JOHN C. G. WATERHOUSE

IL FINTO ARLECCHINO

LA MUSICA DI G. F.MALIPIERO
pp. 91-92

LIBRETTO

Ne Il finto Arlecchino prende corpo, in forma relativamente dichiarata, quella maniera neo-settecentesca che si era già affacciata nel minuetto e arietta della protagonista nel secondo quadro di Filomela. Anche qui gli ostìnati, le triadi parallele e gli effetti coloristici delle Commedie goldoniane e di altre composizioni precedenti hanno, in gran parte, ceduto il passo ad un tessuto piú solido e lineare; mentre l'armonia accenna ripetutamente, in un tono bonario eppure ironico, a certe progressioni di accordi tipicamente settecentesche, basate sul circolo delle quinte (v. battute 5-8 di Es. 36):
Alcuni passaggi, come la lenta introduzione al preludio del secondo quadro, si avvicinano addirittura al pastiche puro. Eppure la personalità di Malipiero non ne viene mai del tutto sommersa, ed anche qui egli interpone ogni tanto dissonanze abbastanza aspre, con intenti amabilmente comici. Nel complesso Il finto Arlecchino manca indubbiamente della ricca varietà fantastica delle Commedie goldoniane; ma è senza pretese e, entro i suoi limiti, diverte dal principio alla fine. Inoltre, una volta tanto Malipiero ha costruito un libretto (imperniato sull'idea di una gara di canzoni) che non può confondere nessuno.