum
«Conductor of the Year 2003» gewählt.


The precision of the Cleveland Orchestra, which originated with George Szell and was further developed by Christoph von Dohnanyi, seems to be in the best of hands with Franz Welser- Möst. [Alain Steffen]



GRAZIE DI CUORE
MAESTRO!

Il Sovrintendente Alexander Pereira e il Maestro Franz Welser-Möst in tredici anni di intensa e illuminata collaborazione (lievemente offuscata qualche dissapore soprattutto negli ultimi tempi che non inficia per nulla il valore del loro lavoro comune) hanno portato l'Opernhaus di Zurigo nel novero dei Teatri d'Opera più prestigiosi e coraggiosi del mondo. Il lavoro svolto dall'insigne Maestro austriaco con l'orchestra è stato semplicemente sbalorditivo (ma chi ha assistito, come chi scrive, a qualche sua prova non sarà certamente sorpreso dei risultati ottenuti, tanto profondo, documentato e pacatamente inesorabile è il suo dire didattico ed esegetico ai musicisti). Non è quindi un caso che nel 2002 l'Orchester der Oper Zürich sia stata eletta "Orchestra dell'anno". E sono convinto che anche grazie agli stimoli del Sovrintendente e del Maestro, il Coro, punto debole del Teatro fino alla fine degli Anni Novanta, è ora pienamente all'altezza della situazione. La magnifica esecuzione il 15 giugno scorso del Requiem di Verdi diretto da Daniele Gatti non lascia dubbi al riguardo. Tornando all'orchestra, si ascoltino le registrazioni su DVD, per fare due esempi, di due tra le più impervie partiture di ogni epoca: Lulu e Arabella e ci si renderà conto della serietà e della profondità con cui Welser-Möst ha lavorato a Zurigo. Ebbi la fortuna, nel 1992, di assistere quasi per caso alla sua, per così dire, "lectio magistralis"... anticipata (la direzione del Rosenkavalier di Richard Strauss) come candidato a guidare stabilmente l'Orchestra di Zurigo. Fui molto colpito dalla purezza e dalla trasparenza del suono unite a una rara profondità interpretativa che caratterizzavano la direzione dell'allora giovanissimo Maestro (e quanto complessa è la partitura straussiana...) e mi fu subito chiaro che sarebbe diventato in breve tempo uno tra i più grandi direttori del nostro tempo, senza mai atteggiarsi a star. Numerosissimi e di grande prestigio i premi discografici ottenuti nell'arco della sua ancor breve carriera. Il sottoscritto curatore di questa Website, insieme ai suoi collaboratori, augura al Dr. h. c. Franz Welser-Möst una continuazione di carriera ricca di soddisfazioni come Generalmusikdirektor alla Staatsoper di Vienna e come direttore stabile della gloriosa orchestra di Cleveland! Grazie di cuore, caro Maestro!

TANNHÄUSER DI WAGNER A ZURIGO





TRE SETTIMANE A VIENNA
28 OTTOBRE - 17 NOVEMBRE 2012

OPERE... RICORDANDO THOMAS BERNHARD

CONCERTI, OPERETTE E TEATRO E... BERNHARD

CECILIA BARTOLI E DIEGO FASOLIS AL MUSIKVEREIN





LA MOSTRA NACKTE MÄNNER
AL LEOPOLD MUSEUM





UNA PAGINA DEDICATA A THOMAS BERNHARD

TRE ROMANZI COMPLETI DI
THOMAS BERNHARD IN ITALIANO


IL SOCCOMBENTE

GELO

PERTURBAMENTO

DIE URSACHE


PORTALE DI VARIA CULTURA





 


CONVERSAZIONI CON FRANZ WELSER-MÖST





















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The Cleveland Orchestra has extended the contract of music director Franz Welser-Moest through the 2017-2018 season. Board chairman Richard Bogomolny announced the extension. Welser-Moest, 47, was named the orchestra's seventh music director in 2002. In 2003 his initial five-year contract was extended to 2012. ''Cleveland is my symphonic home and I look forward to at least another decade of working with this wonderful orchestra and serving this extraordinary community,'' the Austrian conductor said in a statement. ''It is with heartfelt gratitude that I thank the trustees and supporters of this institution for your commitment to excellence and devotion to the art of orchestral music.''


'Ich bin neugierig, will neues repertoire lernen. Ich mag mich nicht ständig wiederholen und spezialistentum ist nicht meine sache. Mein leben und meine arbeit müssen ausgewogen sein. Das hört man den aufführungen sonst sofort an. Im zweifel würde ich mich für ein modernes stück stark machen. Wir als dirigenten haben diese verpflichtung, müssen den jungen eine chance geben und komponisten unserer generation fördern.'

Welser-Möst über 'Ariadne' und Neujahrskonzert

'Ich dirigiere in Salzburg doch nicht wegen Pereira'


Abgang von Welser-Möst 'unproportional'

'Wir Künstler sind nicht nur Prostituierte'

FRANZ WELSER-MÖST PROVA
L'ALPENSINFONIE DI RICHARD STRAUSS


'No contest this week for top billing. A concert recording
of Richard Strauss's 'An Alpine Symphony' by the
Gustav Mahler Youth Orchestra under Franz
Welser-Möst scales the summit and seems set
to stay there for some while.'


Exclusive: top maestro warns of Asianisation
and tabloidisation of classical music


Franz Welser-Möst part 2:
We must shun cultural ‘superiority’

 

FRANZ WELSER-MÖST
Ehrendoktorwürde der
Case Western Reserve University Cleveland 2003


Honorarprofessor an der
Anton Bruckner Privatuniversität Linz



'Talent ist eine Verpflichtung, Disziplin und
Perfektionismusaber sind Voraussetzungen
für eine Karriere.'


 

 


SINFONIA N. 5 DI PETR ILJIC CIAJKOVSKIJ

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PETR ILJIC CIAJKOVSKIJ WEBSITE


FRANZ VON SUPPE - CAVALLERIA LEGGERA




OPERE COMPLETE DA ZURIGO

(inserite in Youtube, ma NON dal curatore di questa Website)


JOHANN STRAUSS - SIMPLICIUS


JOHANN STRAUSS WEBSITE



GIOACHINO ROSSINI - IL TURCO IN ITALIA



PAGINA SUL TURCO IN ITALIA


FRANZ LEHAR - DIE LUSTIGE WITWE





BENJAMIN BRITTEN - PETER GRIMES




GIUSEPPE VERDI - LA TRAVIATA



GIUSEPPE VERDI WEBSITE



WOLFGANG AMADEUS MOZART - LA CLEMENZA DI TITO



WOLFGANG AMADEUS MOZART WEBSITE


ALBAN BERG - LULU



ALBAN BERG WEBSITE

 

 

EDIZIONE CRITICA
DELLE OPERE DI VERDI




 

 

 

 


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ERICH WOLFGANG KORNGOLD

DIE TOTE STADT

IL TOPOS DELLA CITTÀ ALLEGORIZZATA

UNO SPETTACOLO MAGISTRALE


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MARIO BORTOLOTTO
SCHMIDT: PROFUMO DI VIENNA

BIOGRAFIA E OPERE
[DEUMM]


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Welser-Möst gelingt es, die Partitur in ein ganz ungewöhnliches Licht zu tauchen: So intim-kammermusikalisch hat man das Wasserfallgeglitzer selten gehört. Der Sturm-Abschnitt, in unerbittlich rasenden Tempo musiziert, wird zu einer Orchesteretüde, als hätte sich Strauss auch am 1913
(also zwei Jahre vor der Alpensinfonie) uraufgeführten
"Sacre" von Strawinsky etwas abgelauscht.
RONDO KRITIK

 


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ROALD DAHL

PAUL PATTERSON




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H K GRUBER



 

 


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BIOGRAPHY

One of today’s most celebrated conductors, Franz Welser-Möst leads two of the world’s great cultural institutions as Music Director of The Cleveland Orchestra and General Musikdirektor of the Vienna Staatsoper.

2012/13 marks his eleventh season in Cleveland, and in 2008 his contract was extended until the orchestra's centennial year in 2018. With The Cleveland Orchestra he has built close relationships with Carnegie Hall in New York, the Musikverein in Vienna and the Lucerne Festival. Recent seasons have also seen residencies at the Salzburg Festival and at Suntory Hall in Tokyo, and since 2007 Mr Welser-Möst and the orchestra have also held an annual residency in Miami. 2011 also saw the launch of a biennial residency at New York's Lincoln Center Festival. With The Cleveland Orchestra, Franz Welser-Möst has presented thirteen world and fifteen United States premieres, and in recent seasons he has led a sequence of fully-staged productions of the Mozart/Da Ponte operas which have re-established The Cleveland Orchestra as an operatic ensemble.

Since 2010 Franz Welser-Möst has also served as Generalmusikdirektor of the Vienna Staatsoper. His long partnership with the company has included an acclaimed new production of Wagner's Ring cycle with director Sven-Eric Bechtolf and, in his first two seasons as Generalmusikdirektor, critically-praised new productions of Hindemith's Cardillac, Janáček's Katya Kabanova and From the House of the Dead, and Verdi’s Don Carlo. 2012/13 sees him lead, among other performances, new productions of Ariadne auf Naxos and Tristan und Isolde, and a reprise of the Ring cycle.

As a guest conductor, Mr Welser-Möst also enjoys an exceptionally close and productive relationship with the Vienna Philharmonic Orchestra, and in 2013 he has the honour of leading the orchestra’s celebrated New Year’s Day Concert for the second time in three years, the CD recording of his appearance in 2011 having reached double-platinum status. He has also performed with the Vienna Philharmonic at the Salzburg and Lucerne Festivals, at the BBC Proms, at Suntory Hall in Tokyo, at the Sommernacht concert in the grounds of Schönbrunn Palace, and on a regular basis in the orchestra’s subscription series at the Vienna Musikverein.


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Elsewhere, Mr Welser-Möst has guest-conducted all the leading orchestras in Europe and the US, including the Berlin Philharmonic, Bavarian Radio Symphony, the Gustav Mahler Youth Orchestra, and the orchestras of Boston, Chicago, Los Angeles, New York and Philadelphia. He made his Salzburg Festival debut in 1985, was Music Director of the London Philharmonic Orchestra from 1990-96, and led the orchestra and ensemble of the Zurich Opera, latterly as Generalmusikdirektor, from 1995-2008.

Mr Welser-Möst's recordings, both on CD and DVD, have won a number of major awards, including the Gramophone Award, the Diapason d'Or, the Japanese Record Academy Award and two Grammy nominations. Recent recordings with The Cleveland Orchestra include DVDs of Bruckner’s Symphonies number 5, 7, 8 and 9, and CD recordings for Deutsche Grammophon of Beethoven’s Symphony No. 9 and Wagner excerpts featuring Measha Brueggergosman.

Franz Welser-Möst is the recipient of many honours, including honorary membership of the Vienna Singverein, the Gold Medal of Upper Austria, the Decoration of Honour from the Republic of Austria and the Kilenyi Medal of Honour from the Bruckner Society of America. He was named Conductor of the Year by Musical America in 2003. He is an Academician of the European Academy of Yuste, and is the co-author of Cadences: Observations and Conversations.

September 2012.

© IGM ARTISTS



BIOGRAPHIE

Musikdirektor, Cleveland Orchestra
Generalmusikdirektor, Wiener Staatsoper

Franz Welser-Möst ist Musikdirektor des Cleveland Orchesters und Generalmusikdirektor der Wiener Staatsoper.

2011/12 markiert seine zehnte Saison in Cleveland und im Jahre 2008 wurde sein Vertrag bis 2018, zur Jahrhundertrfeier des Orchesters, verlängert. Mit dem Cleveland Orchester hat er enge Beziehungen mit der Carnegie Hall in New York, dem Musikverein in Wien und dem Luzern Festival aufgebaut. In vergangenen Spielzeiten gastierten Franz Welser-Möst und das Orchester mit mehreren Konzerten bei den Salzburger Festspielen und in der Suntory Hall in Tokyo; und seit 2007 halten sie eine jährliche Residenz in Miami inne. Darueber hinaus markierte 2011 den Beginn einer zweijährigen Residenz im New Yorker Lincoln Center Festival mit einer Serie von Programmen, die die Werke von John Adams und Anton Bruckner feiern. Mit dem Cleveland Orchester hat er 13 Uraufführungen und 13 amerikanische Erstaufführungen dirigiert. In vorhergehenden Spielzeiten leitete er eine Reihe an komplett inszenierten Produktionen der Mozart/ Da Ponte Opern, welche die Operntraditionen des Cleveland Orchester erneuerten. Highlights in 2011/12 beinhalten eine Europa Tour mit Konzerten u.a. in Paris, Wien und Madrid, eine Tour der Westküste der USA, und Aufführungen in der Carnegie Hall.  

 

Seit dem 1. September 2010 ist Franz Welser-Möst Generalmusikdirektor der Wiener Staatsoper. Seine lange Partnerschaft mit dem Haus beinhaltet gefeierte Aufführungen von Wagners Tristan und Isolde, eine Neuproduktion von Wagner’s Ring des Nibelungen mit dem Regisseur Sven-Eric Bechtholf und in seiner ersten Saison als Generalmusikdirektor eine von Kritikern hochgelobte neue Produktion von Hindemiths Cardillac und Janaceks Katja Kabanova. In 2011/12 setzt seine Studie der Janacek Opern mit einer neuen Produktion von Aus einem Totenhaus fort, und er leitet weitere Neuproduktionen von Verdi’s Don Carlo und Beethoven’s Fidelio in Konzert an der Mailänder Skala.

In den letzten Jahren hat Franz Welser-Möst eine zunehmend enge Partnerschaft mit den Wiener Philharmonikern entwickelt. In vergangenen Spielzeiten trat er mit dem Orchester bei den Salzburger Festpielen und dem Luzern Festival auf, bei den BBC Proms, in der Suntory Hall in Tokyo, und in 2011 sirigierte er das gefeierte Neujahrskonzert des Orchesters in Wien. In 2011 dirigierte er erneut die Wiener Philharmonikern bei den Salzburger Festspielen und 2011/12 tritt er mit dem Orchester in Luzern, Bukarest und Grafenegg auf.



© IGM ARTISTS


FRANZ WELSER-MÖST
GRANDE INTERPRETE DI BRUCKNER



ANALISI DELLA SINFONIA



ANALISI DELLA SINFONIA


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ANALISI DELLA SINFONIA




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ANALISI DELLA SINFONIA


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ANTON BRUCKNER
SITE EN FRANÇAIS

SERGIO MARTINOTTI
IL SINFONISMO DI BRUCKNER

 

Jugendlicher Elan prägt diese mitreißende Einspielung, die durchaus neue Lichter auf ein altbekanntes Werk zu werfen vermag. Mancher Brucknerfreund wird vielleicht ein breiteres Ausmusizieren vermissen. Andere dagegen haben womöglich genau auf diese von allzu viel monumentalen Pathos freie Interpretation gewartet.

 

 


Le jeune chef autrichien est un brucknérien surprenant pour son jeune âge. Le Te Deum est pris assez brillamment, et devient véritablement un chant d'exultation. Avec un choeur familier avec cette musique, originaire de la ville natale de Bruckner, et des solistes dont la puissance n'égale que la musicalité indéniable, Welser-Möst réussit une très belle démonstration de chant choral romantique.

 

LE DISCOPHILE VIRTUELLE





I stumbled across the new Bruckner Eighth with Franz Welser-Möst and the Gustav Mahler Jugendorchester (on EMI). I've been interested (and happy) to read all these glowing reports on Welser-Möst's performances and recordings, since I'm a longtime fan of the Cleveland Orchestra and was sad to see the Dohnányi era end.
Well, this CD is magnificent (albeit not with Cleveland), and might vault up to be one of my favorite recordings of the piece. To start with, the orchestra sounds fantastic (and I'm sorry to admit that this is my first experience with them). For those who aren't familiar, the
group is young players from all over Europe; in the roster, each person has the country listed after his or her name. Perhaps I'm a little corny, but there is something inspiring about hearing great music like this played by people from Turkey, Spain, Czechoslovakia, Iceland - all over Europe - and they play with extraordinary unanimity and cohesion.
The recording is from live performances in Vienna on April 3 and 4, 2002, and the sound is absolutely toward the "excellent live recording" end of the spectrum. (I just wish that they had included the applause at the end, which must have been tremendous.)
Welser-Möst does an outstanding job. (He uses the Nowak 1890 edition, BTW.) There are a few places where I prefer a more "legato" line, and he opts for a more vigorous, almost "marcato" instead - not a big minus, just an observation. (I am in the camp of those who feel that there are lots of different ways to approach Bruckner.) The architecture is there, as is the inexorable flow, and the thrilling climaxes - a very well-paced reading, IMHO. And again, the group just sounds great. The brass section of this orchestra sounds more confident than those in many "adult" ensembles.
Highly recommended, for many reasons. [BRUCE HODGES]



Furtwaengler/DG, Gielen/Intercord, Abbado/DG, Welser-Moest/Emi, Barenboim/Teldec, and Suitner/Berlin Classics should all fit within your parameters, unless you insist on stereo, which rules out Furtwaengler of course. If I were to keep only one or two stereo recordings, it would be Welser-Moest and Barenboim, which sound remarkably spontaneous and, at times, thrilling. All of these are far superior to Knappertsbusch. [Simon Roberts]

The recent Sinopoli/Dresden on DG is excellent and has superb sound. And, if you happen to come across it, the Welser-Möst/LPO on Emi is a tremendously exciting performance in good sound. [Paul Kintzele] 

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INTRODUZIONE

Maybe those who like their Bruckner more mystically rarefied may not share his view, because here everything is grandly and dramatically shaped, to maximum effect, but I found it a thrilling and moving experience. The recording is very good, even more remarkable considering that these pieces, probably give great balancing problems to sound engineers. Very generous timing, very close to the limits of the format (79:26!).




 




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In seinem Tagebuch einer Musikreise, die ihn zwischen 1770 und 1772 durch ganz Europa führte, berichtete der englische Musikhistoriker und Komponist Charles Burney mit Erstaunen und Bewunderung über die intensive Musikpflege in den Ländern des Habsburgerreiches, die noch die einfachsten Lebensverhältnisse durchdringe.

Aus allen Kirchen Wiens würde die herrlichste Musik strömen, an jeder kleinen Dorfschule gelte die Musikausbildung als ebenso wichtig wie das Lesen und Schreiben, gerade auch durch ihre enge Verbindung mit der Kirchenmusikpflege. Bis ins neunzehnte Jahrhundert hinein konnten die Volksschulen Österreichs und Böhmens ihren Ruf als »Konservatorium Europas« geltend machen und auch immer wieder eine Bestätigung für Burneys resümierende Diagnose liefern: »Von Zeit zu Zeit steht in diesen Landschulen ein groß Genie auf.«16 Man denke etwa an Anton Bruckner, den 1824 geborenen Schulmeistersohn aus Ansfelden.
Die kulturellen Verhältnisse haben sich zwar heute grundstürzend verändert, aber in Regionen, in denen die Zeit doch ein »bisserl« stehen geblieben ist, haben sich auch die alten Standards fruchtbar tradiert. Wenn also ein Dirigent der jüngeren Tradition wie der 1960 in Linz geborene Franz Welser-Möst, der aus der Brucknerschen Heimat stammt (zwanzig Kilometer entfernt von Ansfelden), sich als einer der renommiertesten Bruckner-Dirigenten von heute etabliert hat, so ist dies mehr als eine biographische Grille oder gar Zufall. Denn ein musikalischer »Bub« aus Linz geht aufs musikalische Gymnasium der Stadt, und dort bekommt er eine hervorragende Ausbildung. Er wächst als Chorsänger mit der großen Kirchenmusiktradition von Haydn, Mozart und Schubert...

 





«[...] The greatest applause for Mahler's Ninth is silence. I remember a performance of the Schubert Unfinished Symphony in Vienna – we had 25 seconds of no applause. That's wonderful. I remember a Mahler Ninth in my early days in Sweden, when we had more than one minute of no applause. And when you have achieved that… it means more than a standing ovation. And in that sense, I hope we have that communication with the people in Cleveland as well – that they will be open to that, that they will express what they feel. In the beginning of March, we did Messiaen's Turangalila Symphony, and the management said this was one of the biggest successes ever of any piece. And that is the way it should be and the way it is meant to be. And I hope that the Cleveland audience – and I think they are open-minded enough – that they will cry and laugh, so to speak, in performances and be silent when necessary and be cheerful when necessary. [...]

 



TRISTAN IN WIEN

'Der Schlussjubel steigerte sich beim Erscheinen von
Franz Welser-Möst zu wahren Ovationen, die keinen Zweifel daran ließen, dass der aus Wels stammende
Dirigent längst zu einem Liebling auch des Wiener Publikums geworden ist.'



BRUCKNER VIII
IN BERLIN


IL TURCO IN
ITALIA A ZURIGO

In occasione del concerto che Franz Welser-Möst diresse alla Scala il 26 maggio 1997, il critico musicale de IL GIORNO di Milano Carlo Maria Cella
, in un articolo intitolato L'ANTICO STAMPO DI WELSER-MÖST E LA FILARMONICA, ebbe a scrivere...


Se progettasse automobili, Franz Welser-Möst le disegnerebbe a forme arrotondate, morbide, molto lavorate in onde ben raccordate l'una all'altra, come quelle che ordina la legge del coefficiente aerodinamico. Ma le riempirebbe di moduli che fanno storia: cofani all'antica, armoniose calandrature, radiatori cromati. E forse anche ruote a raggi, com'è probabile che da qualche parte rispuntino, magari su una sportiva giapponese o coreana, dove, non avendo tradizione in materia, la storia se l'inventano al video nuova di zecca. Se le costruisse, le auto, il maestro le forgerebbe a mano, in officina, come le vecchie Morgan, pestando la lamiera sulle forme con martelli di legno.
Franz Welser-Möst ha solo trentasette anni [nel 1997], gli occhiali da primo della classe, il gesto preciso, non estroso né retorico o trascinante, ma è un costruttore di suono e quando passa non lascia l'orchestra inerte o abbandonate alle sue abitudini. La cambia, lascia tracce di sè. E sono tracce che sanno di vecchia Austria.
Nel penultimo concerto di stagione, la Filarmonica della Scala non sembrava lei. Welser-Möst è un manipolatore silenzioso e pervicace. Più che un programma di musica, è venuto a dirigere un groviglio di segnali stilistici: «La bella Melusina» di Mendelssohn per i 150 anni dalla morte di Felix (1847), la «Sinfonia n. 3» di Schubert, per i 200 dalla nascite di Franz (1797), la «Terza» di Brahms per i cento di Johannes (1897). Tre sfumature del sinfonismo tedesco che Welser-Möst ha immerso in un suono insolito per l'orchestra della Scala, ammorbidito, arrotondato, smussato, carico di spessore, ispirato a modelli di maestri che non hanno nomi italiani. Perfino agli ottoni il direttore austriaco ha osato chiedere qualcosa di simile agli attacchi «implosi» e quasi flautati che si usano al Musikverein (anche se non è lì che il maestro lavora stabilmente, e questo è anche più significativo).
Welser-Möst si è riappropriato dei suoi autori e li ha storicizzati proprio incorniciandoli in quel suono viennese che porta nel sangue. Il pubblico della Scala ha applaudito con moderazione: i tempi e il fraseggio di Welser-Möst sono da intenditori che non amano false evidenze dimostrative. I professori della Scala hanno più volte tentato di dimostrare con applausi tutti loro che il maestro è, come si dice, gradito.

VEDI L'ARTICOLO ORIGINALE


Domenica mattina 21 marzo 2004
sono stato ancora una volta affascinato dalla profondamente radicata conoscenza stilistica (ah quanto importante!!!) che il Maestro austriaco ha palesato durante il magnifico concerto dedicato alla prima e alla seconda Scuola Viennese.
Affascinato dai colori, dal mirifico fraseggio, dalla vibrante trasparenza, dalla tensione al calor bianco negli Höhepünkte schubertiani («Zwei Orchesterstücke»?) e nei «Drei Orchesterstücke» di Berg, la cui filiazione schubertiana era, nella sua interpretazione, logica, inequivocabile e commovente.
Il «Rosenkavalier» del prossimo luglio sarà sicuramente un'altra pietra miliare del memorabile periodo zurighese di un Maestro che, pacatamente, senza i tromboni non di rado stucchevoli dello star system, ha portato il livello dell'Orchestra dell'Opernhaus a livelli inimmaginnabili: da quella sera del 1995 in cui ebbi la fortuna, con orecchie... incredule, di ascoltare la sua interpretazione del «Rosenkavalier»: mozartiana, lieve, limpidissima, mai pletorica; una sorta di «lectio magistralis», che convinse il team del Sovrintendente Alexander Pereira ad affidargli la direzione musicale del teatro zurighese.
Nel corso della stagione prossima il pubblico dell'Opernhaus avrà il privilegio di ascoltare, sotto la sua direzione, due nuove produzioni:
Pelléas et Mélisande di Debussy e La clemenza di Tito di Mozart.
L'augurio è che, anche quando scadrà il suo contratto, il Maestro possa continuare la sua collaborazione con il Teatro dell'Opera zurighese.




KULTUR IST, WIE MAN MITEINANDER UMGEHT




Franz Welser Möst übergab den Betrag an das Institut Hartheim, für das er sich seit mehr als 10 Jahren besonders engagiert. Die Beschäftigung mit Menschen, die unter erschwerten Bedingungen zu leben haben, wurde für Franz Welser-Möst auch zu einer persönlichen Bereicherung, die viel mit gesellschaftlicher Verantwortung zu tun hat. „Kultur muss man nicht nur haben, sondern auch weitergeben. Wie wir miteinander umgehen, beeinflusst diese Kultur maßgeblich“, so Franz Welser-Möst.



 


 

 

Das Silberne Ehrenzeichen des Landes Oberösterreich überreichte Landeshauptmann Dr. Josef Pühringer Anfang November dem oberösterreichischen Dirigenten Franz Welser-Möst. Er würdigte ihn dabei als großen Dirigenten mit charismatischer Persönlichkeit, der in den letzten 25 Jahren eine schier unglaubliche Laufbahn absolviert hat. Heute ist Welser-Möst die Gallionsfigur des Musiklandes Oberösterreich.


LEB WOHL, ZÜRICH!

ABSCHIEDSVORSTE


Am 13. Juli heisst es Abschied zu nehmen von Franz Welser-Möst, nicht endgültig, aber doch von ihm als dem Dirigenten, der 13 Jahre lang die musikalischen Geschicke unseres Hauses-geleitet hat. Die 13. für einmal eine Riesenglückszahl, seit wir uns auf das Abenteuer eingelassen haben, das Opernhaus Zürich gemeinsam zu neuen Ufern zu führen; ein Abenteuer, das in der Rückschau mehr als geglückt ist vor allem dank ihm, denn in erster Linie ging es darum, eine hervorragende Sängerschar, die es systematisch aufzubauen und zu erobern galt, zu Höchstleistungen zu führen.
Wir hatten das Glück, in unserem eher kleinen Haus viele Spitzenstars zu Leistungen zu ermutigen, die sie sich andernorts nicht zugetraut hätten; und da hat Franz-Weiser Möst den Teppich gelegt, mit seiger mittlerweile sprichwörtlichen Pianokultur Rollendebüts ermöglicht, von denen andere Häuser nur träumen können. Insbesondere unsere Sängerinnen im Mozart-, Wagner- und Strauss-Fach haben Standards gesetzt und gefunden, die von der Fachpresse aufgrund seines sensiblen Umgangs mit ihren Stimmen als "outstanding" eingestuft wurden. Auch Franz Welser-Möst hat, wie er es immer wieder gerne betont, gelernt aus der Begegnung mit Sängerpersönlichkeiten, die ihm das Zürcher Opernhaus geboten hat, aber Geben und Nehmen ist nicht nur in unserem Beruf wohl das Schönste und Sinnstiftendste.
Wir verdanken Franz Welser-Möst unendlich viele Stunden der aufwühlendsten, berührendsten und unerhörtesten Art, die mit Gold nicht aufzuwiegen sind. Unvergesslich sind auch unsere Gastspiele, in denen er Höchstleistungen, die in unserem Haus schon stattgefunden haben, noch gesteigert und in die Welt hinausgetragen hat. Für all das kann ich nur sagen: Danke von Herzen, Franz! Tröstlich zu wissen ist es, dass Franz Welser-Möst auch in Zukunft für weitere grosse Projekte an unser Haus zurückkehren wird. Verwaltungsrat, Direktion und alle Mitarbeiterinnen und Mitarbeiter desHauses bedanken sich gleichfalls und wünschen ihm für seine Zukunft an der Wiener Staatsoper nur das Beste.

Alexander Pereira

© Magazin Opernhaus Zürich - Mit gütiger Genehmigung


BEGINN UND ENDE DES ZÜRCHER MUSIKALISCHE
ABENTEURS: DER ROSENKAVALIER

Zum Ausklang der Festspiele, der zugleich der Abschied von Franz Welser-Möst als Generalmusikdirektor des Opernhauses Zürich ist, gelangt noch einmal Der Rosenkavalier unter seiner Leitung zur Wiedergabe. Mit diesem Werk hatte er sich im Oktober 1992 im Opernhaus Zürich vorgestellt, dessen musikalisches Profil er seit der Spielzeit 1995/96 nachhaltig prägte. Unter seiner Leitung zunächst als Chefdirigent, dann als Principal Conductor und schliesslich als Generalmusikdirektor des Hauses hat sich das Orchester zu einem Klangkörper der Spitzenklasse entwickelt, was sich nicht nur in der Nominierung zum "Orchester des Jahres 2002" in der Kritikerumfrage der Opernwelt niederschlug, sondern in immer zahlreicher werdenden Einladungen zu Gastspielen in Musikzentren wie Wien, London, Paris sowie zuletzt auch in Japan. Dort gastierte das Opernhaus Zürich unter seiner Leitung zu Anfang der Spielzeit mit dem 2004 in der Inszenierung von Sven-Eric Bechtolf neu erarbeiteten Rosenkavalier, der schon bei der Premiere als der "augenblicklich schönste 'Rosenkavalier' der Welt" gefeiert und in Japan zur "Aufführung des Jahres 2007" gewählt wurde. In der Abschiedsvorstellung von Franz Welser-Möst, der das Orchester an rund 500 Abenden nicht nur im Graben, sondern auch in zahlreichen Philharmonischen Konzerten immer wieder zu umjubelten Höchstleistungen geführt hat, singen Adrianne Pieczonka, Vesselina Kasarova, Malin Hartelius und Alfred Muff die Hauptpartien.
Seit seiner ersten Begegnung mit dem Orchester der Oper Zürich hat Franz Weiser-Most hier nicht nur das klassisch-romantische Repertoire, sondern immer wieder auch Werke des 20. Jahrhunderts dirigiert und sich damit dezidiert zum "Nicht-Spezialistentum" bekannt. So ist Alban Bergs Lulu in bester Erinnerung; die Basler Zeitung schrieb damals, im Orchestergraben spiele sich "Atemberaubendes" ab. Auch Korngolds Tote Stadt, Pfitzners Rose vom Liebesgarten, Janaceks Jenufa, Brittens Peter Grimes und d'Alberts Tiefland hinterliessen bleibende Eindrücke bei Publikum und Kritik.
Daneben setzte sich Franz Welser-Möst für das italienische Repertoire ein; die "schönsten pianissimi" und die "präzisesten Bläsereinsätze" bescheinigte ihm Die Welt für Don Carlo, und in Musik und Theater beschrieb der begeisterte Kritiker Welser-Mösts "differenziertes, waches, intelligent strukturiertes Dirigat" von Verdis Macbeth.
Gefeiert wurde Welser-Möst nicht zuletzt für seine Wagner-Dirigate. Eine "Sensation" sei der Tristan, schrieb die Südostschweiz, und das Tannhäuser-Dirigat beurteilte Der Bund als "überwältigend": "So strahlend und differenziert, so klanggewaltig und ausdrucksstark, so präzise und transparent nimmt die Musik Emotion und Verstand gefangen". Nicht zu vergessen die Erarbeitung des kompletten Ring des Nibelungen, der -wie die übrigen Dirigate Welser-Mösts auch - überregionales Interesse am Orchester der Oper Zürich hervorgerufen hat; der Berliner Tagesspiegel trifft ein zentrales Anliegen des Dirigenten, wenn er schreibt, "Welser-Mösts Wagner ist einer, der aus der Stille kommt".
Franz Weiser-Mosts Repertoireliste scheint fast unbegrenzt; so muss natürlich Mozart erwähnt werden, dessen Entführung aus dem Serail, La Clemenza di Tito und Don Giovanni ebensowenig fehlten wie Le Nozze di Figaro. Mit Così fan tutte wird Franz Welser-Möst übrigens in der kommenden Spielzeit ans Opernhaus Zürich zurückkehren und hier seinen Mozart-Da Ponte-Zyklus komplettieren.

© Magazin Opernhaus Zürich - Mit gütiger Genehmigung




 

L'Abschiedvorstellung del GMD Franz Welser-Möst non poteva che essere il Rosenkavalier: come detto, cominciò nel 1992 la sua scintillante carriera a Zurigo con quest'opera e non a caso volle finire riproponendo la stessa partitura, che, per chi scrive, è da annoverare tra le 5 opere che meglio possono dare un'idea della genialità in ambito artistico-musicale-operistico: Don Giovanni, Tristan, Falstaff,Rosenkavalier per l'appunto e Wozzeck. Il Rosenkavalier di ieri sera (13 luglio 2008) è stato un vero e proprio evento culturale in senso lato. Semplicemente sensazionale la direzione di Franz Welser-Möst, di certo non inferiore a quella di Erich e Carlos Kleiber e di Herbert von Karajan: diversa, com'è logico, ma, lo ripeto, non inferiore, anzi in alcuni momenti, specialmente nel terzo atto, addirittura più intensa e scavata, ottenuta anche grazie a un cast di valore assoluto, a un'orchestra che non ha ormai nulla da invidiare alle orchestre più blasonate che suonano nei Teatri d'Opera europei e americani e alla bellissima (a tratti veramente commovente) regia di Eric-Sven Bechtolf. Alla fine della rappresentazione, tutto il pubblico (il teatro era esaurito in ogni ordine di posti), dalla galleria, ai palchi e alla platea, si è alzato in piedi (un... unisono fisico-emotivo se così si può dire) tributando al Maestro una standing ovation clamorosa e lunghissima, interrotta per poco da un commosso ringraziamento del Sovrintendente Alexander Pereira che, con voce rotta dall'emozione, ha ripercorso per sommi capi i tredici anni trascorsi insieme all'«amico Franz»: una sorta di "periodo aureo" teatrale come fu quello di Claudio Abbado con Grassi-Mazzonis alla Scala di Milano. Subito dopo il breve discorso di Pereira è ripreso l'omaggio del pubblico raramente così compatto nel decretare il trionfo di una rappresentazione e di un interprete. A tutto il pubblico la Direzione del Teatro ha offerto champagne a volontà in vari spazi del Teatro. La memorabile serata dovrebbe far riflettere quei critici musicali tronfi e prevenuti che hanno spesso osteggiato, soprattutto all'inizio, ma non solo, il coerente cammino artistico di Welser-Möst che come pochissimi ha segnato indelebilmente la storia di questo Teatro e senza dubbio segnerà anche la storia della Staatsoper di Vienna. Sono convinto che Welser-Möst saprà trovare il tempo, negli anni futuri, di tornare a Zurigo per dirigere qualche altra Première. Tutti, alla fine del Rosenkavalier, se lo auguravano di sicuro in pectore.

Laureto Rodoni
laureto@rodoni.ch

«Die Absage von Franz Welser-Möst hatte den Abend mit dem Orchester der Zürcher Oper möglicherweise seines zusätzlichen, sensationellen Charakters entkleidet. Aber in der exzellenten Klangqualität und Spielkultur des Ensembles meinte man doch die Spuren von Welser-Mösts neunjährigem Wirken als Chefdirigent zu erkennen: Allem voran in den phänomenalen, ebenso klangsatten wie nachtwandlerisch sicheren Hörnern, aber auch im markanten schweren Blech, den präzise artikulierenden Holzbläsern, den disziplinierten Streichern, den blitzsauber gestimmten Paukern.»

 


FRANZ WELSER-MÖST
NEUINSZENIERUNGEN 1995-2008

1995/96

23. September 1995 LES CONTES D'HOFFMANN Jacques Offenbach
8. März 1996 RUSALKA Antonin Dvorak
23. Juni 1996 WERTHER Jules Massenet

1996/97

28. September 1996 PARSIFAL Richard Wagner
13. April 1997 DIE LUSTIGE WITWE Franz Léhar
6. Juli 1997 Zürcher Festspiele WEISSE ROSE Udo Zimmermann
11. Juli 1997 Zürcher Festspiele LA TRAVIATA Giuseppe Verdi

1997/98

20. September 1997 MADAME SANS-GÊNE Umberto Giordano
7. Januar 1998 TRISTAN UND ISOLDE Richard Waqner
19. April 1998 ROMEO UND JULIA Sergej Prokofiew
4. Mai 1998 JENUFA Leo Janacek
5. Juli 1998 Zürcher Festspiele LA FANCIULLA DEL WEST Giacomo Puccini

1998/1999

22. November 1998 HÄNSEL UND GRETEL Engelbert Humperdinck
20. Dezember 1998 DIE ROSE VOM LIEBESGARTEN Hans Pfitzner
23 Januar 1999 BORIS GODUNOW Modest Musoorgskj
30. Mai 1999 TANNHÄUSER Richard Wagner

1999/2000

24. Oktober 1999 SIMPLICIUS Johann Strauss
31. Dezember 2000 DIE ZAUBERFLÖTE W.A. Mozart
7. Mai 2000 ARABELLA Richard Strauss
8 Juli 2000 Zürcher Festspiele LULU Alban Berg

2000/01

8. Oktober 2000 DAS RHEINGOLD Richard Wagner
20. Januar 2001 DON CARLO Giuseppe Verdi
27. Mai 2001 DIE WALKÜRE Richard Watner
7. Juli 2001 Zürcher Festspiele MACBETH Giuseppe Verdi

2001/02

18. November 2001 SIEGFRIED Richard Wagner
28. April 2002 IL TURCO IN ITALIA Gioachino Rossini
20. Mai 2002 GÖTTERDÄMMERUNG Richard Wagner

2002/03

10. November 2002 FIERRABRAS Franz Schubert
13. April 2003 DIE TOTE STADT Erich Wolfgang Korngold
9. Juli 2003 Zürcher Festspiele DIE ENTFÜHRUNG AUS DEM SERAIL W. A. Mozart

2003/04

25. November 2003 DIE MEISTERSINGER VON NÜRNBERG Richard Wagner
4. Juli 2004 Zurcher Festspiele DER ROSENKAVALIER Richard Strauss

2004/05

14. Dezember 2004 PELLEAS ET MELISANDE Claude Debussy
24. April 2005 LA CLEMENZA DI TITO WA. Mozart
3. Juli 2005 Zürcher Festspiele LA BOHÈME Giacomo Puccini

2005/06

11. Dezember 2005 PETER GRIMES Benjamin Britten
7. Mai 2006 DON GIOVANNI W.A. Mozart
1. Juli 2006 TIEFLAND Eugene d'Albert

2006/07

11. März 2007 LE NOZZE DI FIGARO W.A. Mozart
24 Juni 2007 Zürcher Festspiele SZENEN AUS GOETHES FAUST Robert Schumann

2007/08

29. März 2008 DIE FLEDERMAUS Johann Strauss
28. Juni 2008 Zürcher Festspiele CARMEN Georges Bizet

 



Carmen in Zürich - Ein letztes Mal zeigt Welser-Möst, was er
aus dem Zürcher Opernorchester gemacht hat.

Mit Verve, federnder Rhythmik und auf Details bedacht führt er durch die Aufführung, die auf der kritischen Neuausgabe Michael Rots beruht. Statt der ursprünglichen Dialoge hat sich Welser-Möst für die nachkomponierten Rezitative entschieden, was ihm ermöglicht, ein geschlosseneres musikalisches Gesamtbild zu entwerfen. Das Zürcher Orchester zeigte sich am Premierenabend von seiner besten Seite. Welser-Mösts Weggang ist für Zürich ein herber Verlust.
© Wiener Zeitung 1. Juli 2008