FERRUCCIO BUSONI

FUTURISMO DELLA MUSICA

Futurismus der Tonkunst.
B.184, H.45. In «Pan», Berlino, III, ott. 1912-marzo 1913, pp. 11-12.



Berlino, settembre 1912

Questa primavera nel giornale parigino «La liberté» (il numero mi è arrivato in ritardo) è stato annunciato il Futurismo nella musica. Il promotore conserva ancora l'incognito, ma in un manifesto proclama:
«I compositori di oggi, moderni passatisti, meritano soltanto il nostro disprezzo, in quanto inutilmente fabbricano opere originali con mezzi stantii... Apprendete dunque le leggi estetiche del futurismo... »
(Le quali non consistono poi in nient'altro che nella suddivisione dell'ottava in 50 intervalli: idea che proviene dalla fisica ed è stata presa più volte in considerazione).
«Sappiate che prepareremo tra breve pianoforti, strumenti ad arco e arpe «comatici» (?),una completa orchestra «comatica». Contemporaneamente al lavoro dei compositori futuristi si compie l'opera della realizzazione. Nel chiuso delle officine spuntano le forme di famiglie di strumenti, la cui insospettata perfezione permetterà alle composizioni futuristiche una resa perfetta.»

Allo stesso tempo mi arriva una notizia simile da Mosca, dove sono all'opera nichilisti musicali.
Questo è giusto, mi piace: già da gran tempo seguo questa linea seppure soltanto come teorico. - (Già nel 1906 proposi la divisione dell'ottava in 36 intervalli; due succesioni di terzi di tono alla distanza di mezzo tono l'una dall'altra. Lo «strumento universale» era già stato costruito in America: l'organo elettrodinamico; costò un milione, rimase a dormire e andò in rovina.)

Restano soltanto due domande. Primo: Sappiamo fare tutto quel che è vecchio e altrettanto bene dei vecchi, prima di cominciare qualche cosa di nuovo? Secondo: Abbiamo anche talento?
Alla prima domanda il manifesto risponde preventivamente in istile lapidario:
«Vogliamo muovere alla musica con animo vergine... »
«Noi togliamo il terreno sotto i piedi alle tradizioni... »
«Gli dèi musicali sono morti, a contatto con le loro creazioni non vibriamo più.»
La questione dell'assenso rimane sospesa finché non si levi il sipario.
Fino a quel momento questo rimarrà anche «futurismo». Dopo diventerà presente. E lo stesso manifesto insegna: «Il presente è un concetto vano, dite «è», già non è più... »
- Tout passe -