I dizionari Baldini&Castoldi

Euryanthe di Carl Maria von Weber (1786-1826)
libretto di Helmina von Chezy, dal romanzo L’Histoire du très noble et chevalereux prince Gérard, comte de Nevers, et de la très virtueuse et très cha

Grande opera eroico-romantica in tre atti

Prima:
Vienna, Teatro di Porta Carinzia, 25 ottobre 1823

Personaggi:
re Louis VI (B); Adolar, conte di Nevers e Rethel (T); Lysiart, conte di Forest e Beaujolais (B); Euryanthe di Savoia, moglie di Adolar (S); Eglantine di Puiset (S); Rudolf (T); Bertha (S); dame, cavalieri, nobili, popolo



Nonostante la debolezza del suo impianto drammatico, l’opera venne recepita come un modello fondamentale per alcuni dei maggiori esponenti del Romanticismo tedesco, ovvero da compositori quali Wagner, Marschner, Liszt e Schumann.

Atto primo . A Préméry, nel castello di re Louis, i festeggiamenti per la pace sono rallegrati da una romanza di Adolar (“Unter blüh’nden Mandelbäumen”), in cui il conte canta un elogio della moglie, esaltata anche dagli altri convitati (coro “Heil Euryanth”). L’armonia è infranta a opera del conte Lysiart, che scommette di poter provare l’infedeltà della donna; il marito accetta la sfida, in cui entrambi i signori rischieranno i loro possedimenti. Nel proprio castello, a Nevers, Euryanthe esprime il suo amore per il marito assente (cavatina “Glöcklein im Thale”); entra in quel mentre la falsa e infida Eglantine, che tenta di scoprire particolari imbarazzanti nella vita di Euryanthe, attraverso un’ipocrita professione di fede verso la contessa (aria di Eglantine “O mein Leid”). Fidandosi di lei, Euryanthe le rivela che durante la notte è solita pregare sulla tomba della sorella di Adolar, Emma, che le è apparsa: la donna si era uccisa con del veleno nascosto in un anello, poiché il suo amante era morto in battaglia; il suo fantasma ha rivelato a Euryanthe che solo le lacrime di disperazione di una ragazza innocente potranno restituire alla defunta la pace eterna. Eglantine giura che manterrà il segreto riguardo a queste notizie (duetto “Unter ist mein Stern gegangen”), ma in verità ha già in mente di avvertire Adolar, di cui è segretamente innamorata (scena e aria “Bethörte”). L’atto si conclude con l’arrivo del conte Lysiart, che subito si innamora di Euryanthe.

Atto secondo . È ormai notte. Lysiart, diviso tra il rimorso e la dedizione al male, decide di perseguire il suo piano malvagio (scena e aria “Wo berg’ ich mich?”). In quel mentre Eglantine sta riemergendo dalla tomba di Emma, dopo aver prelevato l’anello di cui le ha parlato Euryanthe. I due malvagi si incontrano e decidono di stringere un patto di mutuo sostegno, nonché di sposarsi (duetto “Komm denn”). Nel castello regale di Préméry, Adolar rimane saldo nella sua fiducia in Euryanthe, di cui si dichiara ancora innamorato (aria “Wehen mir Lüfte Ruh”). Sopraggiunge la donna, che corrisponde i suoi sentimenti d’amore (duetto “Hin nimm die Seele mein”). L’arrivo di Lysiart getta però tutti nello scompiglio: questi sostiene di avere vinto la scommessa e di stringere in mano la prova del tradimento di Euryanthe. Esibisce infatti l’anello di Emma e dichiara di conoscere il segreto che lo circonda, infondendo nei presenti il vago sospetto della colpevolezza di Euryanthe. Adolar ha dunque perso ogni suo possedimento e si dirige con la moglie alla volta di territori desolati.

Atto terzo . In una gola di montagna, Adolar considera turbato la sua condizione. L’amore di un tempo si muta nella decisione di uccidere la moglie infedele. Euryanthe riafferma però con forza la propria innocenza (recitativo “Hier weilest du?”). Proprio durante il confronto tra i due (duetto “Wie liebt’ ich dich”), compare un serpente. Dapprima la donna cerca di interporsi così da salvare il marito, ma poi quest’ultimo decide di affrontare l’animale e l’uccide. Mentre Euryanthe teme per la sorte di Adolar, questi ritorna, dopo aver ucciso la bestia, e le annuncia che ha deciso di lasciarla. La donna esprime il suo desiderio di morte (scena e cavatina “So bin ich nun verlassen”), ma viene interrotta dall’avvicinarsi di un gruppo di cacciatori (coro “Die Thale dampfen”), alla cui guida è re Louis in persona. Al sovrano, stupefatto per l’accaduto, Euryanthe svela il tradimento di Eglantine (duetto con coro “Lasst mich hier”). Convinto il re della sua innocenza, la donna assapora nel suo cuore l’incontro con l’amato Adolar (aria con coro “Zu ihm, zu ihm”). Ma, mentre stanno per partire, Euryanthe viene meno. A Nevers il popolo sta festeggiando la primavera, quando sopraggiunge Adolar. Gli vengono svelati l’innocenza di Euryanthe e il tradimento della coppia malvagia. Tutti assicurano ad Adolar il loro sostegno se questi vorrà riprendere in mano le redini del potere. Nel frattempo giungono anche Lysiart ed Eglantine, accolti dalla furia popolare. Arriva anche il re, che impedisce ogni combattimento e reca notizie di Euryanthe. A quel punto l’armonia tra Eglantine e Lysiart si infrange e l’uomo pugnala la sua alleata, che gli si è appena rivoltata contro. Trascinato via Lysiart, sopraggiunge Euryanthe, rimessasi dall’eccessiva emozione. Le sue lacrime hanno finalmente restituito la pace al fantasma di Emma e i due sposi possono riconciliarsi nel tripudio generale.

L’opera era stata commissionata da Domenico Barbaja, all’epoca impresario del viennese Teatro di Porta Carinzia. Weber era reduce dal successo clamoroso del Freischütz e gli veniva richiesta proprio un’opera che ricalcasse le orme di quel capolavoro. Tuttavia la fantasia creativa del compositore era già attratta da altre soluzioni formali: in particolare era sua intenzione superare il modello del Singspiel , sostituendo i dialoghi parlati tipici di questo genere e creando così una struttura totalmente musicale che prevedesse anche il recitativo di tradizione italiana. Dietro questa intenzione si celava il desiderio di affrancare il proprio progetto di opera tedesca dalle accuse di facile cedimento all’elemento popolare, nonché la volontà di competere con i connazionali Spohr e Mosel. Euryanthe venne dunque scritta tra il maggio 1822 e l’agosto 1823 (ouverture a parte) su un debole libretto dell’inesperta Helmina von Chezy, che all’inizio aveva cercato di rifiutare la commissione. Se la fortuna dell’opera non fu grande, ciò è dovuto anche alla musica di Weber, che rappresenta uno dei tentativi più avanzati, in quegli anni, di creare un organismo musicale continuo, in grado di abolire le divisioni tra i pezzi chiusi, di tipo lirico, e i dialoghi, durante i quali procede l’azione. Un tentativo accompagnato dall’utilizzo esteso di motivi ricorrenti, quasi dei Leitmotive (termine che indica una motivo, un timbro particolare oppure una cellula ritmica utilizzati per identificare un personaggio), aspetto che pone l’opera alle soglie dell’esperienza del teatro di Wagner. I connotati di Euryanthe apparvero poco tollerabili al pubblico dell’epoca: mentre i direttori iniziarono a operare vasti tagli nella partitura, Schubert, da parte sua, criticò il rapporto tra le voci e l’orchestra. Il valore della musica si manifesta al meglio nella caratterizzazione delle singole situazioni, affidata in misura rilevante al complesso tessuto orchestrale. Diverse melodie presentate nell’ouverture ricompaiono, a guisa di Leitmotive, per tutta l’opera, conferendole così una notevole compattezza tramite mezzi puramente musicali. Ciò avviene, ad esempio, durante la scommessa e la descrizione del fantasma di Emma nel primo atto e nell’aria di Adolar nel secondo, mentre la coppia malvagia – che fungerà da modello per i personaggi analoghi che appariranno in Lohengrin – viene accompagnata costantemente da una musica cromatica, tortuosa e armonicamente inquietante.

r.m.

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