I veli del misticismo, l'interna risonanza della natura, il brivido del soprannaturale, la crepuscolare indeterminatezza delle immagini, sempre oscillanti in una specie di dormiveglia, tutto ciò che con la precisa parola egli espresse con tanta efficacia, tutto ciò - si penserebbe - egli avrebbe potuto veramente far vivere per mezzo della musica. Si confronti invece la miglior opera musicale di Hoffmann col piú debole dei suoi lavori letterari e si constaterà, con tristezza, come un tradizionale sistema di battute, periodi e tonalità - su cui pesa ancora il comune stile operistico dell'epoca - potesse fare del poeta un filisteo.
Dall'«Abbozzo di una nuova estetica della musica», in Lo sguardo lieto, p. 51.