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ALEKSANDR SERGEEVIC PUSKIN

EUGEN ONEGIN

RIASSUNTO DIZIONARIO BOMPIANI

Romanzo russo, in versi, di Aleksandr Sergeevic Puskin (1799-1837). Scritto nel corso di circa dieci anni, dal 1822 al 1831, fu pubblicato a varie riprese, completo per la prima volta nel 1833. Personaggi principali il giovane mondano Eugen Onegin, il poeta romantico Vladimir Lenskij, le due sorelle Tatjana, e Olga Larin; personaggio nascosto, ma che si sente di continuo nelle digressioni alla narrazione, lo stesso poeta. Eugenio Onegin è un «giovin signore» orfano, istruito alla francese, scettico, egoista, annoiato di tutto e di tutti. L'eredità di uno zio lo porta da Pietroburgo in campagna dove con un altro giovane proprietario, il poeta idealista Lenskij, comincia a frequentare la casa della signora Larin che vive con le due figliuole Tatjana e Olga, romantica e melanconica la prima, vivace e allegra l'altra. Di quest'ultima è fidanzato Lenskij. Tatjana innamoratasi di Onegin gli confessa il suo amore in una lettera ardente e ingenua, alla quale lo scettico «dandy» risponde con una predica morale sui pericoli che corrono le fanciulle abbandonandosi ciecamente al loro sentimento. Come diversivo alla noia Onegin, in una festa da ballo, si mette a corteggiare Olga e sfidato da Lenskij lo uccide in duello. Dopo vari anni di peregrinazioni, tornato a Pietroburgo, egli vi ritrova, sposa a un generale e gran dama, la Tatjana provinciale un tempo disprezzata. Accesosi ora egli di passione, la corteggia invano, le scrive e finalmente riesce a trovarla sola in casa. Tatjana gli confessa di amarlo ancora, ma nello stesso tempo gli dichiara fermamente che non tradirà mai l'uomo che ha avuto fiducia in lei sposandola. Romanzo nella lieve trama, poema nella struttura, l'Eugen Onegin, imbevuto com'è del lirismo proprio del suo autore, è un'opera unica nel suo genere, e non solo nella letteratura russa. Il critico Belinskij la disse l'opera più ispirata di Puskin, la creatura preferita della sua fantasia, quella in cui la sua personalità si è riflessa pienamente, e in modo luminoso. Lo storico Kljucevskij riteneva di poterla considerare come documento storico per la pittura dell'ambiente. Dostoevskij ne celebrava la rispondenza allo spirito del popolo russo, nella figura dell'eroina Tatjana. Enorme è stata l'influenza dell'Eugen Onegin sulla letteratura russa: secondo V. Ivanov esso «inaugura quella gloriosa fioritura del romanzo in Russia che fu uno degli avvenimenti più significativi della moderna cultura europea». Tradd. poetica di Ettore Lo Gatto con prefazione di V. Ivanov (Milano, 1937); di Gius. Cassone (Noto, 1900).
«La natura russa, l'anima russa, il carattere russo... la lingua russa si sono riflessi in Puskin con una purezza, e in una tale bellezza purificata come si riflette la campagna sulla superficie convessa di una lente.» (Gogol).
«Poema non fantastico, ma palpabilmente reale, nel quale è incarnata la vera vita russa con una tale forza creativa e con una tale perfezione, quale non era esistita mai prima di Puskin, forse non è esistita neppure dopo di lui.» (Dostoevskij).
Tradurre questa lingua di diamante è impresa da far impazzire di disperazione. (Vogüé).
Eugenio Onegin è il primo, e forse unico, romanzo in rima della letteratura moderna... Esso inaugura quella gloriosa fioritura del romanzo in Russia che fu uno degli avvenimenti più significativi della moderna cultura europea. (V. Ivanov).
L'essenza, le proprietà della sua poesia coincidono con le proprietà e l'essenza stessa del nostro popolo. Senza parlare dell'incanto, della forza e della chiarezza virile del suo idioma, ciò che impressiona nelle opere di Puskin - e non solo per i suoi connazionali, ma anche per gli stranieri che possono leggerlo - è la veracità, l'assenza di menzogne e di fraseologia, la semplicità, la sincerità e l'onorabilità delle sensazioni, tratti comuni della buona gente russa. (Turgenev).
* Al romanzo di Puskin s'ispirò Pëtr Ilic Cajkovskij (1840-1893), componendo scene liriche in tre atti dal titolo omonimo, rappresentate a Mosca nel 1879. Spontanea e facile, questa musica è scritta nel tipico stile di Cajkovskij, il quale volontariamente si mantenne estraneo alle idee e ai programmi dei "Cinque", intesi a staccarsi dalle forme tradizionali della musica occidentale e ad attingere ispirazione ai canti del popolo russo. Cajkovskij invece adotta i modi della musica europea e compone una musica gradevole e sentimentale, che raramente perde il carattere di musica da salotto. Sia nelle arie e scene di Tatjana (il cui tema, non molto peregrino si ripete in tutta l'opera), sia nei pezzi d'insieme e nelle numerose danze (valzer, mazurca, polacca, scozzesi, tutte di genere brillante e superficiale), questo carattere si ritrova. Soltanto quando sono in scena personaggi del popolo (i contadini e la balia), l'autore abbandona lo stile internazionale e si rifà anch'egli alle melodie e ai ritmi tipicamente russi. E in verità questi sono i momenti più freschi e vivaci della partitura. M.D.