IMPORTANZA DELLA PROPAGANDA

 

IL GIUDIZIO DI

GIUSEPPE BOTTAI

sull'importanza e ruolo

della propaganda

Qualche anno più tardi del giudizio espresso da Goebbels, Giuseppe Bottai, uno degli uomini di punta del regime fascista, scrisse, il 26 ottobre 1936, sul suo diario una pagina di straordinaria efficacia sul rapporto tra pubblicità e propaganda politica nella società di massa.

                                                                                                                                    

L'avvento della massa nella vita pubblica vi provoca le stesse necessità e gli stessi procedimenti pubblicitari, rteclamistici che in quella industriale e commerciale. La fama e la potenza d'un uomo politico nelle ristrette elites, nei clubs, nei consigli, nei cenacoli, nella legge, nelle consorterie, si costruivano in valori, veri o fittizi che fossero, faticosamente affermati giorno per giorno, come un lavoro paziente di bravura e di astuzia, con finezza, con un'accortezza, che finiva col mobilitare anche la furberia, Nella politica di massa la conoscenza dei capi non può ottenersi che a grandi tratti, con mezzi atti a impressionare milioni di fantasie e di cuori. Bisogna, ripetere, ripetere. Proprio come nella pubbliità commerciale. Il politico che crede di imporsi col libro, con l'articolo di giornale, con la conferenza, con la cultura, con la diligente preparazione, sill'illude, e, nelle inseparabili delusioni, lo conforta solo la stima di pochi. Anche l'uomo di valore deve avere lo stomaco di "fare il proprio articolo" pena il silenzio e l'impotenza.  

 

Come si vede dal confroto tra il pensiero di Goebbels e quello di Bottai, mentre il primo so rivolgeva a specialisti di comunicazione di massa, la riflessione di Bottai era invece confinata in un diario, non era destinata a diventare pubblica, e questo, senza dubbio, la rendeva più spontanea. Tutte due comunque dimostrano come il regime fascista e quello nazionalsocialista fossero all'avanguardia in materia di manipolazione delle masse. Le parole di Bottai sono molto più lucide di quelle del tedesco, ma questi fu indubbiamente il più abile fra tutti i dirigenti politici del suo tempo nel servirsi proprio di quegli strumenti che Bottai indicava sul suo diario.