In una lettera a Boccioni del 14 aprile 1912 (recentemente pubblicata in Boccioni 1912..., p. 270) Carrà, a proposito dell’intervista rilasciata da Busoni al Piccolo, scrive: «[Il maestro] disse cose semplicemente magnifiche per noi. Dovrà venire a Milano per dei concerti ai primi di maggio. Noi lo lavoreremo duramente, non è vero? A proposito dovresti, sul cartello di vendita mettere, se delle volte non l’avessi fatto, la qualifica di celebre musicista e illustre maestro... non pianista. Poiché so ch’egli ci tiene moltissimo essere preso come creatore non come pianista... » In realtà Busoni si era limitato a parlare genericamente di simpatie per il futurismo: «Pel futurismo ho molta simpatia. A Londra ho visitato recentemente la mostra del futurismo ed ho anche comprato un quadro del Boccioni, ‘La Città che sale’.» Il giornalista (Fabiani) spiega poi efficacemente che cosa significa per il musicista il termine «simpatia»: «Questa simpatia pel futurismo non significa nel Busoni adesione al movimento futurista: egli è individualità troppo rigida ed indipendente, per poter aderire ad un indirizzo, ad una scuola sia pure... futurista; ma egli appunto pel suo temperamento ribelle a regole e scuole, è portato a guardare con simpatia quanti sentano d’affermarsi e svilupparsi svincolandosi da regole o da scuole.» È indubbio che, dopo l’acquisto de La Città che sale, i pittori futuristi contassero molto sul facoltoso pianista come acquirente dei loro quadri. Cfr. la lettera di Severini a Walden: «Il 1º e il 2 luglio verrà a Berlino il celebre pianista Busoni che è un grande ammiratore del Futurismo. L'ho visto qui a Parigi e mi ha detto che verrà a vedere la mia esposizione [aperta allora a Berlino]. Cerchi di parlarci e di condurlo all'acquisto di un quadro. L'anno scorso comprò la grande tela di Boccioni, se lei userà molta diplomazia spero che comprerà qualche cosa anche a me» (Parigi, 29 giugno 1913, in DRUDI GAMBILLO-FIORI, Archivi del Futurismo, Roma, De Luca, vol. I, p. 277). Su questo periodo della biografia busoniana, cfr. BUSONI, Lettere..., pp. 211-216 e 553-554. Inoltre E. DENT, Ferruccio Busoni. A Biography, London, Oxford University Press, 1933, 183-185 e 195-196. In queste pagine Dent non parla dei rapporti con Schönberg.
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