TESTO BASE
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[1] BIOGRAFIA

Antonio Salieri nacque a Legnago Veneto il 19 agosto 1750 e iniziò qui gli studi musicali sotto la guida del fratello Francesco, ch'era stato allievo di Tartini, e dell'organista Giuseppe Simoni, allievo invece di padre Martini.

Della sua formazione si interessò poi il cavaliere veneziano Giovanni Mocenigo che lo condusse con sé a Venezia per farlo studiare con Pescetti [Giovanni Battista] e con il tenore Ferdinando Pacini. Qui fu notato dal Gassmann che lo volle proprio allievo e lo portò con sé a Vienna designandolo poi come sostituto maestro al cembalo al Teatro di Corte. Incoraggiato da Metastasio, Calzabigi [Ranieri de'], Giuseppe Scarlatti e Gluck si dedicò dal 1770 al teatro e nel 1774, alla morte del Gassmann, ne prese il posto come reale e imperiale compositore di corte. Nel 1775 venne nominato da Giuseppe II Kapellmeister dell'Opera italiana.


GIUSEPPE II - COPYRIGHT

Iniziò in quegli anni l'attività didattica che poi intensificò più tardi. Dei suoi insegnamenti si giovarono musicisti quali Beethoven, Schubert, Liszt, Hummel, Moscheles [Ignaz], Meyerbeer. Nel 1778, avuto il consenso dell'imperatore, ritornò in Italia dove poté assistere alle rappresentazioni dell'Europa riconosciuta e della Fiera di Venezia che inaugurarono rispettivamente il Teatro alla Scala (1778) e il Teatro della Cannobiana (1779) di Milano. Dopo soggiorni a Venezia e a Roma, nel 1780 rientrò a Vienna e collaborò con il singspiel Der Rauchfangkehrer al nuovo teatro nazionale tedesco (1781). Tre anni più tardi è la volta della «prima» a Parigi della sua più importante opera, Les Danaïdes. Di quest'opera, Gluck, in un primo tempo e per garantirne il successo, si attribuì i primi due atti, dichiarando che il terzo era dovuto a un musicista di sua fiducia. In seguito al successo ottenuto restituì il dovuto a Salieri che s'affrettò a precisare i «debiti» verso il più celebre musicista e amico, definendosi «conduit par sa lumière et éclairé par son génie». Assurto ormai a celebrità europea, Salieri poté ribadire il momento felice che andava attraversando con l'Armida e col Tarare, nonché con l'opera comica Prima la musica poi le parole su libretto del Casti [Giovanni Battista]. Nel 1790 abbandonò la direzione del teatro d'opera avendo nel frattempo ottenuta la direzione della cappella imperiale viennese, quale successore del Bonno [Giuseppe Giovanni Battista], nel 1788. Continuò a scrivere opere, alcune delle quali però non vennero portate sulle scene. L'ultimo lavoro teatrale lo scrisse per l'inaugurazione del Teatro Nuovo di Trieste, nel 1801 (Annibale in Capua). Dedito all'insegnamento, pago di tanti successi ottenuti e che continuavano a trovare le migliori sue opere (ad esempio Les Danaïdes, riprese con grande favore nel 1817 a Parigi), Salieri ebbe la soddisfazione di vedere celebrato pubblicamente nel 1816 il cinquantenario del suo ingresso nella cappella imperiale. Fu tra i fondatori del Conservatorio di Vienna (1817). Oltre ai compositori usciti dalla sua scuola si ricordano taluni dei più celebri cantanti che con lui si formarono, e cioè Caterina Cavalieri, Fortunata Franchetti, Josephine Schulz, Karoline Unger. Continuò a svolgere la sua attività anche dopo una grave malattia agli occhi che lo colpì intorno al 1821. Nel 1824 ricevette una pensione imperiale. Si spense poco più tardi, il 7 maggio 1825. Gli furono riservate solenni onoranze. Ormai destituita di qualsiasi valore è la voce che lo indicava come colpevole dell'avvelenamento di Mozart, voce calunniosa che trovò credito a suo tempo e che si consegnò anche al mondo ottocentesco. Si veda ad esempio Mozart e Salieri, le due scene che Puskin scrisse all'inizio del secolo e che Rimski-Korsakov musicò nel 1894-98.

[2] Son queste Le donne letterate di Giovanni Gastone Boccherini (fratello maggiore del compositore Luigi), date nel gennaio 1770 (riprese anche come Le dame letterate), L'amore innocente sempre del Boccherini, carnevale del 1770, e la festa teatrale in un atto Don Chisciotte alle nozze di Gamace, ancora del Boccherini, rappresentata nel 1770 posteriormente alle due precedenti. Per questo lavoro si avvalse anche delle coreografie di Noverre [Jean Georges].

[3] Importante è apprendere dalla prefazione del Salieri alla propria partitura che egli intendeva la sinfonia dell'opera come «una specie di pantomima» puramente sonora s'intende, che il pubblico avrebbe compreso dopo la lettura del libretto.

[4] Ecco l'elenco delle opere di tale periodo: La locandiera, dramma giocoso di Domenico Poggi, da Goldoni, Kärntnertortheater, 8 giugno 1773 (l'opera fu ripresa al Théatre Feydeau di Parigi, il 29 febbraio 1792, con aggiunte del Cherubini); La calamita dei cuori, dramma giocoso del De Gamerra, ancora da Goldoni, Hoftheater di Vienna, 1 gennaio 1774; La finta scema, dramma giocoso del medesimo librettista, Hoftheater, 1775; Delmita e Daliso, dramma serio del De Gamerra, Hoftheater, 29 luglio 1776; Europa riconosciuta dramma serio del Verazi, Teatro alla Scala serata inaugurale, 3 agosto 1778 (fu inoltre eseguito, sempre del Salieri, il ballo Apollo placato); La scola de' gelosi, dramma giocoso del Mazzolà, Teatro San Moisè di Venezia, 27 dicembre 1778 (data anche con il titolo L'amore in contrasto); La partenza inaspettata, intermezzo del Petrosellini, Teatro Valle di Roma, carnevale 1779; Il talismano, dramma giocoso del Goldoni, musicato in collaborazione con Rust [Giacomo] (che s'incaricò del secondo e terzo atto), Teatro della Cannobiana di Milano (lo stesso inaugurato dal Salieri il 21 agosto precedente), settembre 1779 (l'opera fu ripresa con il testo modificato dal Da Ponte e con musica tutta del Salieri a Vienna, il 10 settembre 1788); La dama pastorella, pastorale del Petrosellini, Teatro Valle di Roma, carnevale 1780 (anche quest'opera fu ripresa a Vienna, l'11 dicembre 1787, con modifiche del Da Ponte e col testo La Cifra); Semiramide del Metastasio, ma tradotto in tdesco da L. Hübner, Hoftheater di Monaco, gennaio 1782. Inoltre si ricorda che al 1781 appartiene il musikalische Lustspiel, su testo di L. von Auenbrugger, Der Rauchfangkehrer oder Die unentbehrlichen Verraether ihrer Herrschaften aus Eigennutz.

[5] Tale forma del finale Salieri la desunse pure da Gluck che l'aveva già impiegata nell'Orfeo per il finale ultimo. Anche altri autori dopo Gluck ne fecero uso e tra questi Johann Adam Hiller in Die Jagd (1770). Successivamente anche Mozart nel «singspiel» Il ratto dal Serraglio (1782) e Rossini ripresero, dilatandolo, il meccanismo proprio del finale in vaudeville.