ALBAN BERG

LULU

ATTO TERZO

SCENA PRIMA

Vasto salone stuccato di bianco. Nel fondo una grande porta a battenti che introduce nella sala da gioco, dove si intravede il tavolo del baccarà. Nella parete di sinistra la porta d'ingresso e, molto in avanti, una piccola porta tappezzata. Nella parete di sinistra un'altra porta immette nella sala da pranzo. A destra, nell'angolo, un cassettone stile rococò con il piano di marmo bianco; sopra di esso, in una esile cornice dorata incassata nel muro, il ritratto di Lulu dell'atto precedente. A sinistra, nell'angolo, un grande specchio. Al centro del salone un sofà e delle poltrone Luigi XV. Sul davanti a destra un tavolino. - La porta comune è aperta. Alwa, l'atleta, il marchese, il giornalista, Lulu, la ragazza quindicenne e sua madre, l'arredatrice e la contessa Geschwitz camminano per il salone discutendo animatamente. Sulla porta comune un groom. Un cameriere serve dello spumante. Gli uomini sono in abito da società (Alwa, il banchiere e il marchese in frac; l'atleta in smoking e cravatta bianca, il giornalista in smoking), le signore in eleganti toilettes da sera (Lulu in toilette stile Direttorio, l'arredatrice in abito stilizzato, la quindicenne in vestito da principessina, la madre in abito vistoso e molto scollato, la Geschwitz, come sempre, in abito foggia maschile). Il groom (ragazza travestita) in giacchettina, calzoni aderenti ecc., il domestico in livrea da cameriere.

L'atleta
(con un bicchiere pieno in mano)
Signore e signori!
(rutta)
Permettetemi di bere, dato che è il compleanno della nostra gentile padrona di casa, alla salute della contessa Adelaide de...
(emette un suono incomprensibile al posto del nome francese che non è in grado di pronunciare)
Dunque bevo eccetera eccetera, gentili signore...
(beve)

Il banchiere
(al giornalista, imitando la voce dell'atleta)
«Eccetera eccetera, gentili signore... »

Il giornalista
«Eccetera eccetera, gentili signore...»

Il marchese
(brindando con Lulu)
Alla salute!

Alwa
(stringendo la mano all'atleta)
Ti porgo i miei complimenti.

Lulu
(brindando col marchese)
Alla salute!

Atleta
(ad Alwa e agli altri intorno)
Sto sudando come un maiale allo spiedo.

Domestico
(mescendo lo spumante)
Prego! Prego!

Banchiere
(brindando con Lulu)
Alla salute!

Giornalista
(brindando con Lulu)
Pupilla!

Lulu
(brindando col banchiere e col giornalista)
Alla salute!

Groom
(canticchia)

Alwa
(a Lulu)
Vado a controllare se tutto è a posto nella sala da gioco.

Lulu
Ti accompagno.
(Segue Alwa nella sala da gioco)

Groom
(segue con lo sguardo l'uscita di Lulu e Alwa e poi si rimette a canticchiare)

Domestico
(porta via i bicchieri vuoti)
Grazie tante! Grazie tante, signore! La ringrazio tanto, signore! Pardon, signore...

Arredatrice
(all'atleta)
È vero che lei è l'uomo più forte del mondo?

Atleta
Certamente! La prego di considerare la mia forza a sua disposizione.

Arredatrice
Io a dire il vero preferisco gli acrobati.
(Lo pianta in asso)

Marchese
(rivolgendosi alla madre e alla figlia quindicenne in tono stanco e annoiato)
Per quale motivo vediamo qui oggi per la prima volta la tua graziosa principessina?

Madre
(tenendo la figlia per il braccio)
È ancora in collegio.

Quindicenne
(alla madre)
Cosa dici, mammina?

Madre
Che vai ancora a scuola.

Quindicenne
Perché dici questo, mammina?

Giornalista
(alla madre)
È veramente deliziosa sua figlia.

Marchese
(al giornalista)
Che belle gambe ha!

Giornalista
E che bei capelli!

Marchese
(anche rivolgendosi al banchiere)
Che bella andatura!

Banchiere
(unendosi a poco a poco al gruppo attorno alla madre e alla figlia)
Perbacco, che classe!

Madre
Suvvia, signori, è ancora una bambina, una vera bambina!

Giornalista, marchese, banchiere
Questo non ci mette certo in imbarazzo!

Arredatrice
(si volta verso il gruppo e sente la risposta della madre. Tra sé)
Una bambina?
(La quindicenne, la madre, il marchese, il giornalista, il banchiere formano, durante il dialogo seguente, un gruppo a parte, continuando la loro conversazione in tono sommesso)

Atleta
(osservando la contessa, che aveva seguito con lo sguardo l'uscita di Lulu, si avvicina a lei con atteggiamento arrogante)
Vostra Grazia...
(La Geschwitz si volta dall'altra parte)
Le faccio tanta paura, eh?
(Si dirige verso la sala da gioco, poi ne ritorna masticando un panino imbottito)

Geschwitz
(si volta ancora di scatto e va incontro ad Alwa che esce dalla sala da gioco)

Alwa
Che c'è?

Geschwitz
Ma oggi non si gioca?

Alwa
Ma sì, certamente!

Arredatrice
(alla Geschwitz)
E ci conto anche molto.

Groom
(venendo un po' avanti)
I signori possono subito prendere posto.
(vuole portare la Geschwitz nella sala da gioco)
Gli uomini ci seguiranno.

Geschwitz
Un momento, la prego, devo dire solo una parola alla mia amica.

Marchese
(si è frattanto avvicinato all'altro gruppo, formato dall'arredatrice dalla Geschwitz e da Alwa; come sopra)
Posso chiedere l'onore di unirmi a loro?
(Si reca con l'arredatrice verso la sala da gioco)

Cameriere
(nel frattempo ha sparecchiato ed è andato in sala da pranzo)

Alwa
(mentre incita gli altri a giocare al baccarà, si avvicina al gruppo - banchiere, giornalista, madre che sta in disparte, e ascolta di nascosto le loro conversazioni.)

Quindicenne
(senza che la madre se ne accorga, si avvicina al groom e lo segue nella sala da gioco)

Madre
Dica, signor direttore generale, avrebbe ancora per me qualche azione della Jungfrau?

Banchiere
Veramente ho ancora circa quattromila azioni, ma preferirei non venderle. Non ci sarà tanto presto un'altra occasione di accumulare un piccolo patrimonio.

Giornalista
Di queste azioni finora ne ha una sola, e vorrei poterne comprare altre.

Banchiere
Farò il possibile, dottore, per procurargliene. Ma l’avverto fin d'ora che le pagherà molto care!

Madre
Tutti i miei risparmi sono investiti in azioni Jungfrau. Se mi va male, signor direttore, le caverò gli occhi.

Banchiere
Sono più che sicuro del fatto mio, carissima.

Alwa
Anch'io posso garantirle che la sua paura è del tutto priva di fondamento. Le mie azioni Jungfrau le ho pagate molto care e non rimpiango per nulla il denaro che ho speso. Salgono di giorno in giorno. Non si è mai vista una cosa del genere.

Madre
Be', tanto meglio se ha ragione.
(Prende il braccio del banchiere; in tono casuale)
Venga, amico mio, andiamo a tentare la fortuna al baccarà.
(Esce al braccio del banchiere. Alwa e il giornalista si uniscono a loro)

Atleta
(esce dalla sala da pranzo mentre finisce di mangiare un panino; gettando uno sguardo insolente alla Geschwitz, si dirige verso la porta di centro)

Geschwitz
(gira bruscamente il capo, fissa Lulu che rientra col Marchese)

Lulu
(viene dalla sala da gioco; ha un aspetto turbato)

Atleta
(ha scribacchiato qualcosa su un biglietto: lo ripiega e, senza farsi notare, lo dà a Lulu)

Marchese
Permetta due parole.

Lulu
(mentre l'atleta le passa il biglietto)
Prego, quante desidera...

Atleta
Ho l'onore di riverirvi.
(Fa un inchino e si reca nella sala da gioco)

Marchese
(alla Geschwitz)
Ci lasci soli!

Geschwitz
(non si muove)

Marchese
È sorda?

Geschwitz
(con un profondo sospiro va nella sala da gioco)

Groom
(chiude dall'interno la porta di mezzo)

Lulu
Dimmi subito quanto vuoi.

Marchese
(col suo solito tono stanco e annoiato)
Di soldi non me ne puoi dare più.

Lulu
Come ti salta in mente di dire che non abbiamo più soldi?

Marchese
Perché ieri mi hai dato gli ultimi che vi restavano.

Lulu
Se vuoi che venga con te, non hai bisogno di cominciare con le minacce.

Marchese
Lo so. Ma ti ho già più volte detto che non fai al caso mio. Proprio per questo motivo sei particolarmente adatta al posto che ti ho trovato.

Lulu
Ma sei matto! Procurarmi un posto!

Marchese
Ti ho già detto che mi occupo anche della tratta delle bianche. Tra le numerosissime avventuriere di ottima famiglia che vengono qui da ogni angolo del mondo, più di una volta ho trovato una creatura affamata di vita che ho restituita alla sua naturale destinazione.

Lulu
(risoluta)
Non è un mestiere che fa per me. Poteva forse attirarmi quando avevo quindici anni.
(Gesto)
Allora, per mia fortuna, rimasi tre mesi all'ospedale senza mai vedere un uomo. Durante quel periodo mi si aprirono gli occhi e mi riconobbi per quella che ero. Ogni notte, nei miei sogni, mi si presentava l'uomo per cui sono stata creata e che è stato creato per me. E quando mi ricacciarono di nuovo in mezzo agli uomini, non ero più un'oca come prima. Da allora, chiunque incontri anche nella notte più tenebrosa, so già a cento metri di distanza se siamo fatti l'uno per l'altra. E quando pecco contro questa mia intuizione, il giorno dopo mi sento sordida sia nel corpo sia nell'anima.

Marchese
Il procuratore generale darà mille marchi a chi consegnerà nelle mani della polizia l'assassina del dottor Schoen. Non ho che da fare un fischio al poliziotto giù all'angolo, e avrò guadagnato mille marchi.
(Riprendendo il tono stanco e annoiato)
Per contro, quell'istituto del Cairo paga milleduecento marchi, cioè duecento più del procuratore.

Lulu
Vuoi darmi a intendere che quell'egiziano pagherebbe milleduecento marchi per una che non conosce?

Marchese
Mi sono permesso di fargli pervenire le tue fotografie.

Lulu
Quelle che io ti avevo date?...

Marchese
Come vedi, lui sa apprezzarle meglio di me.
(Sempre stanco e annoiato)
Quel ritratto in costume d'Eva davanti allo specchio, quando tu sarai lì, lo appenderà senza dubbio sopra la porta d'ingresso.

Lulu
(con fermezza)
Mai mi farò rinchiudere in una casa del genere!

Marchese
Allora consenti che faccia un fischio al poliziotto.

Lulu
Perché non mi chiedi semplicemente milleduecento marchi?

Marchese
Perché tu e il tuo musicista non avete più un centesimo.

Lulu
Abbiamo ancora trentamila marchi...

Marchese
...in azioni. Io, delle azioni, non ho mai voluto saperne. Il procuratore generale paga in valuta tedesca, l'egiziano in oro inglese. Per favore, ti prego, decidi subito. Il treno parte all'una. Se alle undici non ci siamo accordati, chiamo il poliziotto. Altrimenti, così come sei, ti metto su una carrozza, ti porto alla stazione e domani mattina ti accompagno sul bastimento.

Lulu
(all'inizio con passione trattenuta)
Io vengo con te in America, in Cina, ma non posso vendere l'unica cosa che mi è sempre appartenuta.

Marchese
Se entro le undici non abbiamo lasciato questa casa, domani sarai trasportata sotto scorta in Germania, insieme a tutta la tua cricca.
(Crescenti rumori provengono dalla sala da gioco)

Lulu
Tu non puoi farmi questo!

(I due battenti della porta della sala da gioco si aprono e tutti escono, con grande fracasso)

Geschwitz
(entra, cerca con lo sguardo Lulu e la fissa continuamente)

Marchese
(si allontana da Lulu e si rivolge ai nuovi arrivati, cominciando da Alwa)

Groom
(rimane sulla soglia della sala da gioco, dopo averne aperto la porta insieme col domestico)

Alwa
(con un titolo azionario in mano)
Splendido! Va splendidamente!

Giornalista
(al banchiere)
Mi ha promesso un'altra azione.

Banchiere
Ma certo, ma certo!

Arredatrice e madre
Anche a me, signor direttore generale.

Banchiere
(alle due donne)
Quello che prometto, io mantengo.

Lulu
(in disparte dagli altri, gli occhi fissi)
Io in un bordello?

Alwa
(non riesce a farsi ascoltare)
Signor direttore... signor direttore...

Banchiere
(a Alwa)
Quello che ho promesso, io mantengo.

Arredatrice e madre
Quello che promette. lui mantiene.

Giornalista
(alle due signore)
Allora mi guadagno un piccolo patrimonio.

Arredatrice e madre
(al giornalista)
Anch'io ho guadagnato!

Quindicenne
(alla madre)
Anche tu hai guadagnato?

Atleta
La Geschwitz ha puntato la sua ultima camicia.

Banchiere
L'ultima camicia?

Atleta
L'ultima.

Lulu
(vedendo l'atleta, si ricorda del biglietto, lo spiega e lo legge di nascosto)
Mi servono ventimila marchi, altrimenti ti denuncio .

Alwa
(alla compagnia, cercando di farsi ascoltare)
Sì, tutti hanno vinto.

Arredatrice, quindicenne, madre, Groom, Alwa, marchese, giornalista, cameriere
(formando un gruppo di otto persone e parlando tutti insieme)
Tutti vincono!... Tutti hanno vinto!... È incredibile!... È quasi incredibile!... Vince anche il banco!... Ha vinto anche il banco!...
(tutti e otto)
Sì, è fantastico. Da dove viene tanto denaro.

Banchiere
(assieme al gruppo)
Santo Dio! Da dove proviene tanto denaro! Non cerchiamo di saperlo...

Atleta
(insieme a lui)
Sì, è inspiegabile da dove viene tanto denaro. Evitiamo di scoprirlo.

Banchiere e atleta
L'importante è che non ci sia bisogno di economizzare lo champagne.
(Il gruppo si scioglie)

Alwa
Ah, già... spumante...

Giornalista
(insieme a lui)
Già, lo champagne!

Alwa, giornalista, banchiere
Al buffet, gentili signore.

Groom e cameriere
(corrono verso la porta della sala da pranzo, il cameriere la apre, tutti e due si fermano invitando ad entrare)
Al buffet, allo champagne!... Da questa parte, prego...

La compagnia
(tutti insieme)
Favoriscano, signore!... Allo champagne, signore!... Ho sete di champagne!... Anche noi abbiamo sete... Al buffet, allo champagne, signore...

(Tutti, tranne l'atleta, si recano nella sala da pranzo; Alwa tiene al braccio la quindicenne. La porta della sala da pranzo viene chiusa dall'interno, quella della sala da gioco rimane aperta. Mentre tutto ciò accade, si svolge il seguente dialogo Lulu-Geschwitz)

Geschwitz
(si avvicina a Lulu rimasta in disparte)

Lulu
(se ne accorge e fa per svignarsela dalla porta tappezzata)

Geschwitz
(vicino a Lulu)
Te ne vai perché vengo io?

Lulu
(si ferma)
Neanche per idea, ma se tu vieni, me ne vado io!

Geschwitz
Nei rapporti con me potresti almeno rispettare le forme esteriori!

Lulu
Con te rispetto le stesse forme che con ogni altra donna. E ti prego di comportarti allo stesso modo.

Geschwitz
Mi hai ingannato in ogni cosa.

Lulu
Ah sì? E in che cosa in particolare?

Geschwitz
Hai dimenticato le proteste appassionate con cui, quando eravamo in ospedale, mi inducesti a lasciarmi rinchiudere in prigione al posto tuo? Mi hai ingannato in ogni cosa...

Lulu
Tu non sei un essere umano come gli altri. Per farti uomo non c'era materia a sufficienza, per farti donna avevi un cervello troppo grande per il tuo cranio. Per questo sei pazza!

Geschwitz
Mi hai ingannato in piena consapevolezza. Non t'invidio questa capacità di torturare vittime inermi. Non riesco davvero a invidiarti. Mi sento libera come un dio, quando penso di che esseri ripugnanti sei schiava.
(Fine del dialogo contemporaneo alla precedente scena d'insieme)

Atleta
(a Lulu)
Un momento! Hai letto la mia lettera?

Geschwitz
(vedendo l'atleta e sentendosi di troppo, va nella sala da gioco)

Lulu
(girandosi verso l'atleta)
Minacciami quanto vuoi di denunciarmi. Non ho più denaro a colpi di ventimila alla volta.

Atleta
Non dir bugie,
(dando nel falsetto)
puttana. Avete ancora quarantamila marchi in azioni Jungfrau. Il tuo... sposo se ne è vantato poco fa.

Lulu
Allora va' a ricattare lui.
(Ride)

Atleta
Figurati! Con quel cornuto mi ci vogliono due giorni per fargli intendere che ho bisogno di soldi per sposarmi; lo sai, sono fidanzato.

Lulu
Ti do la mia benedizione. Ma perché allora tormenti la Geschwitz con le tue proposte?

Atleta
Perché quella è nobile. Io sono un uomo di mondo e in un salotto distinto so apparire meglio di tutti voi messi insieme. Ma questo non c'entra. Mi farai avere o no il denaro per domani sera?

Lulu
Ma io non ho più denaro.

Atleta
Alwa ti dà fino all'ultimo centesimo che ha, se tu compi una sola volta il tuo maledetto dovere nei suoi confronti.

Lulu
Lascia da parte Alwa, per favore.

Atleta
Farai felice quattro persone
(contando sulle dita)
se ne lasci in pace cinque
(gesto sdegnoso con la mano)
e ti sacrifichi a fin di bene.

Lulu
(tra sé)
È tutto a causa di quel matrimonio?!

Atleta
Ci dev'essere sempre di mezzo soltanto quel negriero?

Lulu
Vuoi che lo preghi di farti lume giù per le scale?

Atleta
Come desidera la signora contessa. Se entro domani sera non mi dai i ventimila marchi, presento denuncia alla polizia, e la vostra corte bandita
(con un gesto, si dirige verso la sala da pranzo)
è finita per sempre.
(La porta viene spalancata dal cameriere)
E adesso arrivederla, signora contessa.

(Tutta la compagnia, sazia, rientra chiacchierando pigramente e si dirige verso la sala da gioco. Si sentono parole come «baccarà, sala da gioco, azioni Jungfrau, diecimila»)

Marchese
(entrato fra i primi, si dirige verso Lulu)

Atleta
(visto il marchese, abbandona Lulu quasi fuggendo verso la sala da gioco, dove raggiunge gli altri, dopo aver gettato un ultimo sguardo furtivo verso il marchese e Lulu)

Lulu
(sul davanti a sinistra, sostiene lo sguardo del marchese)

Groom
(venendo dalla porta d'ingresso, corre verso il gruppo che esce dalla sala da pranzo; chiama ripetutamente: Signor direttore generale... e porge un telegramma al banchiere)

Cameriere
(resta immobile sul davanti a sinistra)

Marchese
(si rivolge a Lulu - dapprima con un gesto interrogativo verso l'atleta che se ne va guardandosi indietro - poi insiste con lei, che cerca di spiegarsi; indica quindi il suo orologio da polso le dà una risposta categorica; si volta per allontanarsi, e, al nuovo tentativo di seguirlo da parte di Lulu, si dirige senza esitazione verso la sala da gioco)

(Il resto del gruppo, tranne il banchiere, entra con lentezza nella sala da gioco)

Banchiere
(in piedi al proscenio a destra, ricevendo il telegramma e aprendolo)
«Azioni ferrovia Jungfrau crollate a...»
Già già, così va il mondo...
(Dà una mancia e un buffetto sulla guancia al groom, e va nella sala da gioco borbottando fra sé):
Se non succhio io il sangue a te, lo succhi tu a me...

Groom
(va col banchiere fino alla porta della sala da gioco, gliela chiude alle spalle e si volta subito verso Lulu)

Lulu
(profondamente rattristata e sola, nota il cenno del groom, il quale, indicandole la porta tappezzata, le mormora qualcosa all'orecchio. Riprendendo speranza)
Certo, che entri pure.

Groom
(apre la porta tappezzata e fa segno a Schigolch, che entra lentamente. Il groom, a un cenno di Lulu, attenua la luce troppo intensa, entra nella sala da gioco chiudendosi la porta alle spalle. Tutte le porte ora sono chiuse)

Lulu
(va incontro a Schigolch)

Schigolch
(in frac, cravatta bianca, scarpe di vernice scalcagnate e un gibus spelacchiato che tiene in testa. Dopo aver lanciato al groom una significativa occhiata, sempre col fiato corto)
Effettivamente
(si siede)
mi servono soldi, urgentemente. Sto affittando una casa per la mia amante.

Lulu
(del tutto calma in apparenza)
Ha molto bisogno di questi soldi?

Schigolch
Vuole metter su casa per conto suo.
(Poiché Lulu lo fissa irritata)
Sono somme che per te non contano nulla.

Lulu
(vinta da un’improvvisa crisi di pianto, si getta ai piedi di Schigolch)
Oh Dio onnipotente!

Schigolch
(accarezzandola)
Cosa c'è?

Lulu
(singhiozzando)
È troppo orribile.

Schigolch
(si prende Lulu sulle ginocchia e la tiene in braccio come una bambina, mentre lei continua a singhiozzare convulsamente)
Tu pretendi troppo dalle tue forze!
(Parlandole sommessamente)
Una volta tanto dovresti metterti a letto con un romanzo. Piangi, su, sfogati a piangere! Anche quindi anni fa hai avuto una crisi così.

Lulu
(a poco poco smette di piangere e prorompe)
Ne va della mia testa, vogliono denunciarmi.

Schigolch
Chi ti denuncia?

Lulu
Il saltimbanco.

Schigolch
(calmissimo)
A quello ci penso io!

Lulu
(implorante)
Pensaci tu ! Ti prego, pensaci tu! Poi fa' di me quello che vuoi!

Schigolch
Se viene da me, è affare fatto. La mia finestra dà sul fiume. Ma non verrà
(scuote la testa),
non verrà.

Lulu
Te lo spedisco io. Verrà con la Geschwitz.
(Sempre in tono misterioso)
Verrà stasera stessa. Va' a casa, preparagli una bella accoglienza.

Schigolch
Basta che venga.

Lulu
(come sopra)
Domani mi porterai gli anelli d'oro che hai agli orecchi.

Schigolch
Porta anelli agli orecchi?

Lulu
Glieli puoi togliere prima di gettarlo giù; se è ubriaco non si accorgerà di nulla.

Schigolch
E poi, figliola, e poi?

Lulu
(imitando il suo tono di voce)
Poi ti darò i soldi per la tua amante.

Schigolch
Questa la chiamo avarizia.

Lulu
Tutto quello che vorrai! Quello che ho!

Schigolch
Quanto tempo è che...
(cercando l'espressione giusta)
non ci conosciamo più?

Lulu
Se non vuoi altro...

Schigolch
(la stringe dolcemente a sé)

Lulu
(liberandosi)
Ma non hai un'amante?

Schigolch
Non è di primo pelo.

Lulu
(drizzandosi)
Giura, dunque!

Schigolch
Ti ho mai mancato di parola?

Lulu
Giura che a lui ci pensi tu!

Schigolch
Ci penso io.

Lulu
Giuramelo!

Schigolch
(mette la mano sulla caviglia di lei)
Per tutto quello che ho di sacro! Stanotte, quando verrà.

Lulu
«Per tutto quello che ho di sacro.» Che sollievo!

Schigolch
Che bruciore!

Lulu
(poiché egli minaccia di farsi più intraprendente, balza in piedi)
Corri presto a casa. Tra mezz'ora saranno lì.

Schigolch
(si alza)
Vado.

Lulu
Presto! Ti prego.
(Tenendolo per mano lo conduce fino alla porta tappezzata)
L'indirizzo!

Schigolch
(mezzo tirato da Lulu, sempre respirando a fatica)
Te lo scrivo.

Lulu
Sì, fuori.
(Entrambi escono)

Atleta
(spinto con violenza dal marchese)
Almeno mi tratti con un po' di educazione!

Marchese
(con gran flemma)
Perché, poi? Voglio sapere di che cosa parlava poco fa con la signora!

Atleta
Allora potrebbe essere gentile!

Marchese
L'hai minacciata di denunziarla se non veniva con te!

Atleta
Che spudoratezza! Come se mai potesse venirmi in testa un'idea simile... Se la voglio, sa Dio che non ho bisogno di minacciarla di prigione!

Marchese
Grazie. Era tutto quello che volevo sapere.
(Esce, con uno sguardo al ritratto di Lulu)

Atleta
(solo)
Figlio d'un cane! Vieni qua, se vuoi che ti arrotoli le trippe intorno al collo!

Lulu
(esce dalla porta tappezzata, tenendo in mano un foglio con l'indirizzo di Schigolch)

Atleta
(vedendola entrare, si dirige furibondo verso di lei)
Gli ho insegnato cosa vuoi dire attaccar lite con me, a quel negriero! Brutta puttana, come hai potuto raccontargli che volevo sedurti?

Lulu
Non pretendevi che mi concedessi a Alwa per ventimila marchi in azioni Jungfrau?

Atleta
Perché è tuo dovere aver compassione di quel povero ragazzo.

Lulu
La Geschwitz è in uno stato da far pietà. È capace di buttarsi in acqua, se la fai aspettare ancora.

Atleta
Ma che cosa aspetta?

Lulu
Aspetta te, che tu la porti via.

Atleta
Allora salutala tanto e dille che si butti pure.

Lulu
Mi presterà ventimila marchi, se oggi la porti via con te.

Atleta
E se non la porto?

Lulu
(calma)
Allora denunciami! Io e Alwa non abbiamo più un soldo.

Atleta
Fulmini e terremoti!

Lulu
(imitando la scena parallela)
«Farai felici quattro persone se ne lasci in pace cinque e ti sacrifichi a fin di bene.»

Atleta
È sicuro che mi procurerà i ventimila marchi?

Lulu
Domandalo a lei.

Atleta
Allora dille che sono pronto. La attendo nella sala da pranzo.
(Va verso la sala da pranzo; di sulle porta)
Prima però bisogna che mi procuri un barile di caviale.
(Via)

Lulu
(va verso la porta della sala da gioco, la apre e chiama con voce ferma)
«Marta!»
(La contessa Geschwitz entra subito nel salone e chiude la porta dietro di sé).
Tesoro, oggi puoi salvarmi dalla morte.

Geschwitz
E in che modo?

Lulu
Se andrai col saltimbanco in una casa d'appuntamenti.

Geschwitz
A far che, amor mio?

Lulu
Dice che stasera stessa devi andare a letto con lui, altrimenti domani mi denuncia.

Geschwitz
Come è possibile che una tale mostruosità ti salvi la vita? Non riesco a capirlo!

Lulu
Lui vuole solo soddisfare la sua vanità. Tu scongiuralo di aver compassione di te.

Geschwitz
E poi?

Lulu
Domani mattina ti aspetto. Non aprirò gli occhi prima che tu mi sia vicina.

Geschwitz
Allora, digli che venga.

Lulu
Ma tu devi gettargli le braccia al collo.

Geschwitz
(tra sé)
Non ci capisco niente.

Lulu
Prendi questo biglietto, c'è scritto l'indirizzo. È un albergo di sesto ordine, e lì ti aspettano stasera con lui.

Geschwitz
Facciamo presto...

Lulu
(chiama verso la sala da pranzo)
Per favore caro!

Professore
(è un uomo di statura gigantesca, dal viso raso e roseo, dagli occhi azzurri e dall'amabile sorriso. Porta una pellegrina e un cilindro e ha in mano l'ombrello inzuppato d'acqua)

Lulu
Questa è casa mia.

Professore
(si porta l'indice alle labbra. Poi apre l'ombrello e lo depone ad asciugare sul pavimento nel fondo. Tutto questo e lutto il seguito frettolosamente)

Lulu
Non è molto accogliente, senza dubbio.

Professore
(viene avanti, le pone una mano davanti alla bocca e l'indice dell'altra sulle proprie labbra)

Lulu
Che cosa vuole farmi intendere con questo?

Professore
(le chiude subito la bocca)

Lulu
Qui siamo soli. Nessuno ci sente!

Professore
(si riporta l'indice alle labbra, va verso il fondo, ripiega la pellegrina e la depone sulla sedia presso la porta)

Lulu
(tra sé)
Dio mio, questo è un maniaco!

Professore
(ritorna senza rumore verso il proscenio, prende tra le mani la testa di Lulu e le dà un fuggevole bacio in fronte)

Lulu
Vorrà farmi un regalino, spero.

Professore
(le porge una grossa banconota e le lancia uno sguardo significativo)

Lulu
(Osservando lieta la banconota dalle due parti)
Bravo, bravo!
(Gli si avvicina cauta, gli cinge la vita con un braccio e lo bacia sulla bocca)

Professore
(si scioglie dall'abbraccio ridendo in silenzio e si guarda attorno perplesso)

Lulu
(prende la lanterna dal tavolino e apre la porta che dà nella sua stanzetta)

Professore
(entra sorridendo, dopo essersi tolto il cappello sulla soglia)
(La scena è buia ma un raggio di luce filtra sotto la porte della cameretta)

Alwa
(striscia carponi, fuori dallo sgabuzzino, mormora)
Sono andati?

Schigolch
(seguendo Alwa)
Un momento!

Alwa
Voglio mettermi in ginocchio davanti alla sua porta.
(striscia fino a questa)

Schigolch
Povero cocchino!
(Attraversa tentoni la scena, prende dalla sedia la pellegrina del visitatore, ne fruga in fretta le tasche e ne trae un libro che dà a Alwa)
Guarda un po' cos'è.

Alwa
(tiene il libro nel raggio di luce proveniente dalla stanzetta e legge)
«Buoni consigli per i pellegrini devoti e per quelli che vogliono diventarlo.»

Schigolch
Quello lì mi sembra proprio abbandonato da Dio.
(Rimette la pellegrina sulla sedia e torna rapidamente a tentoni verso il suo sgabuzzino, chiudendone la porta dietro di sé)

Alwa
Dobbiamo tagliar la corda.
(Anche lui gli scivola dietro)

Lulu
(rientra e pone la lanterna sul tavolino)

Professore
(la segue, in fretta come sempre)

Lulu
Verrà ancora a farmi visita?

Professore
(le tappa la bocca)

Lulu
(guarda il cielo come disperata e scuote il capo)

Professore
(si rimette la pellegrina e le si avvicina, ponendo l'indice sulle labbra)

Lulu
(gli si getta al collo in due movimenti)

Professore
(si scioglie dolcemente da lei, le bacia la mano e si dirige verso la porta)

Lulu
(fa per accompagnarlo)

Professore
(le fa cenno di fermarsi ed esce rapido e in silenzio)
(Alwa e Schigolch escono dallo sgabuzzino)

Lulu
(con voce atona)
Come mi ha eccitata costui!

Alwa
Quanto ti ha dato?

Lulu
Eccoti tutto. Io ridiscendo!

Schigolch
(in tono grandioso)
Qui
(gesto)
possiamo continuare a vivere da principi.
(Si odono ancora passi per le scale)

Alwa
Sta risalendo.

Lulu
(origlia)
No, non è lui. È qualcun altro.

Alwa
Sta salendo qualcuno.

Lulu
Chi può essere?

Schigolch
Forse è un suo amico al quale lui ci ha raccomandati!

Lulu
Sento che è alla porta.

Alwa
Lo sento anch'io!

Lulu
Chi sarà?

Schigolch
Avanti!

Geschwitz
(entra; è vestita miseramente e ha in mano un rotolo di tela)
Se ti disturbo me ne vado subito. Volevo dirti che dopo molte settimane di sforzi non ho ricevuto nemmeno un soldo.

Schigolch
E adesso Sua Grazia metterebbe volentieri le gambe sotto la nostra tavola.

Geschwitz
Però non arrivo a mani vuote. Ti porto qualcos'altro. Per via ho trovato un robivecchi che me l'avrebbe pagato dodici scellini. Io non mi sono sentita il coraggio di disfarmene. Ma tu, se vuoi, puoi venderlo.
(Le tende il rotolo)

Lulu
Cos'è?

Schigolch
Che cos'ha lì?

Alwa
Faccia vedere!
(Prende il rotolo di tela e lo svolga; emozionato)
Dio mio, è il ritratto di Lulu! Lulu
(Con un grido)
Il mio ritratto! Toglietemelo dagli occhi! Gettatelo dalla finestra!

Alwa
(tutta un tratto rianimato)
E perché? Di fronte a questo ritratto riacquisto la stima di me stesso. Mi rende comprensibile il mio destino.
(In tono un po' elegiaco)
Chi di fronte a queste labbra piene e fiorenti, a questi grandi occhi innocenti di bambina, allo splendore di questo corpo bianco e rosa, non si sente scosso nella sua sicurezza borghese, scagli su di noi la prima pietra.

Schigolch
Dobbiamo appenderlo a un chiodo, per la nostra clientela.

Alwa
(affaccendandosi)
Laggiù nel muro c'è un chiodo.
(Fissa a un chiodo nel muro il margine superiore della tela)

Schigolch
(alla Geschwitz)
Come ne è venuta in possesso?

Geschwitz
L'ho staccato di nascosto dal muro a Parigi, dopo che voi eravate scappati.

Alwa
(strappa un chiodo dal muro)
Peccato che sia mal ridotto.

Schigolch
Bisogna mettere in chiodo anche sotto, per farlo star fermo.

Alwa
(si toglie lo stivale sinistro)
Lascia fare a me, so io quel che ci vuole.
(Col tacco dello stivale pianta il chiodo nel muro, fissando l'orlo interiore del quadro)

Schigolch
Tutto l'appartamento prende un aspetto più elegante.
(Alla Geschwitz)
La fioritura del suo corpo era al culmine, quando fu dipinto il ritratto.

Geschwitz
Quello che l'ha dipinto doveva essere un artista molto dotato.

Schigolch
E poi si è tagliato la gola.

Lulu
(è tornata tranquillissima; si avvicina al quadro)
Tu non l'avevi conosciuto?

Geschwitz
È stato molto prima che io ti conoscessi. Solo qualche volta vi ho sentito accennare con disprezzo al fatto che si era tagliato la gola in un accesso di mania di persecuzione.

Lulu
Io per lui non ero che una moglie, nient'altro che una moglie. Mi amava, ma non mi conosceva.

Shigolch
Lei può dire in piena coscienza: «Così ero una volta.» L'uomo che oggi se la trova fra le mani non può farsi la minima idea dei nostri tempi di gioventù. Per strada, alla luce dei lampioni, può ancora tener testa a una dozzina di spettri vaganti.

Lulu
(in risposta)
Vedrò se dici giusto.

Alwa
(rimettendosi lo stivale e rialzandosi con fierezza, confronta il ritratto con Lulu)
L'espressione infantile degli occhi, pur dopo tutto quel che ha vissuto, non è affatto cambiata. Ma il fresco madore che imperla la pelle, l'alito profumato delle labbra, la luminosità che irraggia da quella fronte bianca, e quello splendore provocante della giovane carne del collo e delle labbra...

Schigolch
Tutto è finito nel carro delle immondizie.

Lulu
(con breve decisione)
Addio!

Alwa
Dove vuoi andare?

Geschwitz
Dove vuoi andare?

Schigolch
Vuole andare a cercarsi un cliente.

Alwa
Tu non scenderai più, per la mia vita!

Geschwitz
Lulu, Lulu!

Schigolch
L'ha già fatto una volta, oggi.

Geschwitz
Vengo con te, dovunque andrai.

Schigolch
Maledizione! Sua Grazia si mette d'impegno per pescare con la nostra esca.

Lulu
Lasciatemi andare!

Alwa
Te lo proibisco! Resta, resta!

Lulu
Mi ucciderò! Non ce la faccio più.

Geschwitz
Non aver paura, ci sono io con te!

Alwa
(fa per trattenere Lulu)

Schigolch
(fa per trattenere la Geschwitz)
(Lulu si libera di Alwa, la Geschwitz da Schigolch; tutte e due escono di corsa)

Schigolch
(riporta indietro Alwa)
Che cosa vuoi proibire a tua moglie, quando tu stesso non hai da sfamarti?

Alwa
(si getta gemendo stilla chaise-longue)
Chi, se non lei, mi ha fatto ammalare?

Schigolch
Lei? Ma è dunque malata?

Alwa
È un regalo che mi ha trasmesso dal suo marchese. Quanto a lei, da un pezzo è al di là di ogni contagio.

Schigolch
(distogliendosi da Alwa)
Se almeno non fosse scesa sulla strada insieme alla Geschwitz!
(Davanti al ritratto di Lulu, lo contempla)
Lei, questa cosa non la capisce.

Alwa
Che cosa non capisce?

Schigolch
Lei non può vivere dell'amore, perché la sua vita è l'amore.

Alwa
Dell'amore?
(si odono passi; come svegliandosi)
Eccoti qui!

Schigolch
Dobbiamo nasconderci ancora.

Alwa
Io rimango qui.
(Scivola sotto il plaid, rendendosi invisibile)

Schigolch
Noblesse oblige.
(Voltandosi verso la camera di lei)
Un gentiluomo fa quello che esige la sua posizione.
(Si nasconde nello sgabuzzino)

Lulu
(aprendo la porta)
Vieni avanti, tesoro! Vieni!

Il Negro
(in soprabito chiaro, pantaloni chiari, ghette bianche, stivali abbottonati gialli e cilindro grigio; entra)
Goddam! Molto buio nella scala.

Lulu
(lo conduce avanti tenendolo per mano)
Qui è più chiaro, vieni!

Negro
Ma qui è freddo, molto freddo!
(si scuote tutto)

Lulu
Bevi una grappa?

Negro
Grappa? - Sempre io bevo grappa. Buona grappa!

Lulu
(gli porge la bottiglia)
Non so dov'è il bicchiere.

Negro
Non importa!
(Accosta la bottiglia alla bocca e beve)
Molta grappa!

Lulu
Trovo... che lei... è davvero un bell'uomo.

Negro
Mio padre è imperatore di Uahubee. Io qui ho sei mogli: due spagnole, due inglesi e due francesi. Io non amare mie mogli. Devo sempre fare bagno, sempre bagno, sempre bagno...
(fa per afferrarla)

Lulu
Mi lasci!
(Indietreggia)
Quanto mi dà?
Negro Moneta d'oro! Credi me, avrai moneta d'oro. Io sempre regalo moneta d'oro.

Lulu
Me la faccia vedere.

Negro
Io mai pagare prima.

Lulu
Ma può farmela vedere!

Negro
(avvicinandosi di più a lei)
Io non capire! Vieni! vieni!
(la afferra)

Lulu
(resiste con tutte le sue forze)
Mi lasci!

Alwa
(si alza a fatica, scivola alle spalle del negro e io tira indietro per il bavero della giacca)

Negro
(si volta di scatto)
Oh, qui covo di assassini! Vieni, amico, voglio darti sonnifero!
(Con una mazza colpisce Alwa al capo. Alwa si accascia a terra)
Eccoti sonnifero!
(Chino su Alwa immobile)
Vedrai sogni belli!
(A Lulu)
Sogna te!... Sogni belli!
(Va verso la porta)
Questa è porta!
(via)

Lulu
(sola, per un istante come paralizzata, poi grida)
Ma io devo restare ancora qui?! Chi può resistere qui? Meglio giù nella strada!
(Esce di corsa, dopo essersi fermata un momento a guardare Alwa morto)

Schigolch
(esce dallo sgabuzzino, si china su Alwa)
Sangue! Alwa! Bisogna levarloo di mezzo, poiché i clienti avrebbero una cattiva impressione.
(Lo palpa)
Alwa! Alwa! Vuole star tranquillo.
(Lo afferra sotto le ascelle e lo trascina nello stanzino)
Ma qui non è il posto per dormire.
(Scena vuota. La porta d'ingresso si apre, la contessa Geschwitz entra lentamente guardandosi attorno nervosa)

Schigolch
(esce dallo sgabuzzino)
Il signor dottore si è già coricato.

Geschwitz
Com'è buio qui!

Schigolch
Diventerà anche più buio.

Geschwitz
Lei mi ha mandato avanti.

Schigolch
(afferrando prontamente la notizia)
Buona idea!
(Torna a darsi d'attorno)
Se qualcuno chiede di me, sono giù al ristorante.
(Esce dalla porta di centro)

Geschwitz
(sola, si siede sulla sedia impagliata accanto alla porta, cava di tasca una piccola pistola e se la pone contro la tempia, ma la lascia ricadere scuotendo la testa)
No, se oggi mi vedesse distesa nel mio sangue, non piangerebbe una lagrima... Non farei meglio a gettarmi dal ponte? Cosa sarà più freddo, l'acqua del fiume o il suo cuore? Pugnalarmi?... Uhm, non se ne vien fuori. Meglio impiccarmi?
(Balza in piedi e stacca dalla parete la cinghia del plaid)
Presto! prima che torni.
(Riprendendo coscienza, si trascina davanti al ritratto di Lulu)
Lascia che ancora una volta, l'ultima volta possa parlare al tuo cuore!
(Cade a ginocchi davanti al quadro, giunge le mani)
Abbi pietà di me! abbi pietà di me!
(Rimane immobile in tale atteggiamento)

Lulu
(apre la porta e fa entrare Jack)

Jack
(è un uomo di corporatura tarchiata, dai movimenti elastici: viso pallido, occhi infiammati, folte sopracciglia all'insù, baffi spioventi, pizzetto alla moschettiera, basette folte, mani color rosso fuoco dalle unghie rosicchiate. Tiene gli occhi fissi a terra. Veste un soprabito scuro e un cappelluccio rotondo di feltro. Guardando la Geschwitz)
Cos'è quella roba?

Lulu
Mia sorella! È pazza.

Jack
(soprappensiero)
Pazza?
(Volgendosi di nuovo a Lulu)
Mi sembra che hai una bella bocca.

Lulu
L'ho ereditata da mia madre!

Jack
Lo si vede! Quanto vuoi?

Lulu
Non vuole passare qui tutta la notte?

Jack
No, non ho tempo, devo tornare a casa.

Lulu
Può trovare un pretesto, domani, a casa.

Jack
Quanto vuoi? Non ho molti soldi.

Lulu
Non le chiedo un mucchio d'oro, ma almeno una piccola moneta.
Jack
(si volta per andarsene)
Buona sera! buona sera!

Lulu
(lo trattiene)
Rimanga, per carità!

Jack
(passa davanti alla Geschwitz e apre lo sgabuzzino)
Perché dovrei restare fino a domani?
La faccenda è sospetta! Quando starò dormendo, qualcuno mi ripulirà le tasche.

Lulu
No, io non faccio di queste cose! Qui nessuno lo fa! Non deve andar via per questo! La prego!

Jack
Quanto vuoi?

Lulu
(esitando)
Allora mi dia la metà di quello che le ho chiesto.

Jack
No, è troppo! Hai l'aria di farlo da poco tempo, questo mestiere.

Lulu
Oggi è la prima volta.

Geschwitz
(sempre a ginocchi, si è drizzata a metà contro Jack)

Lulu
(tirandola via da Jack)
Vuoi star ferma?

Jack
Non è tua sorella. È innamorata di te.
(Accarezza la testa alle Geschwitz come a un cane)
Povera bestia!
(Si volta ancora verso Lulu e la osserva con insistenza)

Lulu
Cos'ha da guardarmi così tutto a un tratto?!

Jack
Ti stavo giudicando dal modo come ti muovi. Mi dicevo che devi avere un corpo ben fatto.

Lulu
Come si fa a vederlo?

Jack
Ho visto anche che hai una bella bocca. Ma io qui non ho che una moneta d'argento

Lulu
Cosa importa? Dammela.

Jack
Ma me ne devi rendere la metà, sennò domani non posso prendere il treno.

Lulu
Io non ho un soldo in tasca.

Jack
Guarda bene! Frugati le tasche!

Lulu
(tendendogli la mano)
È tutto quello che ho.

Jack
Dammi quella moneta d'oro!

Lulu
Domattina la cambio e te ne darò metà.

Jack
No, dammela tutta.

Lulu
(gliela dà)
To', in nome di Dio! Ma adesso vieni!
(Prende la lanterna)

Jack
Non c'è bisogno del lume, c'è la luna!

Lulu
Come vuole.
(Depone la lanterna, si avvicina a Jack e gli getta le braccia al collo)
Non le farò del male.
(Tormentata)
Lei mi piace tanto! Non mi faccia andare ancora a mendicare!

Jack
Per me, va bene.
(La segue nella stanzetta; si sente chiudere a chiave la porta dall'interno)
(La lanterna si spegne. Sul pavimento, sotto le due vetrate, la luce della luna forma due chiare macchie quadrangolari. Tutta la stanza esce dall'oscurità)

Geschwitz
(sola, come sognando)
È l'ultima sera che rimango con questa gente. Tornerò in Germania. Mi iscriverò all'università. Lotterò per i diritti della donna, studierò legge.

Voce dl Lulu
(dalla stanzetta)
No! - no! - no, no!!
(grido mortale)

Geschwitz
(si rialza tutta rigida e di colpo si precipita verso la porta della stanza di Lulu, picchiandovi con tutte le forze)

Jack
(chino a terra, spalanca dall'interno la porta di Lulu e pianta un coltello insanguinato nel ventre della Geschwitz. La Geschwitz crolla a terra)

Jack
(passandole davanti)
Che razza di lavoro!
(Lavandosi le mani nel catino sotto il lanternario)
Ho proprio una fortuna sfacciata!
(Si guarda in cerca di un asciugamano)
Non hanno neanche un asciugamano, qui!
(Ha un gesto di disprezzo. La Geschwitz si muove un po', Jack si china su di lei)
Anche tu ne hai solo per poco.
(Esce alla porta d'ingresso)

Geschwitz
Lulu! Angelo mio! Fatti vedere ancora una volta! Ti sono vicina! Ti rimango vicina! Per l'eternità!

FINE