RAFFAELLO DE RENSIS

RITORNO ALLA LAGUNA

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Questi successi, della Cenerentola, de La Vita Nova e della musica da camera, valsero a richiamare l'attenzione dei concittadini, i quali, nell'intento di rendergli onore e di riaverlo, fecero approcci verso Wolf-Ferrari per sapere se accettasse la direzione del Liceo Benedetto Marcello, rimasta vacante per le dimissioni di Marco Enrico Bossi, chiamato a dirigere il Liceo di Bologna.
Wolf-Ferrari, che si giudicava spirito libero e antididatta, si mostrò dapprima alquanto dubbioso, ma le pressioni degli amici, tra cui il Conte Sernagiotto, il maestro Calascione, direttore della Banda Municipale, Mario Pascolato, direttore della Gazzetta di Venezia, e sopratutto i genitori e i parenti, che sospiravano di riabbracciarlo, lo indussero ad accettare.
E la Laguna? Non era torse il suo sogno perenne tra le brume germaniche?
Un antefatto, che soltanto oggi siamo in grado di rivelare. Il Presidente del Liceo Marcello, prima di decidersi alla nomina, aveva chiesto il parere di Arrigo Boito, e questi, con lettera del 17 gennaio 1903 - fin oggi inedita - aveva cosi risposto: (Il Wolf-Ferrari è, per dirla con una formula inelegante ma chiara, un musicista nato. Cotesta sua natura così riccamente dotata per la musica, egli rese ancora più fertile con lo studio e col lavoro indefesso. La sua cultura musicale è pari a quella d'ogni compiuto Maestro. Le sue tendenze artistiche sono come devono essere, marcatamente moderne, ma senza folli eccessi di modernità. La sua indole artistica è nobilmente impetuosa, appassionata e poetica.
Ella mi chiede un giudizio anche intorno alle sue attitudini come insegnante di composizione. A questa domanda non posso rispondere che con argomenti indiretti. Non ebbi mai occasione di trattare col maestro Wolf-Ferrari delle questioni didattiche, né mi risulta ch'egli abbia avuta allievi. Ebbe ottimi maestri che lo istruirono con metodo ottimo; è presumibile ch'egli possa tramandare a sua volta la bontà del metodo agli scolari. Chi molto sa, bene insegna, ed egli sa molto. La sua ammirazione s'appunta negli astri più eccelsi della storia della musica: Bach, Beethoven, Wagner, Chopin fra gli stranieri, fra gl'italiani moderni Verdi. Studiò come una Bibbia la partitura del Falstaff. Diresse per qualche tempo una Società Corale; quindi ebbe campo di analizzare praticamente la sapientissima tecnica della scuola italiana del XVI a tutto il XVIII secolo. Quest'ultinio fatto ha un grande valore; rappresenta un preziosissimo complemento direi quasi un vital correttivo alla educazione che egli ebbe prettamente germanica. Tutto ciè mi permette di bene augurare.»
Questo piccolo ritratto, nel rapido disegno, è in gran parte preciso. Manca qualche linea e qualche sfumatura, ma certamente valse a decidere la nomina di Wolf-Ferrari a direttore del Liceo Benedetto Marcello, senza concorso e a vita, con decorrenza dal primo luglio 1903.
Essa fu accolta assai favorevolmente negli ambienti veneziani e della scolaresca, che si ripromettevano dal giovanissimo artista - aveva ventisei anni - un nuovo impulso non solo nei riguardi degli studi, ma della vita musicale della città, che languiva da gran tempo.
Il maestro era ben convinto della responsabilita assunta, e durante i mesi estivi medità e preparò un dettagliato programma razionale, rinnovatore e sopratutto italiano da imporre all'istituto. Egli, che aveva sofferto e che era passato a traverso dure esperienze per conquistare un indirizzo ed uno stile, pensava già al metodo didattico più confacente ai tempi moderni.