FERRUCCIO BUSONI

A PROPOSITO DEI
«CONCERTI SINFONICI» II

Zu den Orchesterabenden - II.
B.87, H.220. Lettera al direttore dell'Allgemeine Musik-Zeitung», Vienna, pubblicata ivi nel gennaio 1908. Cfr. nel presente volume la nota a
Concerti sinfonici I.
L'autore organizzò e diresse a Berlino, tra ii 1902 e il 1909, dodici concerti sinfonici nei quali fece ascoltare «opere nuove o raramente eseguite».



Egregio signore,

insieme con benevoli riconoscimenti dei miei sforzi, sento pur sempre ripetere che i miei concerti sinfonici non hanno prodotto che poche o addirittura nessuna novità di valore.
Mi permetto invece di far notare che molti compositori oggi apprezzati sono apparsi nei miei concerti per la prima volta come degli sconosciuti - e furono allora disdegnati. Debussy, Delius, Sibelius in prima linea. Quei miei concerti hanno presentato per la prima volta a Berlino altri lavori di Berlioz, Liszt, César Franck, Elgar, Vincent d'Indy, che in tutto il resto del mondo musicale si considerano pregevolissimi. La categoria dei solisti è stata rappresentata brillantemente da nomi come César Thomson, Suaret, Michael Press, Vianna da Motta [Sic, secondo una grafia non infrequente all'epoca: in realtà il noto compositore e Pianista portoghese (1868-1958) si chiamava José Viana da Mota], Felix Senius, ecc.; mentre persone di non minor valore hanno prestato la loro opera come direttori: il dott. Muck, d'Indy, Sibelius e altri.
Infine molti «giovani» ebbero da noi l'occasione di farsi ascoltare, che non avevano incontrato altrove.
Come risultato di undici concerti questo non mi sembra tanto privo di importanza - e ho tralasciato di menzionare molte altre cose. Infine mi è stato rimproverato di aver trascurato i compositori tedeschi. Al che voglio anzitutto sottolineare che - se è accaduto - non è stato fatto con intenzione. In secondo luogo ho creduto che i tedeschi trovassero maggior numero di occasioni di farsi sentire degli stranieri, perciò avessero meno bisogno di me: ripetere i lavori tanto diffusi di uno Strauss, di un Mahler, di uno Schillings non rientrava nel mio progetto. Tuttavia anche autori tedeschi hanno trovato posto nei miei programmi: Pfitzner, Hugo Kaun, Eduard Behm, Paul Ertel, Behr, Otto Singer, e anche di questi la maggior parte appariva perla prima volta.
Vorrei pregarLa di pubblicare queste righe, a mia giustificazione, nel Suo pregiatissimo periodico. Nel ringraziarLa vivamente in anticipo mi dico Suo devotissimo

Ferruccio Busoni

Vienna, 11 gennaio 1908