GRAND PALAIS SITO UFFICIALE DELLA MOSTRA
RECENSIONE DI LAURETO RODONI Due sono le mostre parigine dedicate in questo periodo a Claude Monet (1840-1926): quella ufficiale e monumentale al Grand Palais (aperta fino al 24 gennaio) e quella per così dire più intima ma per molti aspetti più interessante e intensa al Musée Marmottan (Claude Monet, son musée, aperta fino al 20 febbraio).
All’aperto Monet tentò, sull’esempio di Manet, una grande composizione di figure: Le déjeuner sur l’herbe (1865), quadro lasciato incompiuto: nella vasta sezione tematica “Figures et portraits” sono esposti lo schizzo, due ampi frammenti e alcuni dipinti che riprendono i motivi del grande progetto, tra cui Femmes au Jardin, rifiutato al Salon del 1867. Questa profonda delusione e i giudizi negativi di Manet e di Courbet sul dipinto in fieri furono tra le cause del tentativo di suicidio l’anno successivo. È durante questo periodo che la tavolozza di Monet si schiarisce (esemplari da questo punto di vista le tele Chemin dans les vignes e Le bassin d’Argenteuil): i colori sono da lui usati sempre più spesso puri e divisi, per rendere le ombre, le vibrazioni dell’acqua, la trasparenza della luce e dell’atmosfera. Il rigidissimo inverno del 1880 gli consentì di approfondire le sue ricerche in questa direzione, dipingendo una serie di quadri ispirati al disgelo sulla Senna: grazie al ritmo frenetico del gesto pittorico e al tocco frammentato, Monet riusciva a catturare il cangiante pallore invernale e le tonalità fredde della natura, tanto care agli Impressionisti. Qualche mese prima era morta di cancro la moglie Camille, ritratta in dipinti ispirati a Manet negli anni Sessanta, tra cui la celebre Femme à la robe verte. Il pittore espresse il suo strazio nella struggente tela Camille Monet sur son lit de mort che conclude la citata sezione “Figures et portraits”.
Nel 1883 Monet si stabilì definitivamente a Giverny, villaggio nell’Alta Normandia, che lasciò solo per viaggi sulla Costa Azzurra e all’estero (Londra, Venezia, Norvegia…). Il fulcro della mostra del Grand Palais sono le serie (illustrate in una ventina di dipinti), attraverso le quali Monet continuava la sua incessante e ossessiva esplorazione della luce nei suoi aspetti tecnici ed emozionali. A partire da soggetti semplici come i covoni, i pioppi, lo stagno delle ninfee, Monet riusciva a tradurre sulla tela le variazioni cromatiche nei vari momenti della giornata o dell’anno. Stesso discorso per la serie sulla cattedrale di Rouen: la massa imponente e slanciata dell’edificio è come scolpita dalla luce stessa che anima il rilievo dell’architettura. Dopo la guerra del 1914 Monet si consacrò quasi interamente al grande ciclo delle ninfee, che aveva preparato con numerosi studi fin dal 1898. È a questo punto che la mostra del Grand Palais appare lacunosa: essa si completa, come detto, con la collezione della Fondazione Marmottan che possiede il più ricco tesoro di opere di Monet al mondo (110 tele, gli 8 quaderni di disegni e le caricature, oltre a molte lettere e ai carnets de comptes), gran parte delle quali donate dal figlio Michel. Si tratta di lavori a cui il pittore era molto legato e di cui non voleva privarsi. Si può quindi facilmente comprendere la pregnanza artistica di questa collezione, che per la prima volta viene esposta integralmente.
CONFÉRENCE IMPRÉSSIONISME L'IMPRÉSSIONISME AU FIL DE LA SEINE DOSSIER PÉDAGOGIQUE VIE ET OEUVRES DE CLAUDE MONET MONET SU WIKIPEDIA WEBMUSEUM MONET L'ALBUM DES PHOTOS D'ÉPOQUE DE CLAUDE MONET PAINTINGS ARTCYCLOPEDIA LE JARDIN DE MONET SCÈNE DU PARIS DES ANNÉES 1900 EN PEINTURE Debussy e la seduzione dell’acqua. Suggestioni e metafore della liquidità nella musica MONET, JONGKIND, BOUDIN LA GENÈSE DE L'IMPRESSIONISME JEAN BARTHOLD JONGKIND JONGKIND, UN NÉERLANDAIS EN FRANCE JONGKIND - DES PAYS-BAS AU DAUPHINÉ (CATALOGUE COMPLET) EUGÈNE BOUDIN MUSÉE EUGÈNE BOUDIN L'ÉCOLE DE HONFLEUR - EUGÈNE BOUDIN MUSÉE AUGUSTE RODIN DOSSIER PÉDAGOGIQUE Une ville pour l’impressionnisme Monet Pissarro et Gauguin à Rouen Itinéraires et paysages du rayonnement Impressionniste |