I dizionari Baldini&Castoldi

Boréades, Les di Jean-Philippe Rameau (1683-1764)
libretto di Louis de Cahusac (?)

Tragédie-lyrique in cinque atti

Prima:
Aix-en-Provence, Théâtre de l’Archevêché, 21 luglio 1982

Personaggi:
Alphise, regina (S); Sémire, sua confidente (S); Polymnie, musa del canto e della danza (S); una ninfa (S); Abaris, amante di Alphise (Hc); Borée, dio del vento del nord (B); Calisis (Hc), Borilée (B), pretendenti alla mano di Alphise, della stirpe di Borée; Apollon, dio della luce (B); Adamas, suo sommo sacerdote (B); l’Amour (S); i piaceri, le grazie, seguito di Amour e di Borée, sacerdoti di Apollon, le stagioni, le muse, gli zefiri, geni delle ore e delle arti, venti sotterranei, popolo. Balletto: Orytie e suo seguito



L’ultimo lavoro teatrale del compositore ha conosciuto una sorte particolare. Rameau scrisse Les Boréades nel 1763, dopo l’esperienza del suo estremo trattato teorico (il Code de musique pratique , 1760), in vista di una doppia esecuzione: il 25 aprile a Parigi e quindi, due giorni più tardi, a Versailles. Nessuna delle due occasioni poté però concretizzarsi, e l’opera vide la luce soltanto il 14 aprile 1975 a Londra, alla Queen Elisabeth Hall, eseguita in forma di concerto. A questo evento, preceduto da una trasmissione in forma parziale di Radio France (1964), ha fatto seguito la prima rappresentazione vera e propria al Festival di Aix-en-Provence, sotto la direzione di John Eliot Gardiner e la regia di Jean-Louis Martinoty.

Atto primo . Secondo un’antica tradizione, la regina Alphise è costretta a scegliere il proprio sposo tra gli appartenenti alla casata del potente re del vento del nord, Borée. La donna, noncurante dei prudenti consigli della confidente Sémire, rifiuta con audacia i pretendenti (i Boréades), amando segretamente Abaris. Per risolvere la rischiosa situazione Alphise dichiara di voler rimettere ogni decisione ad Apollo. Un divertissement conclude l’atto tra canti e danze.

Atto secondo . Nel tempio di Apollo. Il sommo sacerdote Adamas rievoca come il dio gli abbia affidato Abaris da bambino. Giunge proprio quest’ultimo, che confida ad Adamas il proprio amore per Alphise. Poco dopo ecco arrivare anche la regina, terrorizzata da un sogno in cui Borée minacciava la distruzione del suo palazzo e del regno. Abaris prega Amour perché protegga la sua relazione con Alphise: il dio compare nel suo splendore e dona alla regina la sua freccia magica.

Atto terzo . Tormentata dal dilemma in cui si dibatte, Alphise assicura della sua fedeltà Abaris, preoccupato per i nobili rivali, e gli consegna come pegno d’amore la freccia fatata di Apollo. Se la popolazione esulta per la scelta compiuta dalla sovrana, i pretendenti respinti invocano la vendetta di Borée. Durante un’improvvisa tempesta, Alphise viene rapita dal dio del vento.

Atto quarto . Nessuno riesce a calmare l’ira di Borée. Intanto il sommo sacerdote Adamas ha raggiunto Abaris, che è intenzionato a uccidersi con la freccia di Amour. Adamas lo avverte dei magici poteri dell’oggetto e invoca Apollo. Abaris si dichiara fedele servitore di Amour.

Atto quinto . Alphise viene condotta di fronte a Borée. Il dio del vento le minaccia invano la schiavitù eterna se si ostinerà a rifiutare le profferte dei suoi protetti. Abaris, giunto per rapirla, debella i due Boréades armato della freccia magica. A questo punto compare Apollo, che rivela l’origine segreta di Abaris: è suo figlio, avuto da una ninfa della casata di Borée. Sposandolo, Alphise potrà dunque tener fede alla tradizione delle unioni con i Boréades. Nel divertissement finale i due amanti celebrano la loro felicità attorniati da un nugolo di figure allegoriche.

L’opera coniuga l’immancabile, contrastata storia d’amore tra i due giovani col tema mitologico del rapimento di Alphise da parte di Borée (derivato da quello che ha per protagonisti Orytie e Borée, rappresentato sulla scena nel balletto del secondo atto – e comunque ricco di riferimenti politici non così peregrini all’Europa dell’epoca, sconvolta da problematiche successioni al trono). I canonici cinque atti riservano quasi sempre alla loro conclusione l’apice spettacolare della rappresentazione. Il primo e il quinto sono infatti chiusi da un divertissement danzato e cantato, il secondo da un balletto coronato dall’apparizione di Amour, mentre il terzo propone, proprio al centro dell’intero impianto drammatico, l’evento più suggestivo dell’opera: il rapimento di Alphise. Ambientato in una scena di tempesta ben più che convenzionale, la musica vi offre la rielaborazione del materiale tematico di diversi pezzi della partitura, ad esempio dell’aria di Alphise “Un horizon serein”. Rimarchevole, per tutta la durata dello spettacolo, l’abile utilizzo dell’orchestra: le scelte timbriche tradiscono chiaramente il gusto dell’operista di talento, giunto ormai al suo ultimo lavoro scenico: Rameau sarebbe morto l’anno successivo.

r.m.

Risultati della ricerca
Dizionario dell'Opera
home