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BIOGRAFIA, PENSIERI, FILOSOFIA DI

PETR ILJIC CIAJKOVSKIJ

ATTRAVERSO


LETTERE, RICORDI E TESTIMONIANZE


INTERMEZZO POLITICO

1877-1878

All'epoca della guerra russo-turca del 1877-1878 la posizione di Ciajkovskij rispetto agli avvenimenti politici di quei giorni risultò chiaramente delineata. Egli temeva per l'avvenire della Russia e guardava con apprensione agli iniziali insuccessi militari dei Russi. Nello stesso tempo era stupito e spaventato dal comportamento della popolazione russa di cui tutta la parte più qualificata si palesava in aperta opposizione col debole e incerto atteggiamento del governo di Pietroburgo.


IL PALAZZO D'INVERNO A PIETROBURGO

Dopo aver superato un'accanita resistenza, i Russi conquistarono la potente fortezza turca di Plevna

e stettero in procinto di occupare Adrianopoli, per puntare quindi su Costantinopoli. L'antico sogno dei russi sarebbe dunque riuscito a divenir realtà?
In russo, Costantinopoli si dice «Zargrad», vale a dire la città degli zar: da quasi mille anni, zar e granduchi russi miravano, imperterriti, alla conquista di quella città. Ciajkovskij e la signora von Meck si trovano della stessa opinione: i loro sentimenti erano quelli di autentici russi. Con spasmodico interesse eguivano lo sviluppo degli avvenimenti, sentendo l'ostilità dell'Inghilterra e diffidando della politica di Bismarck, offertosi come «onesto» mediatore nell'imminente Congresso di Berlino. In realtà Bismarck,

come uomo di stato, stava per commettere il più fatale errore della sua carriera, anche se tale errore vien coperto dalla leggenda del grand'uomo. Nel Congresso di Berlino, i russi si videro costretti a rinunciare alle loro conquiste, nonché alle mire su Costantinopoli. L'astuto lord Beaconsfield (il suo vero nome era Disraeli),

rappresentante dell'Inghilterra nell'alto consesso, fece valere le proprie pretese, appoggiato dall'Austria. Come trionfatore senza eguali egli fu poi accolto e festeggiato al suo ritorno a Londra (l'Inghilterra seppe acquisirsi l'isola di Cipro) mentre il rappresentante della Russia, il principe Gorciakov, rientrò in patria sconfitto. Nonostante il trattato di reciproca sicurezza concluso in seguito, la Russia non poté mai dimenticare l'umiliazione subita.
Fin da quei giorni, e non soltanto per gli errori di Guglielmo II,

data quell'inimicizia e quella tensione fra Germania e Russia che sarebbe stata causa di eventi sì funesti in futuro. La politica di Bismarck era sventuratamente intesa a sostenere la debole Austria, divisa in molte nazioni già in via di dissoluzione e non più capace di reggersi. Fu grave danno quello di mettersi in urto con la Russia per raggiungere tale scopo.
Quanto più positivamente forse avrebbe potuto esser impostato l'avvenire e la collaborazione dei due stati, Russia e Germania, se Bismarck, lasciando perdere l'Austria, avesse appoggiato le richieste dell'impero moscovita e non avesse fatto convergere verso sud-est, verso i Balcani, con lo scopo di allontanarle dalla Germania, le sue forze espansionistiche, ormai incontenibili.
Se l'Inghilterra ebbe a elevare al rango di nobile il suo statista Disraeli conferendogli il superbo titolo di lord Beaconsfield, maneggi volti a scopo analogo non mancarono neppure altrove. Ci fa sapere infatti ironicamente la signora von Meck:

Il suo Rubinstein fa ora tournées a beneficio della Croce Rossa. Ecco un'altra delusione nei suoi riguardi. Credevo che organizzasse simili concerti per uno slancio patriottico, quando ad un tratto sento dire che si tratta di ben altro. Per cosa crede dunque stia dandosi tanto da fare?... Per ottenere un titolo nobiliare!
Non è ridicolo? Che interesse può avere un artista ad esser fatto nobile? Nobili bisogna nascere... Oh gli uomini! Non si curano che delle esteriorità... Oggi Rubinstein è tornato a Pietroburgo, non so se col titolo o senza. Nicolai Rubinstein! Sarebbe divertente sapere a quale titolo aspiri; duca o marchese di Gerusalemme forse, oppure duca o marchese di Cosmopoli! ».