ANDREA CHÉNIER





ATTO I

È un pomeriggio di fine inverno del 1789.

1. Nel castello della famiglia nobile de Coigny vi è una frenetica attività: la servitù sta completando i preparativi per un ricevimento.
Carlo Gérard, uno dei lacché, aiuta con ironia alcuni colleghi a spostare mobili. Obbligati a fare i lavori più umili perché sorpreso a leggere Rousseau e gli Enciclopedisti.

2. L'entrata del vecchio padre che con grande fatica trasporta a sua volta un mobile scatena lo sdegno e l'odio di Gérard:

Son sessant'anni, o vecchio, che tu servi!
A' tuoi protervi, arroganti signori
hai prodigato fedeltà, sudori,
la forza dei tuoi nervi,
l'anima tua, la mente,
e, quasi non bastasse la tua vita
a renderne infinita eternamente
l'orrenda sofferenza,
hai dato l'esistenza dei figli tuoi.
Hai figliato dei servi!
T'odio, casa dorata!
L'immagin sei d'un mondo incipriato e vano!
[...]
Fissa è la vostra sorte!
Razza leggiadra e rea,
figlio di servi, e servo,
qui, giudice in livrea,
ti grido: È l'ora della morte!

La situazione del vecchio non fa che alimentare il suo odio a lungo covato per il sistema politico che impone tali condizioni, ma anche la sua convinzione che tutto ciò non deve, non dovrà durare.

3. Ma Gérard di un'aristocratica è segretamente innamorato. Si tratta di
Maddalena de Coigny che sta entrando con sua madre, la Contessa, e con la sua cameriera personale, la mulatta Bersi.

GÉRARD
(fra sé, guardando ammirato Maddalena)
Quanta dolcezza ne l'alma tetra
per te penétra!
Anche l'idea muor, tu non muori giammai,
tu, l'Eterna Canzon!

4. Gli invitati cominciano ad arrivare e la Contessa li saluta ad uno ad uno facendo loro graziosi complimenti.
Tre invitati entrano insieme: Fléville, un romanziere avanti negli anni, Fiorinelli, un musico, ed il poeta
Andrea Chénier che Fléville presenta come un che fa versi e che promette molto.

5. Arrivano notizie spiacevoli da Parigi ma la compagnia ha voglia di divertirsi.

6. La Contessa invita poi Chénier a intrattenere gli invitati con alcuni dei suoi versi.

7. Chénier dapprima rifiuta ma indignato per il dileggio che gli invitati riversano sulla parola "amor" canta un'ardente risposta che è divenuta poi nota come l'
improvviso (Un dì all'azzurro spazio) ove egli difende l'amore, in particolare l'amore per la patria, ed insulta l'indifferenza degli aristocratici verso la sofferenza.

Un dì all'azzurro spazio
guardai profondo,
e ai prati colmi di viole,
pioveva loro il sole,
e folgorava d'oro il mondo:
parea la terra un immane tesor,
e a lei serviva di scrigno il firmamento.
Su dalla terra a la mia fronte
veniva una carezza viva, un bacio.
Gridai vinto d'amor:
T'amo tu che mi baci,
divinamente bella, o patria mia!
E volli pien d'amore pregar!
Varcai d'una chiesa la soglia;
là un prete ne le nicchie
dei santi e della Vergine,
accumulava doni –
e al sordo orecchio
un tremulo vegliardo
invan chiedeva pane
e invano stendea la mano!
(L'Abate ed altri si levano scandalizzati:)
Varcai degli abituri l'uscio;
un uom vi calunniava
bestemmiando il suolo
che l'erario a pena sazia
e contro a Dio scagliava
e contro agli uomini
le lagrime dei figli.
In cotanta miseria
la patrizia prole che fa?
(a Maddalena)
Sol l'occhio vostro
esprime umanamente qui
un guardo di pietà,
ond'io guardato ho a voi
si come a un angelo.
E dissi: Ecco la bellezza della vita!
Ma, poi, a le vostre parole,
un novello dolor m'ha colto in pieno petto.
O giovinetta bella,
d'un poeta non disprezzate il detto:
Udite! Non conoscete amor,
amor, divino dono, non lo schernir,
del mondo anima e vita è l'Amor!

8. Tutti i presenti si ritengono oltraggiati - ad eccezione di Gérard.

9. Gérard esemplifica per così dire le parole di Chénier facendo entrare poveri contadini nel bel mezzo del ricevimento.

10. La Contessa lo licenzia su due piedi.

11. Gérard dopo un discorso di orgogliosa indipendenza strappa di dosso la livrea odiata e se ne va portando via con sé il padre confuso.

12. La Contessa si abbandona sul sofà, mezza svenuta.
Gérard, l'ha rovinato il leggere.

13. Dopo essersi rimessa e scusata con i suoi ospiti, ordina che si riprendano le danze.


ATTO II

Parigi, giugno 1794.

1. Chénier è solo ad un tavolo di un Caffè ed attende l'amico Roucher. C'è grande animazione.

2. Bersi tra la folla attende l'occasione di parlare inosservata con Chénier. Essa ha capito che qualcuno la sta osservando e fa di tutto per sembrare una rivoluzionaria.

4. Arriva Roucher. Egli è riuscito a procurarsi un passaporto per Chénier, la cui vita è in pericolo, e lo sollecita ad usarlo.

5. Chénier esita a farlo. È convinto che il destino gli riserverà un grande amore.

6.
Egli spiega di aver ricevuto numerose lettere da una donna sconosciuta.

7. Roucher è più cinico; le lettere potrebbero essere una trappola, la loro autrice semplicemente una cortigiana dalla vita dissoluta.

8. Momentaneamente convinto, Chénier, pur contro voglia, accetta la proposta di Roucher ed i due amici osservano il passaggio di un gruppo di rivoluzionari. Tra loro vi è Gérard.

9. Verso sera appare una donna: si tratta di Maddalena di Coigny vestita da semplice cucitrice.

10. Chénier non la riconosce subito. Essa gli ricorda le parole che egli le aveva rivolto nel castello della madre e si tira indietro il cappuccio.

11. Viene simultaneamente riconosciuta tanto da Chénier quanto da una spia della rivoluzione che, non visto, se ne va di soppiatto da Gérard.

12. Maddalena chiede protezione a Chénier. Essa è ormai sola al mondo e si affida completamente alla compassione del poeta.

13. Chénier si rende conto di essere innamorato di lei. Egli ammette il suo amore che è corrisposto e i due affermano che affronteranno insieme i pericoli, il terrore, fino in fondo.

CHÉNIER
La mia scrittrice?
Voi la ognor celata amica mia,
ognor fuggente?
 
MADDALENA
Eravate possente, io invece minacciata;
pur nella mia tristezza pensai sovente
d'impetrar da voi pace e salvezza,
ma non l'osai!
E ognora il mio destin
sul mio cammin vi sospingea!
Ed io vi vedeva e ognor pensavo voi
come a un fratello!
E allora vi scriveva quanto il cuore
o il cervello dettavami alla mente.
Il cuor che mi dicea che difesa
avreste quella che v'ha un giorno offesa!
Al mondo Bersi sola mi vuol bene -
È lei che m'ha nascosta.
Ma da un mese v'ha chi mi spia
e m'insegue.
Ove fuggir?
Fu allora che pure voi non più
potente seppi... e son venuta.
Udite! Son sola!
Son sola e minacciata!
Son sola al mondo!
Ed ho paura!
Proteggermi volete?
Spero in voi!
 
CHÉNIER
Ora soave, sublime ora d'amore!
Possente l'anima sfida il terrore!
Mi fai puro il cuore d'ogni viltà!
Bramo la vita e non temo la morte!
Ah rimani infinita!
 
MADDALENA
Vicina nei perigli?
Vicina nel terror?
 
CHÉNIER
Al braccio mio non più timore!
Fino alla morte insieme?

 
MADDALENA, poi CHÉNIER
Fino alla morte insieme!
 
MADDALENA
Ah! Ora soave, sublime ora d'amore!
Possente l'anima sfida il terrore!
 
CHÉNIER, MADDALENA
Mi fai puro il cuore.
Non temo la morte, non temo!
Ora soave!
Fino alla morte insiem!
 
14. Lo sfogo del loro reciproco amore viene presto interrotto dal ritorno della spia accompagnata da Gérard.

15. Gérard cerca di reclamare la donna per sé.

16. Ma essa viene precipitosamente portata via dal fedele Roucher e Chénier sguaina la spada scagliandosi su Gérard.

17. I due si battono a duello, Gérard è ferito.

18. Chénier fugge ed alla folla dei suoi sostenitori, che si è velocemente ammassata al rumore del tafferuglio, Gérard dichiara con insistenza che l'assalitore era un "ignoto".


ATTO III

1. In una grande stanza usata per le sedute del Tribunale Rivoluzionario, Mathieu incoraggia una folla di cittadini a contribuire con denaro o in natura alle spese delle guerre, nelle quali la Francia è attualmente coinvolta su tutte le frontiere.

2. Egli riscuote scarso successo fino a che non arriva Gérard che con la sua prorompente oratoria porta non soltanto a doni di denaro e gioielli ma anche l'offerta di una giovane recluta che viene presentata da sua nonna, la vecchia Madelon.

3. La folla esce e la stanza viene allestita per fungere da tribunale.

4. La spia di Gérard gli fa il suo rapporto. Chénier, gli dice, è stato catturato con l'espresso proposito di tendere una trappola a Maddalena.

5. Egli consiglia a Gérard di formulare in fretta l'imputazione per Chénier.
Gérard esita, in lotta con la sua coscienza. Umanissimo miscuglio di disinteressato idealismo e di egoistica passione, egli ritiene repellente la macchinazione di questa falsa accusa, ma alla fine i suoi più bassi istinti hanno il sopravvento in lui.

GÉRARD
Nemico della Patria?!
È vecchia fiaba che beatamente
ancor la beve il popolo.
(scrive ancora)
Nato a Costantinopoli? Straniero!
Studiò a Saint Cyr? Soldato!
(riflette ancora, poi trionfante d'una idea
subito balenatagli scrive rapidamente)

Traditore! Di Dumouriez un complice!
E poeta? Sovvertitor di cuori
e di costumi!
(a quest'ultima accusa diventa pensoso
e gli si riempiono gli occhi di lacrime;
si alza e passeggia lentamente)

Un dì m'era di gioia
passar fra gli odi e le vendette,
puro, innocente e forte.
Gigante mi credea...
Son sempre un servo!
Ho mutato padrone.
Un servo obbediente di violenta passione!
Ah, peggio! Uccido e tremo,
e mentre uccido io piango!
Io della Redentrice figlio,
per primo ho udito il grido suo
pel mondo ed ho al suo il mio grido
unito... Or smarrita ho la fede
nel sognato destino?
Com'era irradiato di gloria
il mio cammino!
La coscienza nei cuor
ridestar delle genti,
raccogliere le lagrime
dei vinti e sofferenti,
fare del mondo un Pantheon,
gli uomini in dii mutare
e in un sol bacio,
e in un sol bacio e abbraccio
tutte le genti amar!
Or io rinnego il santo grido!
Io d'odio ho colmo il core,
e chi così m'ha reso, fiera ironia
è l'amor!
(con disperazione)
Sono un voluttuoso!
Ecco il novo padrone: il Senso!
Bugia tutto!
Sol vero la passione!  
(vedendo ritornare presso a lui l'Incredibile firma)


6. Entra Maddalena. All'oscuro dell'ardente passione di Gérard per lei, essa è venuta a chiedere l’aiuto del suo lacché di un tempo per ottenere il rilascio del suo amato.

7. Gérard, le toglie all'istante ogni illusione e ammette d'aver usato uno stratagemma per poterla trovare, spinto dalla sua passione sconfinata.

8. Per tutta risposta Maddalena offre sè stessa in cambio della salvezza di Chénier e racconta la storia delle sue sofferenze
a) l'incendio della casa di famiglia
b) sua madre venne uccisa nel tentativo di difenderla
c) ormai sola al mondo, essa trovò sostegno dapprima nel sacrificio della cameriera Bersi e poi nell'amore di Chénier che le ridiede la volontà di vivere.

MADDALENA
La mamma morta m'hanno alla porta
della stanza mia; moriva e mi salvava!
Poi a notte alta io con Bersi errava,
quando ad un tratto un livido bagliore
guizza e rischiara innanzi a' passi miei
la cupa via! Guardo!
Bruciava il loco di mia culla!
Così fui sola! E intorno il nulla!
Fame e miseria! Il bisogno, il periglio!
Caddi malata, e Bersi, buona e pura,
di sua bellezza ha fatto un mercato,
un contratto per me!
Porto sventura a chi bene mi vuole!
(ad un tratto, nelle pupille di Maddalena
si effonde una luce di suprema gioia)

Fu in quel dolore
che a me venne l'amor!
Voce piena d'armonia e dice:
"Vivi ancora! Io son la vita!
Ne' miei occhi è il tuo cielo!
Tu non sei sola!
Le lacrime tue io le raccolgo!
Io sto sul tuo cammino e ti sorreggo!
Sorridi e spera! Io son l'amore!
Tutto intorno è sangue e fango?
Io son divino! Io son l'oblio!
Io sono il dio che sovra il mondo
scendo da l'empireo, fa della terra
un ciel! Ah!
Io son l'amore, io son l'amor, l'amor"
E l'angelo si accosta, bacia,
e vi bacia la morte!
Corpo di moribonda è il corpo mio.
Prendilo dunque.
Io son già morta cosa!
 
9) Gérard è completamente sopraffatto da questo amore sublime.

10) Il suo idealismo rinasce ed egli desidera soltanto la felicità della donna e decide di salvare Chénier per lei.

11) A questo punto gli viene presentata la lista dei prigionieri che dovranno comparire davanti alla corte.

12) Tra essi vi è già il nome di Chénier.

13) Il processo ha inizio. Quando viene il suo turno, Chénier risponde con coraggio alle accuse, ammettendo d'essere stato soldato ed uomo di lettere, ma sempre spinto da motivi assolutamente onorevoli e patriottici.

CHÉNIER
Sì, fui soldato
e glorioso affrontato ho la morte
che, vile, qui mi vien data.
Fui letterato,
ho fatto di mia penna arma feroce
contro gli ipocriti!
Con la mia voce ho cantato la patria!
Passa la vita mia come una bianca vela:
essa inciela le antenne
al sole che le indora
e affonda la spumante prora
ne l'azzurro dell'onda...
Va la mia nave spinta dalla sorte
a la scogliera bianca della morte?
Son giunto? Sia!
Ma a poppa io salgo
e una bandiera trionfale
sciolgo ai venti, e su vi è scritto: Patria!
A lei non sale il tuo fango!
Non sono un traditore.
Uccidi? Ma lasciami l'onor!

14. Quando Fouquier-Tinville chiama i testimoni, Gérard si fa avanti ed
ammette la falsità delle sue accuse.

15. Ma la sua ritrattazione non ha successo.

16. Mentre i giudici deliberano, egli e Chénier si scambiano un commosso abbraccio, durante il quale Gérard gli addita Maddalena.

17) Chénier e confortato, ma il verdetto è un risultato inevitabile: egli è condannato al patibolo e viene portato via.

18)Maddalena crolla a terra, lanciando un grido disperato.


ATTO IV

1. Nella prigione di Saint Lazare, durante la notte che precede l'esecuzione, Chénier sta scrivendo uno dei suoi famosi scritti in una frenesia d'ispirazione.

2. Lo legge ad alta voce al fedele amico Roucher. È l'addio di un poeta alla
vita.

CHÉNIER
Come un bel dì di maggio
che con bacio di vento
e carezza di raggio
si spegne in firmamento,
col bacio io d'una rima,
carezza di poesia,
salgo l'estrema cima
dell'esistenza mia.
La sfera che cammina
per ogni umana sorte
ecco già mi avvicina
all'ora della morte,
e forse pria che l'ultima
mia strofe sia finita,
m'annuncerà il carnefice
la fine della vita.
Sia! Strofe, ultima Dea!
ancor dona al tuo poeta
la sfolgorante idea,
la fiamma consueta;
io, a te, mentre tu vivida
a me sgorghi dal cuore,
darò per rima il gelido
spiro d'un uom che muore.

3. Partito Roucher, si sente bussare alla porta.

4. Vengono fatti entrare Maddalena e Gérard i quali spiegano al carceriere che Maddalena prenderà il posto di una giovane donna che è stata condannata a morte per il giorno seguente.

5. Oro e gioielli convincono il carceriere .

6. Gérard, in lacrime, esce per tentare di ottenere l'intervento di Robespierre.

7. Maddalena e Chénier sono riuniti.

8. Al levarsi del sole di quest'ultima fatale alba, gli innamorati, dimentichi di tutto il resto, attendono l'eternità che li ricongiungerà al di là di ogni possibilità di separazione.

CHÉNIER
Vicino a te s'acqueta
l'irrequieta anima mia;
tu sei la meta d'ogni desio,
d'ogni sogno, d'ogni poesia!
(la guarda amorosamente)
Entro al tuo sguardo
l'iridescenza scerno
degli spazi infiniti.
Ti guardo; in questo fiotto verde
di tua larga pupilla erro coll'anima!
 
MADDALENA
Per non lasciarti son qui;
non è un addio!
Vengo a morire con te!
Finì il soffrire!
La morte nell'amarti!
Ah! Chi la parola estrema dalle labbra
raccoglie, è Lui, l'Amor!
 
CHÉNIER
Tu sei la meta dell'esistenza mia!
 
CHÉNIER, MADDALENA
Il nostro è amore d'anime!
 
MADDALENA
Salvo una madre.
Maddalena all'alba ha nome
per la morte Idia Legray.
(guardando nel cortile)
Vedi? La luce incerta del crepuscolo
giù pe' squallidi androni già lumeggia.
(colle braccia avviluppando stretto a sé Chénier
gli si abbandona tutta sul petto)

Abbracciami! Baciami! Amante!
 
CHÉNIER
(baciandola con violenza)
Orgoglio di bellezza!
(la bacia ancora)
Trionfo tu, de l'anima!
Il tuo amor, sublime amante,
è mare, è ciel, luce di sole
e d'astri ...
... è il mondo! è il mondo!
 
MADDALENA
Amante! Amante!
 
CHÉNIER, MADDALENA
La nostra morte è il trionfo dell'amor!
 
CHÉNIER
Ah benedico, benedico la sorte!
 
MADDALENA
Nell'ora che si muore
eterni diveniamo!
 
CHÉNIER
Morte!
 
MADDALENA
Infinito!
 
CHÉNIER, MADDALENA
Amore! Amore!
 

(Il rullo dei tamburi annuncia l'arrivo della carretta.)
 
CHÉNIER, MADDALENA
È la morte!
 
CHÉNIER
Ella vien col sole!
 
MADDALENA
Ella vien col mattino!
 
CHÉNIER
Ah, viene come l'aurora!
 
MADDALENA
Col sole che la indora!
 
CHÉNIE
Ne viene a noi dal cielo,
entro un vel di rose e viole!
 
CHÉNIER, MADDALENA
Amor! Amor! Infinito!
Amor! Amor!
 
SCHMIDT
Andrea Chénier!
 
CHÉNIER
Son io!
 
SCHMIDT
Idia Legray!
 
MADDALENA
Son io!
 
CHÉNIER, MADDALENA
(salendo sulla carretta)
Viva la morte insiem!

(Mentre s'allontana la carretta Gérard riappare.
Tiene in mano il biglietto scritto da Robespierre per non vederlo:
"Perfino Platone bandì i poeti dalla sua Repubblica.'')