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Dalibor
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Opera
tragica in tre atti su libretto tedesco di Josef Wenzig, traduzione ritmica in
ceco di Ervín Špindler.
Prima
rappresentazione: Praga, Ceské Prozatímní Divadlo (Teatro
Provvisorio Ceco), 16 maggio 1868.
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Personaggi |
DALIBOR MILADA WLADISLAW JITKA BENEŠ BUDIVOJ VÍTEK |
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Cavaliere al servizio del re di Boemia.
Tenore Soprano Re di Boemia. Baritono Fanciulla
del villaggio, protetta da Dalibor. Soprano Carceriere capo.
Basso Comandante delle guardie del castello.
Baritono Mercenario di Dalibor. Tenore Tre Giudici.
Bassi-Baritoni Mercenari, guardie, popolo, monaci. |
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[la scena, secondo la leggenda, si svolge a Praga nel
1498, presso il castello del re Ladislao II]
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N.B. La traduzione italiana qui proposta
è quella pubblicata in Dalibor, programma di sala della "Stagione
lirica e di balletto 1999" del Teatro Lirico di Cagliari, Cagliari: Scuola
Sarda, 1999, pp. 59-95.
© Teatro Lirico di Cagliari, per gentile
concessione.
I numeri riportati a fianco corrispondono alle treccie
dell'inicione Supraphon (1967), successivamente riversata in
Cd.
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ATTO I
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Cortile del castello, occupato da guardie. Sullo
sfondo, il trono reale. Folla di popolo, tra cui Jitka. |
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SCENA I Popolo, Jitka.
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POPOLO |
Oggi la sentenza verrà proclamata ed il colpevole alla giustizia
consegnato! Dalibor! Dalibor!
Ma, pur grave
la sua colpa, un valoroso eroe, e glorioso, lui era un tempo. Dalibor!
Dalibor! |
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JITKA |
[in disparte, persa nei suoi
pensieri] Piccola orfanella abbandonata, tra vecchie rovine mi ha
trovata, m'accolse e da lui protetta entrai in una splendida vita da
sogno. Uno sposo voleva portarmi, che fosse il più grande tesoro
della mia anima, e farmi conoscere la gioia più grande: nella
mia casa con un caro marito.
Ed ora, ed ora,
ahimè! Cade nelle mani dei nemici, e presto, forse,
ahimè! la notte nella tomba lo accoglierà. |
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POPOLO |
Oggi la sentenza verrà proclamata ed il
colpevole alla giustizia consegnato! Dalibor! Dalibor! |
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JITKA |
Ma forse no! Ma forse no! Dalla prigione lo
libererò!
Volo, volo sulle ali del vento,
lontano, e nella notte oscura i suoi amici si uniscono a me:
insieme lo libereremo, lo libereremo dalle pietre sepolcrali!
Trombe suonano dietro la scena, annunciando l'arrivo
del re e dei giudici. |
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Marcia. |
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SCENA II Gli stessi, il re
Wladislaw.
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Le guardie ristabiliscono l'ordine. Il re sale sul
trono. I giudici prendono posto al suo fianco.
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WLADISLAW |
Voi già sapete come questa bellissima reggia sia rimasta vittima di
passioni sfrenate, e da quanto tempo Dalibor si ostina a turbare quella
pace che ho tanto cercato, ed ora ha commesso un nuovo crimine.
Coi suoi uomini ha assalito il castello di Ploskovice,
distrutto le mura, uccisone il signore.
Ma
ora, finalmente, è stato sconfitto dall'esercito, l'esercito che io
ho mandato, spronato da Milada, che dell'ucciso era la sorella. Solo
là, dopo una terribile battaglia sanguinosa, Dalibor si è
arreso. Egli ora è in mio potere, lo giudicherà il re!
Ma, perché il vostro verdetto sia giusto,
prima di Dalibor ascoltate Milada! |
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SCENA III Gli stessi, Milada.
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WLADISLAW |
A
voi la parola, raccontateci; qui è riunito il consiglio dei giudici
per rendervi giustizia. |
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MILADA |
Il mio animo è atterrito, oppresso è il mio cuore, quel
che vi dico è il pianto, il pianto per una perdita crudele.
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POPOLO |
Con le lacrime spegne la sua rabbia! |
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JITKA |
[tra sè] La paura mi fa rabbrividire!
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MILADA |
[raccogliendo i suoi scudieri] Ascoltatemi! Ascoltatemi! Oh,
abbiate pietà, ascoltate il pianto afflitto! Pietà!
Misericordia! |
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Ormai il giorno era spento, ed il castello riposava
nel sonno. Nessuno sospettava del tradimento, ma sotto le mura
già lo si preparava.
Ed ecco,
d'improvviso, dei colpi terribili ho udito, là, dalle foreste
vicine, fui scossa nel sonno da molte grida: Dalibor! Dalibor!
Cozzavano le spade in quella battaglia di sangue
lontano, vicino. Nel fuoco e nel fumo le truppe lottavano
già, là sotto le mura.
Vagavo
laggiù e, ai piedi del castello, chiamavo il mio caro
fratello, lo vidi, lontano, barcollava, si avvicinava col paggio fedele.
Da una ferita aperta, terribile sgorgava il
sangue dalle vene vermiglie, schiuse la bocca, si accasciò,
esanime, cadde.
In lacrime, il paggio fedele
con sè mi portò per la foresta vicina, così per
sentieri segreti sfuggii ai nostri nemici.
Ed ora qui davanti a voi chino la testa, io, di
tutto derubata. Lo accuso, è colpevole di un delitto,
poiché per la sua vendetta, io sono ora distrutta. Dalibor!
Dalibor! |
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POPOLO |
Che pena questa creatura! |
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JITKA |
[tra sè] La paura mi fa rabbrividire!
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WLADISLAW |
Rallegratevi, o Milada, chi vi ha ferita è mio prigioniero.
Benedice le mie armi il Signore e con esse voi, e questa terra. Che
entri ora Dalibor e confessi! |
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MILADA |
Devo forse vederlo? L'assassino del mio caro fratello, il sangue dentro
mi ribolle! |
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JITKA |
Oh, Signore, stammi ora vicino e salva la mia anima! Non posso svelare
la voce del mio cuore! |
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MILADA |
Il sangue dentro mi ribolle! Devo forse vederlo? L'assassino del mio
caro fratello! |
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SCENA IV Gli stessi, Dalibor.
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Dalibor entra, con le mani legate, e si avvicina,
silenzioso ma fiero, al trono del re.
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MILADA |
[stupita nel vederlo] Quale visione! I
miei occhi non potevano immaginare. |
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POPOLO |
[tra sè] Per grande che sia la sua colpa,
lui guarda sereno il suo destino. |
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WLADISLAW |
Rispondi a questa accusa! Hai assalito il castello di Ploskovice,
l'hai distrutto, il suo signore assassinato. Scagionati, se puoi, fallo
subito, dinnanzi a noi! |
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DALIBOR |
Non voglio negare, non è mio uso mentire. Giurai vendetta, e
da uomo d'onore la compii.
Alla seduzione delle
donne ho sempre resisitito. Un amico è quel che il mio animo ha
più desiderato. Poi il mio desiderio potè esaudirsi, il
sogno dell'amicizia avverarsi, e in Zdenek trovai un amico.
Quando il mio Zdenek, in estasi sacra, suonava con
fervore la sua musica celeste, in un dolce desiderio mi scioglievo, e
mi elevavo lassù, dove brillano le stelle più luminose.
Ma ascolta! Da lungo tempo ormai ero in contrasto
coi superbi consiglieri di Litomerice e andai a combatterli ancora
e ancora una volta, Zdenek al mio fianco, il mio caro Zdenek,
inseparabile amico!
La battaglia s'infuocava con
la rabbia, il nemico catturava il mio Zdenek, con odio crudele gli
mozzava la testa, e per la mia umiliazione la issava su di un palo
sopra le mura. Quale orrenda visione dovevo sopportare, non so se son
desto, per il terrore! Le lacrime amare furono inutili, il dolore non
riuscirono a sedare! |
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MILADA |
Questa accusa trafigge il mio cuore! |
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DALIBOR |
Allora giurai vendetta, una terribile vendetta! Ploskovice aveva
aiutato Litomerice, perciò vi ho appiccato il fuoco. Ecco, era
la fiaccola del sepolcro di Zdenek! E il signore di quel castello col
suo sangue ha pagato per la testa di Zdenek! |
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WLADISLAW |
Così con un delitto aiutasti te stesso! |
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DALIBOR |
Un uomo non rinuncia a questo diritto! |
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WLADISLAW |
Ti sei ribellato al tuo re! |
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DALIBOR |
Forza contro forza, così comanda il mondo! Io dichiaro, se qui non
morirò, che per la vita di Zdenek farò pagare Litomerice.
E se tu, o re, me lo vorrai impedire, così sicuro, sul trono,
non potrai più salire! |
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MILADA |
Cosa dice? |
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POPOLO |
Con queste parole la spada su di sè ha alzato! |
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GIUDICI |
Per te la sentenza da solo hai formulato! |
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DALIBOR |
Della mia vita ormai non m'importa da quando il mio Zdenek morì,
per la mia morte non ho interesse, fosse domani oppure quest'oggi!
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MILADA |
Cosa dice? Cosa dice? |
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DALIBOR |
Fino al fondo si è svuotato il calice della gioia, dalle labbra
ho già allontanato quella coppa illusoria! |
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UN GIUDICE |
Ecco dunque, Dalibor, la sentenza unanime: soffrirai in una cella
oscura, fino alla morte! |
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POPOLO |
Il volto del sole non potrà più vedere, il perdono non sfiora
più il suo viso! |
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DALIBOR |
Lo senti, amico, lassù in cielo? La strada che porta a te mi
preparano, già mi sento elevare su in alto! Già ti vedo
tra le nuvole, già sento la tua voce! Già m'immergo, di
nuovo m'immergo nei suoni magici delle tue corde! La tua canzone,
lassù risuona con più gloria che quaggiù. |
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POPOLO |
Che uomo! Che uomo! |
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DALIBOR |
Portatemi, dunque, nel buio e nello strazio della prigione, per questa
strada io corro su in cielo!
Esce. |
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POPOLO |
Che uomo! Che uomo! Un valoroso eroe, e glorioso, lui era un tempo.
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SCENA V Milada, Jitka,
Wladislaw, i giudici, popolo.
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MILADA |
[non riuscendo più a dominarsi, si avvicina al re e ai
giudici] Mi getto ai vostri piedi! Perdonatelo, come io stessa ho
fatto! Quegli occhi possono fare solo il bene, dategli libertà,
vogliatelo perdonare! |
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GIUDICI |
Ha osato minacciare il vecchio re, e questa la dovrà pagare cara!
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MILADA |
Ai vostri piedi io mi getto! Quegli occhi possono fare solo il bene,
perdonatelo, come io stessa ho fatto! Dategli libertà,
vogliatelo perdonare! |
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GIUDICI |
Ha osato minacciare il vecchio re, e questa la dovrà pagare cara!
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MILADA |
Grazia, grazia, dategli la libertà, perdonatelo, come io stessa ho
fatto! |
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WLADISLAW |
La legge e l'ordine devono regnare, il paese ha dovuto soffrire già
troppe pene, perciò la legge s'impone e non daremo ascolto al
cuore. Il crimine non può estinguersi diversamente se non dando
alla sentenza esecuzione coerente.
Escono
tutti, eccetto Jitka e Milada. |
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SCENA VI Milada, Jitka.
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MILADA |
[senza guardare Jitka] Quale tempesta mi riempie il cuore il
sangue nelle vene non riesce a fluire! Lui ha ucciso il mio caro fratello,
eppure, qualcosa mi attira a lui. Oh, non odiarmi, oh, non odiarmi,
fratello! E per mia causa l'ho perso per sempre. Adesso, per colpa mia,
lui deve morire in una prigione, in una prigione, nelle torture del
corpo, per colpa mia! |
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JITKA |
Ecco, è l'amore! L'amore ti saprà consigliare, comincia
subito ad agire! |
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MILADA |
Chi sei? |
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JITKA |
Di più ti dirò un'altra volta! |
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MILADA |
Che cosa vuoi? |
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JITKA |
Ringraziarti con un gesto! Dalla prigione lo libereremo, allora volo,
volo sulle ali del vento, lontano. |
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MILADA |
E dalla tomba della prigione lo libereremo, allora volo, volo sulle ali del
vento, lontano. |
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MILADA e JITKA |
E nella notte oscura i suoi amici si uniscono a me, insieme lo
libereremo, lo libereremo dalle pietre sepolcrali!
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ATTO II
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Una strada periferica della città e una
taverna. |
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SCENA I Mercenari, poi Jitka
e Vítek.
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MERCENARI |
Sì, è il più allegro dei mondi, questo, quando
vagabondiamo da un regno all'altro. Tralala, tralala... E chi si rompe
il cranio ben gli sta, se lo incide bene nella memoria. Tralala,
tralala...
I mercenari entrano nella
taverna. |
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JITKA |
[entrando mentre cantano] Da questa canzone li riconosco sempre.
Vítek esce dalla taverna.
Sei qui, finalmente! |
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VÍTEK |
Jitka, bambina mia! Non parlare, non parlare, tesoro mio, del
perché da tanto tempo non torno a casa. Ho il mio esercito, ora, che
non teme né tuoni né lampi! |
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JITKA |
[mostrando un altro lato della
città] Perché non sei venuto subito dalla vecchietta
che mi ha dato riparo, amore mio? |
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VÍTEK |
Proprio adesso, proprio adesso volevo venire, ma sei arrivata tu da me,
tesoro mio! |
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JITKA e VÍTEK |
[guardandosi con amore] Quest'anima, questo
desiderio, questo cuore, questo mistero, sono i grandi doni del mio
amore... Non lo cambierei per tutto l'oro del mondo! |
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JITKA |
Conosci la sorte di Dalibor? |
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VÍTEK |
Sento di lui ovunque! |
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JITKA |
Allora, senti questo! Alla sua accusatrice Dio ha messo nel cuore un
sentimento, piange adesso il suo gesto, e arde d'amore! Con la lira fra
le mani, travestita da mendicante, è entrata di nascosto nel
castello del re, ingannando il guardiano con fare gentile e lusinghiero.
Ora passeggia fra le guardie, sta suonando per loro, cercando e
spiando, e, con cautela, chiedendo di lui! |
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JITKA e VÍTEK |
Ora passeggia fra le guardie, sta suonando per
loro, cercando e spiando, e, con cautela, chiedendo di lui. Quando ci
dà un segnale stanotte stessa passiamo all'azione e andiamo ad
aiutarla! |
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SCENA II Mercenari, Jitka,
Vítek
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MERCENARI |
Sì, è il più allegro dei mondi, questo, quando
vagabondiamo da un regno all'altro.
Escono
dalla taverna, ridendo. |
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VÍTEK |
Avvicinatevi, compagni, e salutate Jitka, col suo aiuto siamo più
vicini al traguardo! |
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MERCENARI |
Gloria a te, gloria a te, cara fidanzata di Vítek, sulla quale,
come su una rosa primaverile, lo sguardo si posa con piacere! |
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JITKA |
Gloria a voi, gloria a voi, uomini d'armi, fedeli alla bandiera, sui
quali, come sulle querce del bosco, lo sguardo si posa con piacere!
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VÍTEK e MERCENARI |
Gloria a te! Gloria a te! Ordunque, in questo felice momento, eccoci
qui riuniti di nuovo, un gruppo fedele alla stessa causa, pieno di
entusiasmo. Oh, cielo, accordaci il successo, anche se il fallimento
minaccia. Dobbiamo essere valorosi, dobbiamo essere valorosi,
così saluteremo la vittoria! |
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VÍTEK |
Adesso accompagno Jitka verso casa, voi restate qui a bere fino a notte,
non svelate i nostri piani, mangiate, bevete, ma pagatelo, gioite,
cantate, ridete a crepapelle!
Esce con
Jitka. |
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MERCENARI |
Guardate, se ne vanno, vedete, come camminano! Sono una bella coppia!
Alla loro salute alzate i calici, finché le botti non saranno
vuote, non saranno vuote!
Ritornano in
taverna. |
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Interno del castello con alloggio di Beneš. In
fondo, pattuglia di guardie. |
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SCENA I [III] Budivoj,
Beneš.
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BUDIVOJ |
Occorre una forte vigilanza, perché le truppe di Dalibor sono
numerose, e se si trascurano le cose importanti la morte dalle cento
mani ci prenderà! |
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BENEŠ |
Signore, fidatevi di me, credete al mio giuramento!
Nel mentre passa Milada, in abiti maschili, con un
sacco e un cesto di viveri. Entra nell'alloggio. |
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BUDIVOJ |
Chi è quel ragazzo che vedo uscire? |
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BENEŠ |
Non temete, signore, vi dirò tutto. Questo ragazzo è un
povero mendicante, che con la sua lira melodiosa e con i canti della
sua giovane voce è stato accolto dalle guardie.
Non ho nè moglie, nè bambini, nè
fratelli, e per la vecchiaia mi gela il sangue nelle vene, così
ho preso con me questo ragazzo, perché mi allieti col suo canto.
E, dovete credermi, signore, è un abile servitore, e mi vuol
bene; scommetto che nessuno, proprio nessuno ha un servo come il mio!
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BUDIVOJ |
Ma non ti adagiare troppo, vecchio, perché l'esercito di Dalibor
è numeroso, e se si trascurano le cose importanti questa
battaglia finirà tristemente!
Esce,
solennemente. |
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SCENA II [IV] Beneš.
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BENEŠ |
[solo] Oh, la vita di carceriere è così dura e triste!
Le porte cigolano, le catene si muovono con fragore, i muri sono solo
ombre grigie. Io stesso mi sento un carcerato, poiché vedo
intorno a me solo miseria, e anche se avessi il cuore triste, dovrei
mostrarmi fatto di pietra. |
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SCENA III [V] Beneš,
Milada.
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MILADA |
[uscendo di corsa dall'alloggio] Tutto è pronto, sedete qui!
Le salsicce abbondano, c'è carne buona, burro, pane,
formaggio e birra per tutti, mangiate, bevete, servitevi di tutto!
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BENEŠ |
Mi riempio di una enorme gioia, ragazzo mio, quando ti vedo fare
così. Comportati sempre correttamente, ed io sarò per te
un padre premuroso. |
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MILADA |
E' tutto pronto, sedete qui! |
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BENEŠ |
Le salsicce abbondano, c'è carne buona, burro, pane, formaggio
e birra per tutti! |
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MILADA |
Mangiate, bevete, servitevi di tutto! |
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BENEŠ |
Ma ho ancora qualcosa da fare, prima di sedermi a tavola! |
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MILADA |
La notte ha già spiegato le sue ali sul cielo e sulla terra!
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BENEŠ |
Anche se le mie gambe sono stanche, questo lo devo fare. |
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MILADA |
Forse potrei andare io al vostro posto? Non risparmio le mie gambe giovani.
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BENEŠ |
[con gioia] Oh, ragazzo mio, saresti così gentile? |
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MILADA |
Con piacere! |
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BENEŠ |
Forse il regolamento lo permette... |
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MILADA |
Budivoj è già andato via da tempo, deve solo dirmi di che si
tratta, ed io ci andrò con piacere! |
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BENEŠ |
Ascolta! Scendi settanta gradini, là si trova Dalibor!
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MILADA |
[celando la sua gioia] Chi, Dalibor? |
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BENEŠ |
Conosci quel cavaliere? |
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MILADA |
L'ho visto solo una volta. |
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BENEŠ |
Mi fa pena. Spesso, disperato, mi ha chiesto un violino, per poter
suonare e accorciare il suo lungo tempo. Quale cèco non ama la
musica? Da giovane ho suonato il violino anch'io, e credo che fra le
mie vecchie cianfrusaglie ci sia ancora. Vado a prenderlo subito. Tu glielo
dovrai portare. |
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MILADA |
Va bene, glielo porterò.
Beneš
esce dalla guardiola. |
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SCENA IV [VI] Milada.
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MILADA |
Come mi sento? Oh, è arrivato così presto quel momento, da
tempo chiesto al cielo nelle preghiere, in cui mi sarà concesso di
vederlo, di parlargli! Di gioia immensa mi si appanna la vista, il
cuore batte forte, adesso resta con me, mio Dio! Oh, Cielo, Cielo,
fà che sia così! Se riesci a sentire il grido del cuore
umano, fa' che la mia voce si elevi a te, oh Signore. Concedigli la
libertà per mano mia! Se senti il grido del cuore umano, oh,
Cielo, Cielo, concedigli la libertà, per mano mia la ottenga!
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SCENA V [VII] Milada,
Beneš.
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Beneš rientra.
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BENEŠ |
Eccoti il violino! Prendi anche una lampada, perché sono bui gli
scalini laggiù. Io chiudo solo il primo cancello alle tue spalle, e
ti aspetto qui! Poi troverai altri cancelli chiusi con le sbarre,
tirali indietro, ma fai presto! Vorrei già banchettare con i
miei compagni. Tu però stai tremando! |
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MILADA |
Mi riempie la gioia che sentirà il cavaliere Dalibor! |
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BENEŠ e MILADA |
Sì, sarà felice, perché il suo sogno si
avvererà, la sua anima si rafforzerà e così
saprà accettare meglio il suo destino.
Escono. |
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La prigione oscura. In fondo, una porta chiusa.
Dalibor sonnecchia. Di fronte a lui, la luce illumina d'un tratto il fantasma
di Zdenek che suona il violino. |
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SCENA I [VIII] Dalibor.
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DALIBOR |
[la visione scompare, si sveglia] Non era forse lui? Non era di
nuovo Zdenek? Non ho udito forse il suono delle corde d'oro? Dove sei,
Zdenek? Mostrati a me, amico mio! Viene a consolarmi, nel sonno mi si
avvicina, non potrebbe raggiungermi altrimenti. Oh, Zdenek, solo un
abbraccio e la prigione diventerà il Paradiso. Dimentico tutto,
la libertà, se il tuo sguardo illuminerà questo posto! Ma
le ombre sepolcrali ci dividono, tu sei su un trono, là, ed io sto
morendo, qui, in una cella. Oh, Zdenek, vorrei che la tua immagine si
fissasse nella mia mente, per qualche miracolo, per l'eternità!
Oh, Zdenek, oh, Zdenek!
Oh, se solo avessi
qui un violino, per sentire quei suoni meravigliosi che sogno giorno e
notte, anche se non so suonarlo bene! Senti! La porta scricchiola? Che
significa questa visita così tardi? |
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SCENA II [IX] Dalibor,
Milada.
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Entra Milada col violino e la
lampada. |
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MILADA |
[dando a Dalibor il violino] Accetta questo dono dalle mie mani.
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DALIBOR |
[prende il violino dalla mano di Milada senza
guardarlo] Finalmente ho qui il violino che ho tanto desiderato!
Oh, Zdenek, Zdenek, Zdenek! Ma, chi sei tu? Dimmelo ragazzo, non ti
avevo prestato attenzione, prima. |
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MILADA |
Tu mi chiedi chi sono? Ahimè, non hai notato prima il mio viso?
Allora sappi che sono quella donna miserabile, che per vendetta ti ha
accusato e con te ha ascoltato la sentenza! E' colpa mia se adesso stai
morendo in prigione! |
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DALIBOR |
Milada! E' mai possibile? |
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MILADA |
Sono Milada! Ma è bastato vederti solo una volta, in
quell'attimo sacro, per farmi ora dire con sincerità, che mi
pento amaramente, ardentemente, per quell'azione, questa è la
legge del Signore nei Cieli!
Vestita da
suonatore di lira, mi sono introdotta nel castello, senza pensare alla
mia vita, alla mia libertà, e mi sono fatto amico il guardiano,
che mi ha mandata qui con il violino. Ma di nascosto ho portato anche
ciò che servirà per farti scappare, per abbattere le
sbarre e aprirti la strada della libertà!
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Ti prego, Dalibor, perdonami, perdonami ti prego
quella vendetta feroce. Nel mio cuore porto un dolore profondo,
riconciliati con questa miserabile! |
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DALIBOR |
Oh, Zdenek caro, adesso capisco perché eri venuto, con quel suono
meraviglioso volevi annunciare l'arrivo della mia salvatrice che a te
dovrà sostituirsi nel mio cuore!
Alzatevi, Milada! Voi siete la donna che ha vinto su
di me. Io ho ucciso il vostro fratello, adesso voglio essere io, per
voi, fratello, amico, tutto! Qui nel mio cuore, nell'eterna unione delle
anime! |
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MILADA |
Dalibor! |
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DALIBOR |
Milada! |
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MILADA |
Sei mio, adesso! |
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DALIBOR |
Sì, sono tuo! Voglio esserlo, costi quel che costi! |
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MILADA |
Voglio essere tua costi quel che costi! |
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MILADA e DALIBOR |
Oh, l'inesprimibile felicità dell'amore,
quando due anime sono unite dal sentimento, e nel mezzo di una vita
desolata, pazza, trovano unione, fedeltà reciproca! Oh,
l'inesprimibile felicità dell'amore, non s'affievolisce mai per
colpa della rabbia, della tristezza, fiorisce come la ghirlanda della
gioia, sì, anche nelle tenebre della prigione, riluce la
beatitudine del Paradiso! |
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MILADA |
Dalibor! |
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DALIBOR |
Milada! |
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MILADA |
Sei mio adesso! |
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DALIBOR |
Sì, sono tuo! Voglio esserlo, costi quel che costi! |
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MILADA e DALIBOR |
Adesso sei mio! Sì, sono
tuo/tua!
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ATTO II
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La sala reale. Wladislaw. Intorno a lui i giudici;
al suo cospetto Budivoj e Beneš, quest'ultimo in ginocchio: in mano tiene
un borsello pieno di danaro e un foglio. |
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SCENA I Wladislaw, Budivoj,
Beneš, i giudici.
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BUDIVOJ |
Nobilissimo re, illustri signori, è così come vi dico. La
rivolta, la rivolta, ribolle nella città, aizzata solo da agenti
segreti, che agiscono di notte, per raccogliere gente in favore di
Dalibor. Alcuni sono già nelle mani dei guardiani. Non solo;
anche in questo castello, vicino al trono regale, ha osato arrivare il
bieco tradimento. Ascoltate voi stesso, o mio re, il rapporto di questo
vecchio! |
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BENEŠ |
Svolgo fedelmente il mio servizio ormai da quarant'anni, ma mai, in
tutta la vita, ho visto un tradimento simile.
Ho preso con me per pietà un giovane
suonatore di lira, sembrava povero, innocente, da commuovere i sassi.
Ma rabbrividii di orrore quando udii la terribile verità,
che era un traditore, una spia, quando volle parlare con Dalibor.
Questa sera è sparito, senza lasciar
traccia, nel nulla; solo questo borsello ho trovato, ed una lettera su
cui è scritto: "Prendi e taci!".
Ma quel
borsello del tradimento non voglio prenderlo, è sleale!
Preferirei morire nella fame e nella miseria, ho terrore di una simile
ricompensa!
A un cenno di Wladislaw, Budivoj
e Beneš si mettono da parte. |
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SCENA II Wladislaw, i
giudici, poi Budivoj.
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WLADISLAW |
In questa tarda ora vi ho chiamati qui, poiché l'azione urge e
il tradimento minaccia la nostra rovina, ed il mio animo è inquieto
e senza posa. Adesso sapete tutto, allora date un consiglio! Decidete!
[a parte, mentre i giudici discutono]
Che bellissimo traguardo, per un sovrano, quando la sua vita scorre
pacifica, ed è libero di compiere il suo dovere! Così
può rendere felice il suo popolo, può ornare con allori la
sua fronte, diventarne il pastore amato da tutti! Ma, se deve vivere in
tempi selvaggi, e dedicarsi alle vendette, e avere sulle labbra la
maledizione, la condanna della Morte, oh, allora la sua vita può
dirsi penosa, insonne di notte, e il giorno gli porta nuove pene, e
nessuno gli invidia la corona! Che bellissimo traguardo, per un sovrano,
quando la sua vita scorre pacifica, ed è libero di compiere il
suo dovere! |
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[ai giudici] Avete terminato? Qual è
la vostra decisione? |
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GIUDICI |
Poiché aumenta in ogni istante la forza del tradimento, allora
muoia Dalibor, subito, stanotte! |
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WLADISLAW |
Avete, però, considerato bene il carisma di quest'uomo? Una
fiamma nobile e soprannaturale arde in lui. Io stesso una volta, facendolo
arrestare, volevo graziarlo, malgrado il delitto commesso. |
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GIUDICI |
La pace in questa terra non tornerà finché non darai l'ordine
di far cessare la sua vita, al più presto! |
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WLADISLAW |
Quali orribili parole! Devo pronunciare la sentenza? Ciò che
accade quaggiù sarà giudicato in Cielo. Dio decida sul
suo destino, lui saprà dove e quando, non potrà
più risollevarsi, se pronuncerò la sentenza di morte.
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GIUDICI |
La pace in questa terra non tornerà finché non darai l'ordine
di far cessare la sua vita, al più presto! |
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WLADISLAW |
Riconosco che la misericordia parrebbe debolezza! Che sia così!
Chiamate Budivoj!
Budivoj entra.
Che Dalibor muoia sotto la sua spada! L'esecuzione
sia compiuta oggi stesso! Ma che sia trattato come si addice ad un
cavaliere! Questo c'impone l'uso, ed il suo rango, che lo accompagni un
corteo fin nella tomba!
Wladislaw e i giudici
escono lentamente, seguiti da Budivoj. |
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Di nuovo la prigione di Dalibor. |
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SCENA III Dalibor.
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DALIBOR |
[vicino alla finestra con inferriata, senza catene] E' giunta la
terza notte, di cui lei mi ha parlato; spezzate le catene, rompo le ultime
sbarre con facilità, poiché sono già mezze
segate.
Fa cadere alcune sbarre.
E adesso... Oddio, mi aspetta la libertà!
Ah, per quale miracolo, per quale miracolo, oh, tu, libertà, mi
ardi dinnanzi, e mondi splendenti apri ai miei occhi! La vita nel
mio corpo riprende forza, per nuove azioni io alzerò la spada
affilata! Che bellissimo traguardo, per un sovrano, quando la sua vita
scorre pacifica, ed è libero di compiere il suo dovere! Trema,
adesso, Praga superba, perché, oh diabolica, hai ucciso il mio
compagno! Fra poco varcherò le tue porte, per compiere la
vendetta che ho giurato. E tu, su quel tuo trono, non credere di
poter fermare la mia rabbia feroce! Io, come la tempesta,
piomberò su di voi con orrore, e in polvere ridurrò ogni
resistenza!
Ora devo mandare un segnale col mio
violino, poi appendo lo strumento e corro via!
Prende il suo violino, si avvicina alla finestra. Al
primo colpo d'archetto, una corda si spezza.
Accidenti! Si è spezzata una corda del violino!
Sarà forse un brutto segno?
A quel
punto entra improvvisamente Budivoj, seguito dagli scudieri. |
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SCENA IV Budivoj, Dalibor,
soldati.
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BUDIVOJ |
Oh, cielo! E' senza catene? Cosa vedo? Le sbarre rotte? Sì, è
così! |
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DALIBOR |
Sì, è così! Se solo aveste
ritardato di un istante l'aquila fiera sarebbe volata via, librandosi
nell'aria, col vento delle ali avrebbe fatto tremare le sale del castello.
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BUDIVOJ |
Di qui è passato il tradimento! Il guardiano della prigione!
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DALIBOR |
Credete alla mia parola di cavaliere! Lui è senza colpa. Non mi
ha dato altro che questo violino, con cui spezzare il tempo troppo lungo.
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BUDIVOJ |
E' così. Oh, ma perché l'ho lasciato qui così a lungo!
Quel ragazzo, quel traditore, è sfuggito alla mia vendetta!
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DALIBOR |
E' fuggito, mio Dio, che dici? Ti ringrazio per questa notizia! Lo so,
era quel giovane che mi voleva salvare! Oh, che gioia provo, sapendo
che è volato via. Dopo la morte di Zdenek, era lui il mio
compagno fedele, e solo a lui mi lega un forte legame d'amicizia.
Presso il mio popolo fedele la vostra rabbia non potrà trovarlo,
ti saluto, fratello mio, e con la vendetta rendi giustizia al mio
sangue! |
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BUDIVOJ |
Non esultare! Non impazzire di gioia! Io ti porto un grave messaggio dal
re. Ascoltalo come un vero uomo. Questa è la volontà del
re: Dalibor deve morire sotto la spada! L'esecuzione sia compiuta
oggi stesso, ma che sia trattato come si addice ad un cavaliere!
Questo c'impone l'uso, ed il suo rango, che lo accompagni un corteo
fin nella tomba! |
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MILADA |
Così, all'improvviso? Proprio adesso? Perché mai?
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BUDIVOJ |
Non chiedermelo! Non si può appellare questa condanna a morte,
inutile nutrire speranze, è vana ogni resistenza, con la spada o
con le parole. |
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DALIBOR |
Che cambiamento improvviso! Solo un attimo fa la vita mi pareva beata,
leggiadra, e ora, la copre un drappo nero, la trasforma in notte
oscura, come l'ombra della tomba. |
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BUDIVOJ |
Il prete vi attende, per prepararvi alla morte. |
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DALIBOR |
Allora, che sia così! Sono pronto per la tomba! Anche se prima
avete visto il mio volto sbiancare, mi torna di nuovo la forza ostinata,
che nella tomba si era indebolita. Lo sento, il mio destino comanda di
morire, la fede nel Destino lega la mia volontà, ma voglio
morire da uomo, da eroe! Anche se non ebbi mai vita facile, fin dalla
giovinezza mi sono ben destreggiato nelle tempeste, e nelle tentazioni,
e guardo sereno alla vita passata. Lui mi ha colmato di doni, che
distribuisce fra quelli che han subito dei torti, mi ha dato l'amicizia e
l'amore.
Arrivo presto, Zdenek, arrivo presto,
ed anche Milada, fra poco, tornerà da te, quella fanciulla
santa, per la quale ho vissuto. Allora avanti, avanti! La morte non
spaventa la mia anima, l'ho conosciuta nelle battaglie! Zdenek mi sta
aspettando! Il sangue lava tutto, tutte le colpe di cui mi sono
macchiato. |
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Marcia. |
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Davanti alla torre. Di notte. |
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SCENA V Jitka, Vítek e
i mercenari di Dalibor, Milada in abiti femminili, il popolo.
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MILADA |
Ancora non udite il suono del violino? |
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CORO |
Muta è la notte, e silenziosa! |
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MILADA |
Non riesco più ad aspettare, vorrei stringerlo al cuore e, dopo
tutte queste pene, riposerò finalmente con lui. |
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JITKA |
Calmati, calmati, anima cara, spunterà presto, spunterà
presto la splendida stella, che per tutta la vita illuminerà la
tua fronte. |
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MILADA |
Che silenzio! Nulla si muove? |
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CORO |
Muta è la notte, e silenziosa! |
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MILADA |
Ah, forse la mano vendicatrice del destino lo ha raggiunto! La notte
aiuta il crimine e la mano del tradimento sorregge! |
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JITKA |
Scaccia quegli orrori dal tuo animo, una notte luminosa ci avvolge,
è il rifugio dell'amore e protegge il tuo sposo!
Risuona la campana a morto. |
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MILADA |
Oh, perché il suono delle campane? |
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JITKA e CORO |
Silenzio! Ascolta! |
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CORO DI MONACI |
[nel castello] La vita non è che
vanità ed illusione e nulla vale la bellezza del corpo, a quelli
che sono giunti alla vecchiaia, a quelli spetta la salvezza eterna!
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MILADA |
Oh, è stato tradito!
Strappa la spada
a uno dei soldati.
Orsù, coraggio,
andiamo!
[a Vítek e ai soldati]
All'assalto, all'assalto, uomini! La morte sia il nostro motto!
Assaliamo con forza quelle mura, conquistiamo quella fortezza! Sono
una donna, eppure, nel mio corpo c'è un cuore impavido,
là ci attende la vittoria. Avanti! Avanti, grido! |
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VÍTEK e
MERCENARI |
Urrà, urrà! |
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CORO DELLE DONNE |
Come leoni si gettano nella fiumana della lotta, questi eroi assetati di
vendetta, chissà se quella fiumana, oh, misericordia, non li
coprirà con il mantello della Morte? Dalle porte del castello
precipitano le armate, le spade cozzano nell'orrenda battaglia! Quale
esito avrà questa battaglia, da che parte si schiererà la
Vittoria? |
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JITKA |
Ecco Milada! Dalibor la conduce! |
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SCENA VI Gli stessi, Dalibor,
Milada.
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DALIBOR |
[conduce Milada ferita] Milada! |
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MILADA |
[come in un sogno] Dove mi trovo? Oh, come
mi sento beata! La mia anima si libera della pesantezza del corpo!
Su nuvole leggere sto salendo, in alto, e bacio le splendide stelle
dorate! Ed ecco, là, cammina lui, Dalibor! |
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DALIBOR |
Non mi abbandonare, cara anima mia, mio tesoro prezioso! Rimani, rimani
con me! non mi abbandonare, tu, cara vita mia! Rimani con me!
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MILADA |
Dalibor! |
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DALIBOR |
Oh, rimani! |
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MILADA |
Dalibor!
Muore. |
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DALIBOR |
Milada!
Cade in ginocchio davanti al suo
corpo. |
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JITKA e DONNE |
Guardate questa splendida rosa primaverile! Il gelo ha bruciato i suoi
boccioli! Oh da quel cuore pieno di amore il battito è sparito
per sempre! |
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SCENA VII Gli stessi, Budivoj
e i soldati.
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BUDIVOJ |
La folla dei nemici è sconfitta e uccisa. Lasciate andar via queste
donne impaurite. Noi abbiamo vinto! |
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SOLDATI |
Noi siamo i vincitori! |
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BUDIVOJ |
[guardando Dalibor] Che cosa vedo qui? Arrenditi, Dalibor!
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DALIBOR |
Siete i benvenuti! Ormai sarà dolce, per me, la morte! Zdenek e
Milada mi stanno aspettando!
Si getta nella
mischia con Budivoj, cade trafitto e muore.
FINE
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