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«La maliarda» (Carodejka)

Nell'autunno del 1884 furoreggiava a Mosca un dramma di Ippolit V. painskij, La maliarda, che a ajkovskij piacque moltissimo, al punto da indurre lo stesso painskij ad approntarne un libretto d'opera. L'interprete della parte protagonistica,

ajkovskij l'aveva già trovata in Emilija Pavlovskaja, alla quale il 12 (24) aprile 1885 ii musicista indirizzò una lettera con la precisazione dell'idea fondamentale:

All'apparenza Nastas'ja è una donna perduta [...] ma nell'intimo della sua anima c'è una forza, la forza dell'amore. Per questo amore lei è pronta a sacrificare tutto. [...] Perché, altrimenti, si amerebbero personaggi come Violetta o Carmen?

Trail settembre del 1885 e l'agosto del 1886 ajkovskij scrisse la prima stesura della nuova opera, la cui orchestrazione fu ultimata il 6(18) maggio 1887. Lo stesso anno da Jurgenson apparve lo spartito mentre la partitura porta la data del 1901. L'organico strumentale è il consueto, con l'aggiunta di corni da caccia e cornette. La durata media d'esecuzione supera di poco le tre ore.

La partitura de La maliarda comprende questi personaggi e registri vocali: Principe Nikita Kurljatev (baritono), Principessa Evpraksija (mezzosoprano), Principino Jurij (tenore), Mamyrov (basso), Nenila (mezzosoprano), Ivan 2uran (bassobaritono), Nastas'ja (soprano drammatico), Foka (baritono), Poija (soprano), Potap (basso-baritono), Lukas (tenore), Kiiga (basso), Paisij (tenore), Kud'ma (baritono). Mercanti, popolo, armati.

Alla prima rappresentazione al Teatro Mariinskij il 20 ottobre (1° novembre) 1887 sotto la direzione dell'autore, gli inter-
preti de La maliarda (Carodejka) furono i seguenti: Ivan Mel'nikov (Principe Nikita Kurijatev), Mania Slavina (Principessa Evpraksija), Michail Vasil'ev (Principino Juni), Fëdor Stravinskij (Mamyrov), Mania Dolina (Nenila), Emilija Pavlovskaja (Natas'ja «Kuma»), Nikolaj Klimov (Foka), Elena Markovskaja (Poija), Vladimir Sobolev (Potap), Grigorij Ugrinovi (Lukas), Michail Korjakin (Kiiga), Vasilij Vasil'ev (Paisij), Sergei Pavlovskij (Kud'ma).

Ecco la successione dei pezzi orchestrali e dei 23 numeri vocali che compongono l'opera: Introduzione. 1 - Atto primo. Scena popolare. Coro degli ospiti, «Quant'è piacevole incontrarci qui da Kuma». 2 - Scena popolare. Coro delle donne, «Andiamo, andiamo». 3 -Coro degli ospiti e scena, «Salute a te, Kumax'. 4 - Scena e arioso di Kuma, «Guardiamo al grande Volga». 5 - Coro popolare e scena, «Ecco s'avvicina il Principino». 6- Scena. Principe Kunljatev, «Ecco il nido del peccato>). 7 - Finale. a) Decima. Kuma, «Questo anello è prezioso per me». b) Scena e coro, «Hai successo». c) Ballo dei clowns e scena, «Balia anche tu». 8 - Atto secondo. Interludio. Scena e arioso. Principessa Evpraksija, «Il mio sonno è turbato». 9- Scena e duetto. Principino Jurij, «Vedo tristezza nei vostri occhi». 10 -Scena. Paisii, «Mi avete chiamato». 11 - Scena e arioso. Principe Kurljatev, «Piii tardi, ora non ho tempo». 12 - Scena del Principe e della Principessa. Principessa Evpraksija, «Mi avete chiamato?». 13 - Scena popolare, «Prendetelo!». 14- Finale. Principessa Evpraksija, «Perché occuparvi di un affare di vostro padre?». 15 - Atto terzo. Scena e duetto. Kuma, «Siete adirato, mio signore». 16 - Scena. Kuma, «Dove troverò la forza?». 17 - Scena e duetto. Principino Jurij, «Un po' di luce. Dov'è?». 18 - Atto quarto. Interludio. Scena e coro. Kud'ma, «Un corno, una battuta di caccia?». 19 - Scena e duetto. Principino Juni, «Andiamo». 20 - Scena e arioso. Kuma, «Dove sei, mio amato?». 21 - Scena e duetto. Principessa Evpraksija, «Il destino l'ha consegnata nelle mie mani». 22- Scena e quartetto. Principino Jurij, Kuma, «Per te ogni ansia»; Principessa Evpraksija, Kud'ma, «Presto la morte». 23 - Finale. Tutti, Coro dei cacciatori, «Questa è opera del demonio». Principe Kurljatev, «Che mai ho fatto? O Dio!».

Ne La maliarda ajkovskij adotta un linguaggio che affonda le sue radici proprio nell'ambito del popolaresco mentre, d'altra parte, si serve di procedimenti paralleli a quelli della produzione francese, successiva a Carmen. E si avvale di un grande arco drammaturgico che, pur mantenendo al suo interno i periodi mu-

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sicali e le forme chiuse, non rischia mai di infrangere la soluzione di continuità, sul modello del dramma wagneniano come esempio di teatro moderno. Dopo l'Introduzione, basata principalmente sull'idea melodica dell'arioso di Nastas'ja nella scena quarta, sulle vorticose quartine degli archi, il coro e i personaggi caratteristici della locanda sono partecipi di una scena di festa (n. 1). Nastas'ja si unisce al coro (n. 2) e il gusto della caratterizzazione dei personaggi di contorno, proprio dell'opera russa, si rafforza con l'arrivo di nuovi avventori in barca (n. 3); la musica, con rapido virtuosismo di scrittura nella scelta delle tessiture, dei ritmi e dei colori, aiuta le voci senza mai sopraffarle. La vera e propria presentazione dell'eroina avviene con l'arioso «Guardiamo al grande Volga» (n. 4) ispirato al motivo popolare «Il piccione grigio-azzurro». Ricompare il materiale musicale precedente con i suoi connotati popolareschi (n. 5) ma l'apparizione fugace, sul fondo della scena, del Principino Jurij comincia a sconvolgere la fissità del quadro d'ambiente, mettendo in moto i presupposti delle situazioni fatali. La musica si fa più frammentaria e accompagna con vigore icastico la scrittura nel quasi-recitativo dell'incontro tra il vecchio Principe Kurljatev e la protagonista (n. 6). Nel Finale (n. 7), ai personaggi principali si unisce la folla con indovinate soluzioni sceniche, tra le quali spicca la danza dei clowns.

L'Introduzione al secondo atto è uno straordinario brano sinfonico che innalza subito il tono generale. Il personaggio della Principessa Evpraksija domina (n. 8) la vicenda, il cui tema («Andante non troppo») sottolinea l'agitazione del personaggio e si risolve nell'«Allegro risoluto». Nel duetto tra la Principessa Evpraksija e Jurij (n. 9) sottile è l'impostazione psicologica, con la musica che si avvicina a certi atteggiamenti di maniera dell'opera francese, tra Gounod e Massenet. Si ritorna a un clima più russo (n. 10) nella caratterizzazione dei due comprimari Paisij e Mamyrov. L'ingresso del Principe Kurljatev (n. 11) si concreta in un monologo di notevole spessore («Andantino»), in sol maggiore. La temperie si fa improvvisamente brutale nello scontro (n. 12) tra il Principe Kurljatev e la Principessa Evpraksija, che la musica sottolinea con epica efficacia, per arrivare, alla fine del duetto, alla grande scena corale (n. 13) in stile fugato. Qui la folla dei diseredati, al massimo della concitazione, si placa all'arrivo di Junij. Il Finale (n. 14) è un abile quintetto con la conclusione, nel «Meno mosso», brillante ma abbastanza sbrigativa.
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Il terzo atto inizia con un'introduzione dell'orchestra («Allegro moderato») nel registro scuro che conduce al duetto del Principe Kurljatev e Kuma (n. 15). La passione e il desiderio di dominio trovano nell'arioso di Kurljatev, nell'«Andante con moto» in mi bemolle maggiore in 9/8, un'interessante definizione ma nel «Moderato assai» in sol maggiore Nastas'ja difende la propria dignità e l'orchestra commenta la disperazione della donna. Rimasta sola, Nastas'ja, con un toccante recitativo (n. 16), si interroga sulla sua sorte («Andante»). La scena e duetto che seguono (n. 17) propongono l'incontro tra due esseri, Nastas'ja e Jurij, di cui il primo è segretamente innamorato dell'altro mentre il secondo è portato dal suo ambiente a odiare sino ad uccidere. Il respiro formale, quasi wagneriano, di questo episodio rischia di esser messo in crisi da un divenire troppo rapsodico, ma qui a sostenere il gioco vi è un grande compositore con il suo carisma. Nella sezione conclusiva del duetto («Andante un poco rubato») l'abbandono alla felicità del sentimento amoroso sembra prendere a prestito uno scorrevole melodizzare massenetiano.

L'Interludio al quarto atto riconduce il clima alla sua barbara violenza, con tratti rapidi («Allegro») sul tema della caccia che, a sua volta, introduce la scena nella foresta (n. 18) ove («Andante amoroso con moto») Jurij trova accenti appassionati. L'atmosfera fosca ritorna con l'arrivo della Principessa Evpraksija in mentite spoglie e del mago Kud'ma (n. 19), e il loro lungo duetto, di stampo quasi verista, si conclude con un misterioso recitativo sui pizzicati ostinati dell'orchestra. Il tema della caccia dell'Interludio serve ora a contrapporre (n. 20) alla barbarie della situazione il fascino dell'eroina in un arioso appassionato di notevole effusione melodica. Segue il duetto ambiguo (n. 21) delle due donne, nella alternanza tra l'inquisitorio e l'implorante. Sull'«Allegro vivo ed agitato» in 6/8, alla comparsa dell'amato Juni (n. 22), vi è uno scoppio di gioia che fa seguito alla furtiva somministrazione del veleno da parte della Principessa Evpraksija a Nastas'ja, in un quartetto ben costruito, con i due innamorati in primo piano e la Principessa e Kud'ma sullo sfondo. Incalza il Finale (n. 23) e il punto di massima intensità si ha nell'<Andantino» ove Jurij canta tutto il suo dolore nella concitazione orchestrale di grande effetto. Si giunge cosi («Andante»), con l'entrata del principe Kurljatev, al terribile evento del padre che uccide il figlio. Lo sgomento di tutti viene enunciato dal coro con accenti di pietà sui caratteristici atteggiamen-

OPERE i i

ti di stampo modale del canto russo di origini liturgiche. Infine l'orchestra non lascia phi il suo ruolo di protagonista e, tra le improvvise lame di luce della furia della tempesta, il canto della follia del Principe Kurljatev è quello di un essere che, strumento di un orribile fato, precipita verso la dissoluzione senza fine.