In realtà Busoni si era limitato a parlare genericamente di simpatie per il futurismo, come vedremo (cfr. infra): «Pel futurismo ho molta simpatia. A Londra ho visitato recentemente la mostra del futurismo ed ho anche comprato un quadro del Boccioni, ‘La Città che sale’.» Il giornalista (Fabiani) spiega poi efficacemente che cosa significa per il musicista il termine «simpatia»: «Questa simpatia pel futurismo non significa nel Busoni adesione al movimento futurista: egli è individualità troppo rigida ed indipendente, per poter aderire ad un indirizzo, ad una scuola sia pure... futurista; ma egli appunto pel suo temperamento ribelle a regole e scuole, è portato a guardare con simpatia quanti sentano d’affermarsi e svilupparsi svincolandosi da regole o da scuole.»
È indubbio che, dopo l’acquisto de «La Città che sale», i pittori futuristi contassero molto sul facoltoso pianista come acquirente dei loro quadri. Cfr. la lettera di Severini a Walden: «Il 1º e il 2 luglio verrà a Berlino il celebre pianista Busoni che è un grande ammiratore del Futurismo. L'ho visto qui a Parigi e mi ha detto che verrà a vedere la mia esposizione [aperta allora a Berlino]. Cerchi di parlarci e di condurlo all'acquisto di un quadro. L'anno scorso comprò la grande tela di Boccioni, se lei userà molta diplomazia spero che comprerà qualche cosa anche a me» (Parigi, 29 giugno 1913, in DRUDI GAMBILLO-FIORI, «Archivi del Futurismo», Roma, De Luca, vol. I, p. 277).